Era scritto, stava nelle cose, ci sarebbe stato anche se non fosse mai stato detto. Però è stato detto. All'Expo di Milano sembrava che il "fast" e lo "slow" potessero procedere sui viali dell' esposizione, l'uno sul cardo e l'altro sul decumano, senza mai scontrarsi, come due automobilisti che si limitano a tenersi d'occhio per capire chi passerà prima dall'incrocio. Sembrava che la sfida rimanesse silente, sottintesa. Invece no. Il botto c'è stato. Il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, ha dato il primo colpo di clacson: "In tutte le città del mondo esiste Slow Food ed esiste McDonald's. E' importante capire la differenza che c'è tra il prezzo e la qualità". McDonald's non ha pensato nemmeno un attimo di tirar fuori il modulo blu della constatazione amichevole, e ha risposto: quella di Petrini è "retorica terzomondista". All'Expo, l'unica cosa che tiene vicini Petrini e McDonald's è la logistica. A dividere la 'Piazza della diversità' di Slow food dal fast food di McDonald's sono solo i bagni pubblici e i padiglioni dell'Indonesia e del Turkmenistan. Per il resto, le distanze non potrebbero essere maggiori. Lo spazio di Slow food ha una finalità esclusivamente 'educativa': c'è una cascina in stile lombardo progettata dall'architetto svizzero Jacques Herzog e diverse casette tematiche. McDonald's ha praticamente riproposto, pari pari, uno dei suoi ristoranti. "Il focus di Expo come lo vedevo io - ha accusato Petrini - doveva essere più accentrato sulla produzione agricola e sul nutrire il pianeta". Non caso, con 'Terra Madre', progetto concepito da Slow Food, a ottobre Petrini porterà a Milano migliaia di contadini da 170 Paesi. E' il suo modo per dire che con Expo "sui contenuti si poteva e si doveva fare di più". Però "c'e' ancora tempo affinché non sia un'occasione del tutto sprecata - concede - Parlare del futuro del cibo è fondamentale. Nello spazio Slow Food andiamo al cuore del problema, senza mediazioni. E lì parliamo davvero del valore del cibo e della vita dei contadini". Se Petrini non frena, McDonald's accelera. "Ci domandiamo perché chi proclama l'importanza della biodiversità non accetti poi l'idea della diversità dell'offerta e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone". Lo scontro è inevitabile e non è solo fra due filosofie. Ci sono pure ruggini di carattere estetico. "Migliaia di persone ci scelgono liberamente - dice McDonald's - magari dopo essere passate a visitare l'immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow Food. E siamo orgogliosi che per il nostro progetto Fattore Futuro, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell'Agricoltura, si siano candidati oltre cento giovani agricoltori da tutta Italia. Forse perché offriamo una reale opportunità di lavoro e non della filosofia approssimativa condita di retorica terzomondista". Insomma: "L'ideologia non sfamerà il pianeta - conclude McDonald's -. Crediamo che chi è in Expo debba accettare l'idea di non essere l'unico detentore della verità". Se fra i due mondi una convergenza c'è, non è certo quella che vorrebbe Petrini. McDonald's lo sa. E sa che è l'accusa che più lo ferisce. E allora gliela fa in chiusura: "anche Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale".
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