BOLOGNA. Valanga travolge due escursionisti, un morto e un ferito
05 Aprile 2015 - 11:01
Valanga
Una valanga ha provocato questa mattina la morte di uno sciatore toscano di 49 anni, Cesare Poletti, al Corno alle Scale, sull'Appennino bolognese, in una zona impervia a monte della Valle del Silenzio; un cinquantenne di Prato ha invece riportato traumi agli arti inferiori e una severa ipotermia ed è stato ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna, con prognosi riservata ma non è in pericolo di vita. Per qualche ora si è ipotizzato che almeno un'altra persona potesse essere rimasta coinvolta, ma le ricerche lo hanno poi escluso. Un'altra slavina ha fatto finire all'ospedale Parini di Aosta uno scialpinista straniero, sepolto da una slavina nell'alta valle di Bionaz, a quasi 3.000 metri di quota, mentre si trovava con cinque compagni di escursione. E' andata meglio a una 57enne scialpinista di Biella, travolta da una colata di neve nella Comba di Flassin, nella valle del Gran San Bernardo, a circa 2.400 metri. Soccorsa dai compagni e trasportata al pronto soccorso con l'elicottero del Soccorso Alpino valdostano, ha riportato solo una serie di contusioni. Sull'Appennino bolognese sono intervenuti i tecnici del Saer del Corno, del Cimone e della Rocca di Badolo, oltre ai carabinieri. A dare l'allarme era stato l'escursionista poi deceduto, fiorentino residente nel Pistoiese, che era riuscito a estrarre una mano dalla neve e chiamare il 118 con il cellulare. I soccorritori li hanno raggiunti solo con l'ausilio degli sci d'alpinismo muniti di pelli, perché le eliambulanze giunte da Bologna e Pavullo, causa vento, neve e nebbia, non sono riuscite ad arrivare in quota e hanno dovuto fare base a Lizzano. I due erano quasi completamente sepolti sotto un metro e mezzo di neve, ad eccezione del viso. E' stato proprio il peso della coltre ad aver provocato gravi traumi e, in un caso, la morte. Sono stati estratti e trasportati a valle con un telo termico, poi sul toboga fino al rifugio Cavone: ad attenderli c'erano le ambulanze e il personale sanitario, che li ha portati a Lizzano. Per Poletti però non c'era più nulla da fare.
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