Cerca

ROMA. Scambio di favori con la Lega, il Csm trasferisce Robledo. Va a Torino

ROMA. Scambio di favori con la Lega, il Csm trasferisce Robledo. Va a Torino

alfredo robledo

Deve lasciare subito Milano e le sue funzioni di pubblico ministero, Alfredo Robledo, il magistrato protagonista dello scontro con il procuratore Edmondo Bruti Liberati, che ora dovrà cominciare una nuova vita professionale, nel ruolo di giudice al tribunale di Torino. E' la severa decisione presa dalla Sezione disciplinare del Csm, che di fatto elimina alla radice l'aspro conflitto alla procura di Milano, ma per ragioni del tutto estranee alle vicende che ne sono al centro. L'ordinanza del "tribunale delle toghe" che impone a Robledo di fare le valige e che scuote il palazzo di giustizia di Milano (è "un giorno nero per l'ufficio", commentano in tanti) è legata all'azione disciplinare che gli ha promosso il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, per i suoi rapporti con l'avvocato della Lega Nord Domenico Aiello; e soprattutto alla richiesta contestuale del Pg - accolta in toto dalla Sezione disciplinare - di trasferire in via cautelare, e dunque con un provvedimento d'urgenza, il magistrato, prima che il processo disciplinare accerti se effettivamente ha commesso gli illeciti di cui viene accusato. I giudici di Palazzo dei marescialli hanno ritenuto, a questo primo esame, fondate le prospettazioni dell'accusa e che cioè Robledo abbia passato all'avvocato della Lega Nord, Domenico Aiello, informazioni su atti coperti dal segreto relativi all'inchiesta su rimborsi indebiti percepiti da consiglieri regionali della Lombardia che coinvolgeva rappresentanti di quel partito e che era condotta dallo stesso magistrato. Il tutto, nell'ambito di uno "scambio di favori", visto che il procuratore aggiunto avrebbe ottenuto a sua volta dal legale                 copia degli atti che l'allora eurodeputato Gabriele Albertini, denunciato per calunnia dallo stesso magistrato milanese, aveva presentato al Parlamento europeo per ottenere l'immunità. E' "provato un rapporto di contiguità tra il dott. Robledo e l'avvocato Aiello", "improntato allo scambio di favori"; cosi' come è "inequivoca" la "propalazione" da parte di Robledo al legale della Lega Nord "di atti coperti dal segreto", si legge infatti nell'ordinanza del Csm (relatore Luca Palamara, presidente Antonio Leone). E "l'assoluta opacità del rapporto emerge in tutta la sua gravità"; perché la "disponibilità" del pm a dare informazioni all' avvocato era anche legata "all'interesse personale del magistrato ad acquisire tramite l'avvocato Aiello, del quale gli erano noti rapporti con esponenti politici aventi propri rappresentanti in sede europea", copia degli atti che Albertini aveva presentato al Parlamento europeo per ottenere l'immunità, "al fine di osteggiarne l'accoglimento". E' "la lettura congiunta e unitaria" delle telefonate tra Aiello e i vertici della Lega e dello scambio di sms tra l'avvocato e Robledo a permettere di "concludere che le notizie che l'Aiello porta all'esterno sono il frutto delle confidenze da lui ricevute da parte dell'incolpato", cioè del pm milanese. Come quelle chiamate che il 18 dicembre 2012 l'avvocato fa ai leader del partito (tra gli altri Roberto Maroni e Matteo Salvini), informandoli non solo che "altri sette o otto dei nostri" sarebbero stati indagati, ma che l'inchiesta si sarebbe estesa a esponenti del Pd, dell'Italia dei valori e dei pensionati e spiegando che le notizie venivano "da persona che ha un rapporto con me stretto e di fiducia". Anticipazioni che - osserva il Csm - "solo una persona in grado di conoscere tutti i segreti dell' indagine, come appunto il dott. Robledo, era in grado di potergli fornire" e che trovarono "puntuale conferma alla data del 29 gennaio, quando le agenzie di stampa daranno effettivamente conto dell'esatta estensione delle indagini". A portare a Robledo come fonte di Aiello è l'sms che proprio il 29 Aiello manda al pm, definendolo "uomo di parola, poi grande magistrato"; e la risposta del magistrato "caro avvocato, promissio boni viri est obligatio". E un'"ulteriore conferma", secondo il Csm, viene dal fatto che "dopo nemmeno 48 ore" da quando le notizie sull'indagine erano diventate pubbliche Robledo chiese ad Aiello di passare dal suo ufficio. E che dopo quell'incontro cominciò "un frenetico scambio di telefonate tra Aiello e i vertici della Lega: come quella in cui l'avvocato dopo aver detto a Maroni che Albertini aveva chiesto l'immunità sottolinea la necessità di entrare in possesso di questa richiesta perchè "serve come piacere alla persona che ti ho nominato ieri sera". Chiamate a cui seguirono una telefonata in cui Aiello riferi' a Robledo l'esito dei suoi contatti, oltre all'invio per e-mail dei documenti ricevuti dall'europarlamentare Speroni. Lo scambio di favori per Palazzo dei marescialli è provato anche da un'altra telefonata, in cui l'avvocato sollecitava iniziative a carico dell'ex legale della Lega Matteo Brigandi', sostenendo che questi si era impadronito di 387mila euro: in questa occasione Robeldo avrebbe manifestato "un'inconsueta disponibilità", assicurando che avrebbe valutato la posizione che gli era stata indicata. Nell'insieme, secondo il Csm, il comportamento di Robledo è stato "gravemente scorretto" perche' riconducibile alla logica del do ut des" e ha reso "incompatibile" la sua permanenza a Milano e nelle sue funzioni di pm. Nessun commento dal diretto interessato, che a chi gli sta vicino, cosi' come al suo difensore, Antonio Patrono, esprime tutta la sua delusione: "sono rimaste inascoltate le ragioni della difesa che ha smontato, con documenti e intercettazioni la tesi dell'accusa". Più che probabile il ricorso alle Sezioni Unite civili della Cassazione.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori