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11 Dicembre 2015 - 10:19
sanità
Ospedali pubblici che sprecano risorse per quasi 8 miliardi annui e deludono i cittadini. Al punto che tra i caregiver, ovvero persone incaricate di badare alla salute dei familiari, 9 su 10 si dicono scoraggiati da lunghe attese e inefficienze, mentre 6 su 10 ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale si sia 'logorato' negli ultimi anni. Per questo sempre più spesso preferiscono rivolgersi all'ospedalità privata o far ricorso all'intramoenia, il cui fatturato registra un balzo in avanti del 17,4% dal 2009 al 2014. A dirlo è il 13/esimo Rapporto 'Ospedali&Salute', promosso da Associazione Italiana Ospedalità Privata(Aiop), condotto da Ermeneia e presentato oggi in Senato.
Che sia per lunghe attese, difficoltà burocratiche o il trattamento inadeguato da parte degli operatori sanitari, i caregiver che riferiscono di aver avuto disagi negli ospedali pubblici sono aumentati del 21% negli ultimi due anni. Di questi 'delusi', in base ad interviste su un campione di 2000 persone, il 40,6% si è rivolto al privato accreditato e il 20,3% al privato non accreditato. A spingerli, i prezzi dei ticket cresciuti del 38% tra il 2009 e il 2014. Ma anche le politiche di 'razionamento' causate dai 20 miliardi di euro tagliati alla sanità negli ultimi 5 anni. Tagli che però, secondo l'indagine, non sono andati a colpire laddove più necessario. Tanto che, ancora nel 2015, nelle pieghe dei bilanci degli ospedali pubblici si scovano sacche di inefficienze e sovraccosti ingiustificati per quasi 8 miliardi di euro l'anno. Attraverso l'analisi di 11 categorie di spesa, come farmaci, mensa, lavanderia e utenze, il rapporto evidenzia 2,3 miliardi di euro di sovraccosti (calcolati in base allo scostamento dai costi medi per ciascun ricovero) generati dall'attività assistenziale delle 86 Aziende Ospedaliere italiane e altri 2 miliardi a carico degli ospedali a gestione diretta da parte delle ASL. C'è poi, si legge nel rapporto, un problema di mancata trasparenza dei bilanci, terreno fertile per sprechi di risorse. Ammontano infatti a 1,8 miliardi i costi 'impliciti', ovvero indicati in bilancio sotto altre voci di spesa, per gli ammortamenti dovuti a investimenti in macchinari e tecnologia. E a 1,7 miliardi i costi impliciti per il personale, ad esempio per cooperative che gestiscono servizi esternalizzati. Numeri che, denuncia Gabriele Pelissero, presidente dell'associazione che rappresenta quasi 500 strutture private di ricovero e cura, mostrano come "20 miliardi di tagli alla sanità negli ultimi 5 anni non sono serviti a mettere in atto un reale percorso di riconversione organizzativa del sistema ospedaliero pubblico". Dal rapporto emerge però anche un cittadino sempre più consapevole delle diverse opportunità di cura. Cresce dal 29% del 2005 al 41% del 2015 la percentuale di chi sa di poter utilizzare senza oneri aggiuntivi, oltre agli ospedali pubblici, anche quelli privati accreditati. Aumenta dal 45% del 2013 al 51% del 2015 anche la percentuale di chi è informato sulla possibilità di curarsi in altri Paesi dell'Unione Europea vedendosi rimborsate le spese. Ma nella quasi totalità delle regioni l'informazione sulle procedure per accedere alle cure transfrontaliere previste dalla direttiva europea resta ad oggi un'utopia.
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