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ROMA. Ecco i 17 impresentabili. Tutti i nomi. De Luca a Bindi: "Ti denuncio

ROMA. Ecco i 17 impresentabili. Tutti i nomi. De Luca a Bindi: "Ti denuncio

Vincenzo De Luca

Il primo a proporre all'ufficio di presidenza della Commissione Antimafia di condurre uno "screening" sulle liste in vista delle Regionali e delle Comunali del 31 maggio, è stato il vicepresidente Claudio Fava (Gruppo Misto). E la presidente della Commissione Rosy Bindi, che il Codice sulla formazione delle liste e delle candidature ha fortemente voluto, e ne è stata la relatrice, ha subito accolto con favore la proposta, appoggiata inizialmente dai partiti che quel Codice, nel settembre del 2013, lo hanno approvato all'unanimità. Non si aspettava, probabilmente, che dal suo partito ci fosse un'alzata di scudi contro di lei. O, se anche lo ha intuito, ha ritenuto giusto andare avanti, per fornire, ha sempre detto, agli elettori un quadro delle candidature e fare un lavoro "che rientra tra i nostri compiti". La politica giustamente rivendica la sua autonomia. Ma per essere credibile deve adottare principi più rigorosi, svincolati dalla distinzione tra lecito e illecito, in grado di impedire e sanzionare comportamenti moralmente discutibili ancorché penalmente irrilevanti: questo il pensiero di Bindi, che oggi ha lo ha ripetuto. La qualità della democrazia "si misura sulla possibilità di esercitare il diritto di voto in modo libero e responsabile. Il cittadino deve poter scegliere senza subire alcuna forma di pressione o condizionamento, deve decidere senza essere ricattabile nelle sue fragilità e nei suoi bisogni, senza essere ingannato nelle sue aspettative. La qualità del consenso elettorale non si misura sulla quantità dei voti ma sulla possibilità di dare un voto che risponde all'interesse generale e non guarda alla convenienza personale". Solo le forze politiche possono seriamente contrastare le degenerazioni del clientelismo che incentivano la caduta dell'etica pubblica e la sfiducia nelle istituzioni, "ma per farlo non basta agire in nome della legalità formale". Di qui la ferma volontà di andare avanti e la pubblicazione dei 16 nomi di impresentabili, compresi Vincenzo De Luca e Sandra Mastella. Ma il costo della decisione è stato altissimo: prima la "fuga" di nomi, mentre lo screening era ancora in corso, poi gli attacchi frontali, subiti oggi più che dagli avversari politici, dai vertici del Pd, tanto che Alfano ha parlato di "ferocia senza precedenti". "Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica", ha twittato Ernesto Carbone, deputato del Pd e componente dell'Antimafia mentre la presentazione della lista di impresentabili era ancora in corso. "L'iniziativa della presidente della commissione Antimafia ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla", ha tuonato il presidente del Pd Matteo Orfini. Attacchi anche da Guerini, Serracchiani, Magorno e persino dal capogruppo Pd in Antimafia Franco Mirabelli. A difendere il lavoro di Bindi, alcuni esponenti del Pd, da Stefano Fassina a Davide Mattiello a esponenti di Sel come Peppe De Cristofaro e Nichi Vendola che parlano di "vergognoso linciaggio". Lei si difende: "Ho taciuto per tutto il pomeriggio di fronte al tentativo di delegittimare il lavoro della Commissione e la mia persona ma non posso più farlo di fronte alle accuse dei due vicesegretari del mio partito. In cosa sarebbe la "lotta personale"? Era ampiamente noto che la verifica si sarebbe fatta. Giudicheranno gli italiani chi davvero usa le istituzioni per fini politici, ma certamente non sono io". E a sostegno della Bindi scende in campo anche Fava, che parla di "frasi gravi e indecenti" di De Luca e dello stesso Pd.    

