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03 Ottobre 2015 - 16:47
Prodi
La guerra in Libia è stata un "episodio di insensatezza politica al di là di ogni considerazione". Lo sostiene l'ex-presidente del consiglio Romano Prodi che, ad un dibattito in Expo ha precisato come "attaccare guerra senza sapere cosa viene dopo in un Paese frammentato che tra l'altro gli italiani conoscevano bene voleva dire accendere un fuoco che poi non si riesce più a spegnere".
"Quella guerra - ha aggiunto - è una delle cose più incomprensibili che abbiamo avuto nella storia".
"Sia chiaro - ha spiegato il Professore - Gheddafi era un dittatore, però quando si attacca un dittatore si deve sapere quello che si vuole". Dopo aver rivelato che l'ex Leader libico lo "minacciava di mandare dei barconi" in Italia", Prodi ha aggiunto " quante volte ho discusso e ho evitato questo, perché alla fine un 'poteraccio' ma un potere c'era, una controparte c'era, e quando si distrugge questo, senza sapere dove si va a finire, si fa la più grande tragedia politica della storia di questo mondo perché gran parte delle tensioni che abbiamo sono frutto di questo".
L'ex presidente del consiglio Romano Prodi si complimenta con Angela Merkel per aver aperto le porte della Germania ai profughi siriani, sottolineando però l'errore della successiva retromarcia. "Quando la Merkel ha detto facciamo entrare subito 700-800 mila profughi in Germania - ha spiegato durante un dibattito in Expo - non era un discorso folle ma indica una strategia importante sul futuro". A chi gli ha chiesto se fosse un complimento ha replicato: "Quasi, perché poi ha fatto retromarcia".
Secondo Prodi la scelta di Merkel rappresenta una "visione futura, una scelta di intelligenza e solidarietà" e, a suo dire, "quando un politico unisce visione politica e solidarietà fa un bel mestiere". Il problema però, ha concluso, "è la marcia indietro che le hanno imposto i suoi amici del governo e i paesi dell'Est Europa".
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