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20 Febbraio 2016 - 11:48
La 'pistola fumante' ancora non c'è, e serviranno ancora alcuni mesi prima di averla, ma il virus Zika in questo momento è 'colpevole fino a prova contraria' dell'aumento dei casi di microcefalia e della malattia neurologica conosciuta come sindrome di Guillain Barrè. A inchiodarlo progressivamente, ha affermato il responsabile della risposta al virus dell'Oms Bruce Aylward durante una conferenza stampa, c'è una ''progressiva accumulazione di nuove prove'' da parte dei ricercatori in tutto il mondo.
Fino a questo momento, ha sottolineato Aylward, sono 42 i paesi colpiti dal virus, di cui 36 con una trasmissione autoctona ben documentata e 6 in cui le evidenze sono ancora preliminari. Del primo gruppo fanno parte 28 paesi nel continente americano, 5 nel Pacifico occidentale, due nel sud est dell'Asia e Capo Verde in Africa. "Tra questi otto hanno riportato un aumento dei casi di Guillain Barrè - ha precisato Aylward - mentre quelli con un aumento della microcefalia sono due, Brasile e Polinesia francese. Bisogna però ricordare che mentre la malattia neurologica si manifesta in tre settimane quella del feto emerge di solito intorno alla settimana 35 di gravidanza, quindi nel futuro ci possiamo aspettare che questi numeri cambino".
Per fare il punto sulla situazione l'Oms riunirà gli esperti mondiali per discutere di vaccini e diagnosi rapida dal 7 al 9 marzo, una formula già provata per Ebola, mentre sempre a marzo ci sarà un'altra conferenza sul controllo delle zanzare che veicolano il virus. La direttrice generale dell'Oms, Margaret Chan, visiterà inoltre il Brasile la prossima settimana per discutere con la presidente della Repubblica, Dilma Rousseff, come coordinare gli sforzi brasiliani nella lotta a Zika con il piano globale contro il virus lanciato lunedì scorso. Intanto il governo brasiliano ha avviato anche nelle scuole la campagna di prevenzione dalla zanzara Aedes, responsabile per la trasmissione di Zika, dengue e chikungunya.
La corsa contro il tempo è necessaria anche in prospettiva Giochi Olimpici, che inizieranno il prossimo 5 agosto, ma su questo l'Oms è ottimista, anche per il fatto che in quel periodo sarà inverno. "Il Brasile avrà delle fantastiche Olimpiadi - ha affermato Aylward - e quando arriveranno i Giochi il virus Zika sarà notevolmente diminuito".
Di pari passo con l'emergenza Zika crescono anche le leggende metropolitane e i falsi miti che si accompagnano sempre alle epidemie. Lo sottolinea il New York Times, che passa in rassegna i principali 'rumors' diffusi soprattutto in rete dai cospirazionisti.
COLPA DELLE ZANZARE OGM Una delle teorie con più seguito è che a causare l'aumento dei casi di microcefalia siano state le zanzare Ogm utilizzate in alcuni piccoli esperimenti contro la dengue, e che peraltro molti indicano come una possibile soluzione alla crisi legata a Zika. Ma i focolai di microcefalia sono distanti centinaia di chilometri dai siti dove sono state rilasciate le zanzare, che oltretutto sono tutti maschi e quindi non pungono.
COLPA DI UN LARVICIDA Secondo alcune teorie sarebbe il piriproxifene, un larvicida utilizzato da poco in Brasile, prodotto da una compagnia giapponese, la Sumitomo, che in passato ha avuto rapporti commerciali con la Monsanto, la multinazionale 'preferita' dalle teorie cospirazioniste. La sostanza però, avvertono gli esperti, è la stessa usata nei collari antipulci di cani e gatti, e non ha nessun effetto sull'uomo.
COLPA DEI VACCINI Anche il vaccino trivalente contro morbillo, rosolia e parotite, guarda caso proprio quello legato al falso mito che lega vaccinazioni e autismo, è stato chiamato in causa.
A provocare la microcefalia sarebbe un 'lotto avariato', oppure secondo altre teorie sarebbe stata una nuova formulazione di quello per la pertosse. In quest'ultimo caso i cospirazionisti hanno scomodato persino Bill Gates, indicato come mandante, visto che la sua fondazione ha finanziato degli studi negli Usa su questa formulazione.
COLPA CONTEGGI SBAGLIATI Secondo altre teorie in realtà non ci sarebbe nessun aumento dei casi di microcefalia, ma solo un diverso modo di fare la diagnosi. A sostegno della tesi si porta il fatto che prima dell'epidemia il brasile aveva un quarto delle diagnosi ogni mille abitanti di microcefalia rispetto al resto del mondo. L'aumento però, rileva il quotidiano, èmolto superiore a quello che si avrebbe con il semplice allineamento ai parametri internazionali. Inoltre la malattia infantile sta crescendo anche in altri stati che non hanno avuto questo problema statistico.
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