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10 Marzo 2016 - 10:07
Ferrari
Tutto esaurito per il primo bond di Ferrari. La casa automobilistica ha piazzato in poche ore un'emissione da 500 milioni di euro dopo aver raccolto ordini superiori di oltre cinque volte e pari a 2,7 miliardi.
L'operazione si è aperta in mattinata dopo l'ultima tappa, a Milano, del road show partito lunedì a Londra e passato martedì per Parigi. E prima di pranzo i 'book' sono stati chiusi.
L'interesse degli investitori, italiani ed esteri, ha consentito a Maranello di spuntare condizioni migliori di quelle iniziali. Il bond senior unsecured, senza rating e scadenza sette anni, paga una cedola fissa annuale del'1,5% e offre un rendimento dell'1,656%, corrispondente a 140 punti base rispetto al tasso midswap di riferimento (contro i 160 previsti all'avvio dell'operazione).
A fronte dell'abbondanza di richieste, la casa di auto di lusso ha preferito comunque fermarsi all'obiettivo di raccolta di 500 milioni, ribadito di recente dal presidente di Ferrari e Ceo di Fca, Sergio Marchionne, al Salone di Ginevra, senza spingersi oltre. Il manager aveva anche spiegato che puntava a emettere l'eurobond, annunciato entro la metà dell'anno, a condizioni di mercato ''decenti'' e con tassi ''giusti''.
Accontentato.
Le risorse serviranno a rifinanziare il debito del Cavallino Rampante (2,26 miliardi a fine 2015 l'indebitamento lordo, 1,93 miliardi il netto) e in particolare a chiudere il prestito ponte da 500 milioni (scadenza 12 mesi, prorogabili a 18) concesso dalle banche a novembre, nell'ambito di una linea di credito sindacata da 2,5 miliardi. Quest'ultima è servita a pagare il maxi-dividendo da 2,25 miliardi a Fca nel riassetto che ha portato a scorporare la Rossa dalla casa madre, prima della quotazione a Piazza Affari all'inizio di quest'anno, attribuendo le azioni agli ex soci di Fiat Chrysler. Exor e Piero Ferrari in testa.
Tornando al bond, capofila del collocamento sono state Bnp, Citi e Jp Morgan, affiancate, come joint bookrunner, da Banca Imi, Bofa Merrill Lynch, Credit Agricole, Mediobanca, SocGen, Ubs e Unicredit.
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