Porta anche in Kursdistan l'inchiesta della Procura di Milano per la quale stamani è finito in carcere l'imprenditore edile Giuliano Gavinelli e che vede tra gli indagati anche l'ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio, già al centro di diversi procedimenti giudiziari. Inchiesta che a partire dal gennaio di due anni fa e fino a ieri ha visto il sequestro di beni mobili e immobili per un totale di circa 85 milioni di euro, tra cui resort e ville a cinque stelle in Lombardia, Piemonte, Valle D'Aosta, e Liguria; appartamenti a Courmayeur, ville nell'Astigiano e a San Michele di Pagana, vicino a Rapallo e un convento di suore in ristrutturazione ad Arenzano. Stamani i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, oltre a portare in cella Gavinelli, hanno notificato un provvedimento di arresti domiciliari a Massimo Colombo, 56 anni di Monza e ritenuto il factotum dell'imprenditore. Provvedimento destinato anche al commercialista Marco Pirro, il quale però, dalla scorsa settimana, si trova in Tanzania. A firmare le ordinanze di custodia cautelare è stato il gip Manuela Scudieri su richiesta dei pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Laura Pedio, titolari un'indagine in corso da due anni e nella quale gli indagati sono in tutto 28. I reati ipotizzati a vario titolo a partire dal 2011 - anche se gli accertamenti parlano di illeciti "almeno dal 2009" - vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta, alla truffa. E poi riciclaggio, frode fiscale, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture false fino alla corruzione internazionale (non è contestata nell'ordinanza) di cui rispondono De Gregorio, Gavinelli e un funzionario del governo del Kurdistan. L'ex senatore napoletano è accusato anche di millantato credito. Secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, Gavinelli, l'imprenditore originario di Legnano (Milano) e ritenuto il "dominus" e ideatore di un vero e proprio "sistema", negli scorsi anni, avrebbe raccolto da altri imprenditori e professionisti diversi milioni di euro non dichiarati al fisco (rilasciando in cambio una sorta di obbligazione 'fantasma') e depositati su conti correnti cifrati di istituti elvetici. Dopo di che, con l'aiuto dei suoi collaboratori e prestanome, avrebbe investito i capitali ritenuti illeciti in attività immobiliari in tutta Italia attraverso una serie di società 'filtro' a lui stesso riferibili: al momento, tra Italia, Svizzera e Lussemburgo, sarebbero una quindicina tra cui l'immobiliare La Grolla, La I.R. Srl già Millenium Holding Capital Spa, la società agricola San Marzano Oliveto Srl. In particolare, con l'aiuto di Colombo e di Pirro, il commercialista che forniva il supporto 'tecnico' e procurava i 'prestanome', avrebbe investito le provviste finanziarie, frutto di evasione fiscale, in società in stato prefallimentare per poi successivamente svuotarle: sarebbero stati creati dei trust liquidatori fittizi ai quali trasferire l'attivo delle aziende decotte privandole così del loro patrimonio e destinandole quindi al fallimento. Tra gli episodi contestati dai pm e dal gip c'è anche il crac della Millennium Capital Holding per il quale sono accusati anche Tullio Russo, ex amministratore unico di Area 24 una partecipata di Regione Liguria, del Comune di Imperia e di Carige, e l'ex dg della filiale di Imperia del banco di San Giorgio. Nell'indagine milanese spunta anche il nome di De Gregorio: è accusato di millantato credito per aver promesso un suo interessamento per far ottenere appalti all'imprenditore (in merito a ciò si sta indagando su un versamento di 200 mila euro) e di bancarotta (in concorso con Gavinelli, Colombo e Pirro) per aver distratto, tramite l'Associazione Italiani nel Mondo, dalla fallita Garda Resort 30 mila euro, ai quali si aggiungono altri 120 mila euro fatturati dalla stessa Associazione e versati dalla GPI Spa del gruppo Gavinelli, anch'essa fallita. Infine, nelle pieghe delle indagine, da una serie di intercettazioni, è venuta a galla una vicenda per cui nei confronti di De Gregorio, Gavinelli e di un funzionario governativo del Kurdistan è stato ipotizzata la corruzione internazionale: si tratta di un affare immobiliare a Ebril non andato però a buon fine per via dell'avanzata delle milizie dell'Isis. Il sospetto è sul versamento di mazzette al funzionario del Governo curdo per costruire un grande albergo con annesso un Casinò. Vicenda, questa, per la quale al momento non sono state trovate tracce di soldi, anche se, da quanto si è saputo, Procura e Gdf hanno in mano una serie di elementi.
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