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ROMA. Zika: Ippolito, "non c'è tasso 'anomalo' per decessi"

Non c'è al momento un tasso ''anomalo'' in relazione ai decessi legati all'infezione da virus Zika in America Latina. A sottolinearlo è il direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettiva Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, dopo le tre morti confermate in Venezuela ed i tre decessi resi noti dalle autorità sanitarie brasiliane nei giorni scorsi. ''Considerando che in Brasile i casi di infezione da virus Zika segnalati sono oltre 1,5 milioni - ha affermato l'esperto - il numero di decessi segnalati ad oggi non è statisticamente rilevante nè allarmante, ma è un tasso che rientra nella mortalità prevedibile legata a qualunque condizione o patologia''. Va infatti ricordato, ha sottolineato Ippolito, ''che si muore anche per complicanze legate all'influenza stagionale, con un tasso ogni anno ritenuto fisiologico. Dunque, il fatto che si siano purtroppo registrate delle morti a causa del virus è però un fatto del tutto prevedibile statisticamente, visto l'alto numero di contagi in questi paesi''. L'aspetto ''positivo - ha quindi rilevato - è che, ad oggi, i casi di complicanze neurologiche sono ridotti''. ''Sicuramente più preoccupanti - ha precisato Ippolito - sono invece i casi di microcefalia fetale rilevati nei nati da donne infettate dal virus in Brasile. Anche perchè - ha aggiunto - solo pochi giorni fa uno studio scientifico pubblicato ha fornito una prima conferma del legame tra virus Zika e microcefalia, rilevando l'effettiva presenza del virus nel cervello di bimbi microcefali''. Quanto alla previsione dell'Organizzazione mondiale della Sanità, in base alla quale si dovrà attendere almeno 18 mesi per le sperimentazioni su larga scala di possibili vaccini contro il virus Zika, si tratta, secondo Ippolito, di ''previsioni prudenziali''. Al momento, rileva, ''non abbiamo ancora un vaccino contro il più aggressivo virus Ebola ma, ad ogni modo, non credo che la via dei vaccini possa essere l'unica, o principale via per eradicare tale infezione dai paesi colpiti''. Insomma, ''non credo che la vera battaglia contro Zika potrà essere combattuta attraverso un vaccino; la vera battaglia - conclude Ippolito - sarà quella che le autorità locali saranno in grado di mettere in atto per eliminare le zanzare vettori del virus e per bonificare le aree a rischio, oltre che per informare adeguatamente la popolazione ed i turisti''.
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