I 16 impresentabili

Sono 16 i candidati alle prossime elezioni Regionali segnalati come 'impresentabili' dalla commissione Parlamentare Antimafia: 4 in Puglia (due sostengono il candidato Presidente Schittulli, uno Emiliano e uno Poli Bortone) e 12 in Campania (9 sostengono Caldoro e 3 De Luca, tra cui lo stesso candidato presidente). Ecco chi sono.   ++ PUGLIA ++ - Fabio Ladisa (32 anni), Popolari per Emiliano, circoscrizione Bari. E' stato rinviato a giudizio a Bari per tentata estorsione. L' udienza è fissata per il 3 dicembre 2015.   - Enzo Palmisano (53 anni),Movimento politico per Schittulli, Area Popolare, circoscrizione Brindisi. Condannato in primo grado per corruzione aggravata, il reato è stato prescritto in Appello; presentato ricorso,il procedimento pende in Cassazione.   - Giovanni Copertino (62 anni), Forza Italia, circoscrizione Bari. Nei suoi confronti pende un procedimento a Bari per corruzione aggravata e altro: è stata dichiarata la prescrizione e contro questa sentenza pende l'appello.   - Massimiliano Oggiano (46 anni), Lista Oltre con Fitto, Schittulli presidente, circoscrizione Brindisi. Imputato a Brindisi per associazione mafiosa e per corruzione elettorale, con l'aggravante mafiosa. E' stato assolto in primo grado e pende l'Appello con udienza fissata per il 3 giugno prossimo.     ++ CAMPANIA ++ - Antonio Ambrosio (64 anni) Forza Italia, circoscrizione Napoli. Condannato con patteggiamento a due anni (pena sospesa) per concussione, reato dichiarato estinto. In un altro procedimento, sempre del tribunale di Nola, è stato rinviato a giudizio per tentata concussione. Udienza fissata all'1 luglio. - Luciano Passariello (54 anni), Fratelli d'Italia, circoscrizione Napoli. E' stato rinviato a giudizio della Procura di Nola per "impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita", aggravato dall'abuso dei poteri inerenti una pubblica funzione; il gip di Nola si è dichiarato incompetente e ha trasmesso gli atti alla procura di Roma che ha disposto il rinvio a giudizio. Udienza fissata al 18 giugno. - Sergio Nappi (59 anni), lista Caldoro Presidente, circoscrizione Avellino, rinviato a giudizio per tentata concussione e altro quale sindaco del comune di Monteforte Irpino. La prossima udienza del processo, davanti al tribunale di Avellino è fissata per il 18 novembre 2015. - Vincenzo De Luca (66 anni), Pd, candidato presidente. Dagli atti trasmessi dal procuratore di Salerno risulta che pende un giudizio a suo carico per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998 e con "condotta in corso" (e altri delitti, quali abuso d'ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere). Prossima udienza il 23 giugno 2015. La procura di Salerno ha comunicato, con una nota del 25 maggio 2015, che De Luca "ha rinunciato alla prescrizione relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso". - Fernando Errico (58 anni), Ncd, Campania popolare, circoscrizione Benevento. Risulta a suo carico un procedimento della procura di Napoli per concussione, pendente in fase di giudizio, con udienza di rinvio fissata per il 3 giugno 2015. Inoltre, presso il tribunale di Benevento è imputato in un procedimento per concussione continuata che pende in fase dibattimentale, con udienza fissata per il 15 settembre. - Alessandrina Lonardo (62 anni), Forza Italia, circoscrizione Benevento. A suo carico vi è un procedimento della procura di Napoli, pendente                 in primo grado, in cui si ipotizza il reato di concussione, con udienza di rinvio fissata al 3 giugno 2015. Nel certificato dei carichi pendenti viene indicata la concussione tentata e non consumata.   - Francesco Plaitano (62 anni), Popolari per l'Italia, circoscrizione Salerno. E' accusato a Salerno per "ruolo direttivo in associazione mafiosa": è in corso il processo in tribunale e la prossima udienza è fissata per il 2 luglio 2015. Sempre il tribunale di Napoli lo ha condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per estorsione. Pende l'appello. - Antonio Scalzone (61 anni), Popolari per l'Italia, circoscrizione Caserta. Rinviato a giudizio per associazione mafiosa: la prossima udienza davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere è prevista per il 9 novembre 2015.   - Raffaele Viscardi (40 anni), Popolari per l'Italia, circoscrizione Salerno. Rinviato a giudizio per vari reati tra cui abuso d'ufficio e corruzione; l'udienza dibattimentale è fissata per il 15 luglio prossimo.   - Domenico Elefante (57 anni), Centro Democratico-Scelta Civica, circoscrizione Napoli. Condannato in primo e secondo grado a Napoli per concussione a due anni e 8 mesi; la Cassazione ha dichiarato prescritto il reato e rinviato il procedimento per la decisione sugli interessi civili.   - Carmela Grimaldi (45 anni), lista Campania in rete, circoscrizione Salerno. Assolta dal tribunale di Nocera Inferiore per concorso esterno in                 associazione mafiosa e partecipazione ad associazioni finalizzate al traffico di droga. Ha fatto appello la procura generale di Salerno. - Alberico Gambino (48 anni), Meloni-Fratelli d'Italia-An, circoscrizione Salerno. Condannato dal tribunale di Nocera Inferiore per concussione e violenza privata a due anni e 10 mesi di reclusione. Pende appello  

