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CATANZARO. 'Ndrangheta: maxioperazione, pm, "avvicinato giudice Cassazione"

CATANZARO. 'Ndrangheta: maxioperazione, pm, "avvicinato giudice Cassazione"
La cosca di Cutro capeggiata da Nicolino Grande Aracri sarebbe riuscita, grazie all'avvocato del foro di Roma Benedetto Giovanni Stranieri - sottoposto a fermo per concorso esterno in associazione mafiosa - ad avvicinare un giudice di Cassazione e a fare annullare con rinvio una sentenza di condanna a carico del genero del boss. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, aggiungendo che il magistrato non è stato identificato e che non ci sono prove certe sul suo effettivo intervento sulla Corte. "A partire dal mese di gennaio 2013 - è scritto nel provvedimento di fermo eseguito dai carabinieri dei Comandi provinciali di Crotone e Catanzaro nei confronti di 37 persone tra le quali l'avv. Stranieri - l'interesse di Grande Aracri si sposta verso il 'ricorso in Cassazione' contro la condanna che ha riguardato il genero Abramo Giovanni" per l'omicidio del boss Antonio Dragone, compiuto il 10 maggio del 2004 a Cutro. "Effettivamente - prosegue il provvedimento - il 6 marzo 2013 la Suprema Corte aveva annullato la sentenza impugnata per nuovo esame ad altra Sezione della Corte di Assise di Appello di Catanzaro e il 15 marzo 2013 Abramo Giovanni era stato scarcerato". "Non ci sono elementi - ha detto Lombardo - per dire se l'intervento effettivamente c'è stato, ma i diretti interessati, intercettati, affermano di sì e chiedono il pagamento di una somma di denaro per il servigio reso". Tra gli indagati nell'inchiesta Aemilia della Dda di Bologna c'è anche Domenico Mesiano, già autista del Questore di Reggio Emilia. Mesiano risponde di associazione mafiosa e minacce. E' lui che avrebbe fatto pressioni sulla giornalista Sabrina Pignedoli, della redazione reggiana del Resto del Carlino, per non pubblicare notizie sulla famiglia di Antonio Muto, il cui nome emerge nell'inchiesta. Oltre a Mesiano ci sono altri rappresentanti delle forze dell'ordine che sono indagati nell' inchiesta Aemilia della Dda di Bologna. Si tratta di Antonio Cianflone e Francesco Matacera, ex ispettori della polizia in forza alla Squadra mobile di Catanzaro, Domenico Salpietro, ex carabiniere a Reggio Emilia, Maurizio Cavedo, ex sovrintendente della Polstrada a Cremona, Alessandro Lupezza, ex carabiniere a Reggio Emilia e Mario Cannizzo, ex carabiniere. 
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