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MILANO. Fonsai: oltre 900 azionisti parti civili contro Ligresti

MILANO. Fonsai: oltre 900 azionisti parti civili contro Ligresti

Salvatore Ligresti

Oltre 900 piccoli azionisti di Fonsai sono stati ammessi come parti civili dal Tribunale di Milano nel processo in cui l'ex patron del gruppo Salvatore Ligresti e l'ex presidente dell'Isvap, ora Ivass, Giancarlo Giannini, sono accusati di corruzione, e il secondo anche di calunnia, in un filone del procedimento sulla gestione della 'galassia' societaria dell'ingegnere di Paternò.
I giudici della quarta sezione penale, presieduta da Oscar Magi, hanno ammesso come parti civili anche l'ex ad di Fonsai, Fausto Marchionni, persona offesa del reato di calunnia contestato a Giannini, e l'Ivass, il nuovo organo di vigilanza sulle assicurazioni che ha preso il posto dell'Isvap e che si è costituito per chiedere i danni all'ex presidente. Secondo le indagini del pm Luigi Orsi, Giannini per ottenere la nomina del vertice dell'Antitrust, una volta scaduto il mandato all'Isvap - il suo nome fu caldeggiato dal costruttore siciliano anche presso l'ex premier Silvio Berlusconi - dal 2002 all'agosto 2010, avrebbe omesso qualsiasi controllo "nei confronti della società vigilata", cioè Fonsai.
Tutte le parti civili ammesse oggi dai giudici, compresi i 905 azionisti, rappresentati dall'avvocato Fabio Belloni, non erano stati fatte 'entrare' nel procedimento dal gup in sede di udienza preliminare. Il Tribunale, invece, ha spiegato nella sua ordinanza che l'Ivass è legittimata perché il reato di corruzione è un reato contro la pubblica amministrazione e nel processo si potrà verificare se l'ente abbia subito un "danno".
Sempre secondo i giudici, poi, Marchionni, anche se imputato a Torino per altri fatti relativi alla gestione Fonsai, risulta "persona offesa del reato di calunnia". Gli azionisti, infine, sono soggetti "potenzialmente danneggiati" dal reato di corruzione contestato a Giannini e Ligresti. Il pm, invece, aveva chiesto di escludere l'Ivass e gli azionisti, anche se questi ultimi, ha spiegato, sono "molto sfortunati", anche perché con i procedimenti sparsi tra Milano e Torino "devono fare l'abbonamento ai treni" per far valere le loro ragioni.
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