Le reazioni

 

Bindi invita ad andare a votare

  "Gli elettori sono in grado di decidere, il mio è un invito ad andare a votare, agli italiani non manca l'intelligenza per fare le scelte. Io voterò in Toscana, sono contenta di essere in una regione in cui non c'è nessun dato politico, poi sceglierò anche in base ad altri criteri non meno selettivi". Così il presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi. "Anche solo
Rosy Bindi Rosy Bindi, presidente dell'antimafia
un caso - ha riflettuto Bindi - ci deve spingere a fare sempre meglio. Dal riscontro dei dati, però, non ci troviamo di fronte ad una endemica contaminazione della classe dirigente di questo Paese: anche solo un caso deve essere portato a conoscenza ma non sono emersi centinaia di nomi". "Nel corso di questo lavoro siamo tornati qualche volta su alcuni nomi, alcuni li abbiamo aggiunti, altri tolti attenendoci strettamente ai dati e agli atti formali. Noi sappiamo perfettamente - ha osservato Bindi - che alcuni nomi sono stati messi in lista anche se non erano a posto perché portano voti, forse perché non sono a posto. Ma è bene che si sappia come sono le cose. Per votare bisogna essere informati, poi ognuno vota come ritiene. In alcuni comuni della Calabria tornano a candidarsi persone a posto dal punto di vista giudiziario ma prossimi ad alcuni ambienti". Alle critiche che le sono state rivolte da Marco Di Lello, Segretario della Commissione Antimafia e Presidente dei Deputati socialisti, Bindi ha risposto: "ho avuto questo mandato dall'ufficio di presidenza, sono decisioni che abbiamo preso tutti insieme".  

Caldoro: "La candidatura di De Luca è contro la legge"

"De Luca è ineleggibile. La sua è una candidatura contro la legge, oltre la legge": lo ribadisce Stefano Caldoro, ricandidato alla presidenza della Regione Campania per il centrodestra, tenendo distinta la vicenda della lista degli "impresentabili" della Commissione Antimafia rispetto a quella della legge Severino. Caldoro distingue nettamente la vicenda della lista della Commissione Antimafia rispetto a quella della legge Severino. "E' la casta, il potente che si difende a prescindere?", si chiede Caldoro. "E' un errore perché si deve avere rispetto per i cittadini - sottolinea - senza mai anteporre gli interessi personali o ambizioni personali che poi si traducono in accusa verso un'istituzione del Paese".
Stefano Caldoro Stefano Caldoro
"E' un fatto molto grave - aggiunge Caldoro - una candidatura contro la legge che produce ciò che stiamo vedendo". Caldoro dice di non sapere cosa deve fare ora De Luca, ma spiega: "Io non avrei mai accettato una candidatura contro legge, questo è quello che avrei fatto io". "Questa candidatura crea una particolare situazione, bisogna reagire con senso delle istituzioni, decoro, forza e serenità - conclude Caldoro - anche rispondendo a situazioni di accuse o rilievi della Commissione. Dobbiamo rasserenare gli elettori".    

