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Sanità. Maroni: "Costi standard o facciamo saltare il tavolo"

Sanità. Maroni: "Costi standard o facciamo saltare il tavolo"

Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni

La Lombardia, il Veneto e il Piemonte sono pronte a far saltare il tavolo e uscire dalla Conferenza delle Regioni se, nella distribuzione dei fondi per la sanità, già da quest'anno, non si applicheranno i costi standard invece di usare come criterio la spesa storica. Secondo il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, non applicarli da quest'anno sarebbe ''inaccettabile'', anzi sarebbe ''l'amara sconfitta delle Regioni'', vorrebbe dire ''che non sono in grado di gestire neanche le loro competenze''. Da qui l'ipotesi di uscire dalla Conferenza, una ''posizione condivisa anche da Piemonte e Veneto'', le altre due Regioni del Nord guidate da presidenti della Lega Nord. ''Costi standard - ha spiegato Maroni oggi, parlando con i giornalisti dopo un incontro con l'arcivescovo di Milano Angelo Scola - vuol dire premiare le Regioni che fanno bene. Per noi l'applicazione è imprescindibile''. Si tratta di calcolare il riparto delle risorse in base a dei costi prefissati uguali per tutti (calcolati prendendo come parametri cinque regioni virtuose, cioé Veneto, Lombardia, Umbria, Marche ed Emilia Romagna) evitando, dunque, che una siringa costi uno in una regione e cinque volte tanto in un'altra. ''Non possiamo tornare indietro - ha aggiunto il presidente del Piemonte Roberto Cota -, è l'unico modo per portare responsabilità ed efficienza in un settore molto importante come la Sanità''. Tutte le Regioni sono d'accordo sull'applicazione nel 2014, ma non sul 2013, anche se un decreto legislativo del 2011 fissa questa come data. ''I 10 dodicesimi dei bilanci regionali sono già investiti - ha spiegato nei giorni scorsi l'assessore alla Sanità della Regione Puglia, Elena Gentile -. Introdurre i costi standard è giusto e opportuno, ma come si fa a farlo su soldi già spesi? La questione è, evidentemente, di natura politica''. La riunione della conferenza è già fissata per mercoledì (fra gli assessori) e giovedì (fra i presidenti). ''Stiamo lavorando. Nei prossimi giorni si saprà se le Regioni riescono a trovare un'intesa - ha concluso Maroni -. Se riusciamo, bene, se no francamente partecipare a un'assemblea che non riesce neanche ad autogovernarsi su una materia di sua competenza esclusiva, la sanità, non ha molto senso. Ma sono ottimista''.
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