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FIRENZE. Tangenti: nuovi arresti, in manette due imprenditori

FIRENZE. Tangenti: nuovi arresti, in manette due imprenditori

Arrestato

Erano il trait d'union fra i corruttori e i corrotti, e per svolgere come si deve il loro compito avevano preparato "una provvista di denaro contante, ovvero non tracciabile". L'inchiesta fiorentina sui grandi appalti ha compiuto un altro passo. Sono finiti ai domiciliari Salvatore Adorisio e Angelantonio Pica, dirigenti della Green Field. Secondo gli inquirenti, la società affidava consulenze all'ex capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza, in cambio delle direzioni dei lavori negli appalti assegnate a Stefano Perotti. Questa seconda ondata di arresti è scattata dopo il ritrovamento della "provvista di denaro", durante le perquisizioni fatte il 16 marzo, quando sono finiti in carcere Incalza e Perotti. Quel giorno, nella sede della Green Field, nascoste dietro alcuni libri, i carabinieri del ros hanno trovato due buste con circa 20 mila euro. Secondo i pm Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini, quei soldi servivano per "versamenti illeciti" e facevano parte di una somma più alta, circa 50 mila euro, finita nelle tasche di Incalza e del suo collaboratore, Sandro Pacella, ai domiciliari dal 16 marzo. Gli arresti di oggi sottolineano l'importanza della Green Field, ritenuta dagli inquirenti lo "snodo fondamentale della vicenda". La società e quelle legate all'Spm riferibile a Perotti "sono servite e servono per pagare la politica - scrivono i pm - o per favorire persone indicate da Perotti". Un esempio: i 700 mila euro che gli ha versato la Green Field, scrive il gip Angelo Pezzuti, "hanno costituito per Ercole Incalza la principale fonte di reddito dal 1999 al 2012": in quell'arco di anni, il top manager delle Infrastrutture "ha guadagnato più dalla Green Field che dallo stesso ministero". Sempre dalla Green Field, dal 2001 al 2008, Pacella "ha percepito la somma complessiva di 450.147 euro". Ma non si tratta solo di soldi. Secondo gli investigatori la corruzione era un 'sistema': corruttori e corrotti si scambiavano favori a ripetizione in un continuo dare/avere che prescindeva dalle mezzette. Il gip ne ricorda alcuni fra quelli fatti da Perotti a Pacella: un viaggio a Barcellona per tutta la famiglia, un cellulare alla figlia, una volo aereo per l'Argentina al figlio. Quello emerso nell'indagine, commentano i pm, è "un contesto criminale che si sta manifestando radicato e immune da penetrazioni". La Green Field faceva quindi da cuscinetto fra chi voleva favori da Incalza e chi voleva ricompensarlo. Nell'ordinanza, per esempio, il gip ricostruisce l' "intreccio di rapporti" fra Incalza, Perotti, Pacella, la Green Field e la Ferrovie sud est (che gestisce le ferrovie in Puglia), controllata al 100% dal ministero per le Infrastrutture e guidata da un Ad, Luigi Fiorillo, che ha rapporti personali con Incalza e Pacella. In pratica: dal 2006 al 2011 la società Ferrovie sud est ha versato alla Green Field oltre 2 milioni di euro. A sua volta, annota il gip, "buona parte delle uscite della società Green Field sono state dirette" a Incalza e Pacella. E il cerchio è chiuso.
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