"De Luca reagisce da guappo"

  "La reazione di De Luca è da 'guappo', così come barbare ed indecorose sono le dichiarazioni dei parlamentari del Partito democratico nei confronti della presidente Rosy Bindi". Lo dice in una nota il membro della bicamerale Antimafia Tito Di Maggio, senatore dei Popolari per l'Italia a proposito della denuncia di Vincenzo De Luca alla Bindi che presiede la stessa commissione. "È acclarato che le leggi e le regole nell'era del regime Renziano sono valide solo se riguardano la parte avversa, altrimenti - conclude Di Maggio - vengono relegate a fastidioso intralcio alla marcia del partito unico della nazione. Una nuova e sofisticata forma di fascismo avanza".    

De Luca serio e straordinario

  "Vincenzo De Luca è una persona seria, un sindaco di straordinaria capacità, porta un'esperienza politica profonda e fortemente motivata, fatta a fianco di migliaia di militanti come lui. Ha avuto il coraggio di sfidare poteri forti, avendo la forza di tenere alla larga la camorra. Questo tutti glielo riconoscono. Io posso dare e do volentieri la mia testimonianza di sindaco e di amico. Spero che sia eletto presidente della Campania. Ma soprattutto dico forte che gli sono dovuti rispetto e stima". Lo afferma in una nota il presidente di Legautonomie e sindaco di Pisa, Marco Filippeschi. "Salerno è una città simbolo del riscatto - aggiunge Filippeschi - l'esempio visibile di come non esista una maledizione divina che condanni il Meridione al degrado civile, alla sudditanza alla mafie e al clientelismo, all'arretratezza economica. E' comunque un grave errore mettere un sindaco onesto come De Luca, che con coraggio si è preso le sue responsabilità per superare altissimi ostacoli, alla pari della classe dirigente che ha combattuto con le idee e con i fatti, in una esperienza politica appassionata e pulita. Se passasse questa caricatura contro De Luca la speranza subirebbe un durissimo colpo, mentre malaffare e cattiva politica - conclude Filippeschi - brinderebbero a ragione".  

Indecente minaccia a Bindi

    "È grave, e aggiungerei indecente, che De Luca cerchi di distogliere le attenzioni della propria incandidabilità minacciando di denunciare la presidente Bindi: se proprio intende denunciare qualcuno, se la prenda anche con me". Così il vicepresidente della Commissione Antimafia Claudio Fava (Gruppo Misto). "Il Partito Democratico e il presidente Orfini dovrebbero rivolgere le loro attenzioni e la loro indignazione non nei confronti della Commissione Antimafia ma nei confronti del candidato presidente De Luca rinviato a giudizio per concussione", tuona Fava. "È grave - prosegue il vicepresidente della Commissione Antimafia - che un codice di autoregolamentazione, appena sfiora i candidati di un partito, da quel partito venga sbrigativamente liquidato come un processo di piazza. È grave che il Partito Democratico scelga di difendere un imputato per concussione invece della presidente della Commissione Antimafia. È grave dimenticare che quel codice non è frutto di un capriccio della nostra commissione ma di un voto unanime al quale tutti i partiti hanno dato il loro consenso, Partito Democratico incluso", conclude Fava.    

Bindi, nessuna iniziativa presa da sola

  "Nessuna iniziativa è stata presa in modo autonomo dalla presidente Bindi". Così il presidente Commissione Antimafia Rosy Bindi sulle critiche che le sono state mosse. "L'Ufficio di presidenza, allargato ai capigruppo, ha condiviso tutte le procedure nelle diverse fasi del percorso di verifica, dando pieno mandato alla presidente di concludere il lavoro". Nelle comunicazioni rese dalla presidente Bindi alla Commissione Antimafia, distribuite anche alla stampa, sono ricordati: i compiti che la legge istitutiva assegna alla Commissione per indagare sul rapporto tra mafia e politica, tutti i profili di legittimità e la metodologia seguita per la verifica sulle candidature prevista da un codice, approvato all'unanimità dalla Commissione e pubblicamente discusso dalla Camera e dal Senato.
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