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27 Ottobre 2015 - 11:15
Otto anni fa perse il suo posto di direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco, dopo essere stato indagato per disastro colposo nell'ambito di un'ampia inchiesta della procura di Torino. Oggi Nello Martini, è stato assolto da quella accusa - che si riferiva al ritardato aggiornamento dei bugiardini di 20 specialità medicinali - perchè "il fatto non sussiste". A pronunciare la sentenza , il giudice della Quinta Sezione Penale del Tribunale di Roma, Enrichetta Venneri. L'inchiesta venne avviata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che chiese e ottenne la sospensione cautelare di Martini e di Caterina Gualano,dirigente dell'Aic (ufficio per le Autorizzazioni per l'immissione in commercio). Fu poi l'allora ministro del Welfare Maurizio Sacconi a proporre la nomina di un nuovo direttore generale dell'Agenzia, chiamando al posto di Martini il professore Guido Rasi, mentre il filone dell'indagine che riguardava l'ormai ex dg da Torino veniva trasmesso a Roma.
Gia' cinque anni fa Martini e Gualano erano stati prosciolti dal gup di Roma,Maria Teresa Covatta, ma la sentenza venne annullata dalla Cassazione, per "motivi formali" come spiega Valerio Spigarelli, difensore dell'ex Dg. Nel giudizio che si è concluso oggi, dopo un'istruttoria dibattimentale durata quasi tre anni,era stato il pubblico ministero a chiedere l'assoluzione. "Ho sempre creduto in un esito positivo di questa vicenda grottesca e surreale" dice Martini , ora direttore del settore Ricerca dell'Accademia nazionale di Medicina; tuttavia "la sentenza non annulla i danni arrecati all'AIFA e al suo progetto, e non cancellerà mai la violenza mediatica subita, l'isolamento professionale e l'amarezza della vicenda personale e umana". E in una nota ricorda il suo "ingiusto licenziamento" e le istituzioni che lo hanno "lasciato da solo". "La sentenza riconosce l'assoluta inconsistenza dell'accusa mossa a suo tempo dall'autorità giudiziaria di Torino e l'assenza di qualsivoglia illegittimità nella conduzione dell'AIFA", osserva a sua volta Spigarelli, ed è "in sintonia con l'opinione espressa da sempre nel mondo sanitario, sia in ambito nazionale che internazionale", sull' "altissimo profilo professionale del dott. Martini e sulla "clamorosa" infondatezza "delle censure mosse al suo operato".
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