MILANO. Fonsai: oltre 900 azionisti parti civili contro Ligresti
13 Gennaio 2015 - 12:36
Salvatore Ligresti
Oltre 900 piccoli azionisti di Fonsai sono stati ammessi come parti civili dal Tribunale di Milano nel processo in cui l'ex patron del gruppo Salvatore Ligresti e l'ex presidente dell'Isvap, ora Ivass, Giancarlo Giannini, sono accusati di corruzione, e il secondo anche di calunnia, in un filone del procedimento sulla gestione della 'galassia' societaria dell'ingegnere di Paternò. I giudici della quarta sezione penale, presieduta da Oscar Magi, hanno ammesso come parti civili anche l'ex ad di Fonsai, Fausto Marchionni, persona offesa del reato di calunnia contestato a Giannini, e l'Ivass, il nuovo organo di vigilanza sulle assicurazioni che ha preso il posto dell'Isvap e che si è costituito per chiedere i danni all'ex presidente. Secondo le indagini del pm Luigi Orsi, Giannini per ottenere la nomina del vertice dell'Antitrust, una volta scaduto il mandato all'Isvap - il suo nome fu caldeggiato dal costruttore siciliano anche presso l'ex premier Silvio Berlusconi - dal 2002 all'agosto 2010, avrebbe omesso qualsiasi controllo "nei confronti della società vigilata", cioè Fonsai. Tutte le parti civili ammesse oggi dai giudici, compresi i 905 azionisti, rappresentati dall'avvocato Fabio Belloni, non erano stati fatte 'entrare' nel procedimento dal gup in sede di udienza preliminare. Il Tribunale, invece, ha spiegato nella sua ordinanza che l'Ivass è legittimata perché il reato di corruzione è un reato contro la pubblica amministrazione e nel processo si potrà verificare se l'ente abbia subito un "danno". Sempre secondo i giudici, poi, Marchionni, anche se imputato a Torino per altri fatti relativi alla gestione Fonsai, risulta "persona offesa del reato di calunnia". Gli azionisti, infine, sono soggetti "potenzialmente danneggiati" dal reato di corruzione contestato a Giannini e Ligresti. Il pm, invece, aveva chiesto di escludere l'Ivass e gli azionisti, anche se questi ultimi, ha spiegato, sono "molto sfortunati", anche perché con i procedimenti sparsi tra Milano e Torino "devono fare l'abbonamento ai treni" per far valere le loro ragioni.
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