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22 Maggio 2025 - 18:31
La Vuelta
Per la prima volta in assoluto, la Vuelta a España – una delle tre grandi corse a tappe del ciclismo mondiale – prende il via dall’Italia. Non una passerella simbolica, ma una vera e propria partenza ufficiale con tre tappe completamente piemontesi. Un evento storico che dal 23 al 26 agosto 2025 trasformerà il Piemonte nel cuore del ciclismo mondiale, regalando agli appassionati italiani uno spettacolo senza precedenti e offrendo al territorio una vetrina internazionale unica.
Quella del 2025 non sarà una semplice edizione della corsa spagnola: sarà la prima Vuelta della storia a partire fuori dai confini della Spagna, e l’Italia ha avuto l’onore di accogliere il Grand Départ. La scelta è ricaduta sul Piemonte, terra di ciclismo, di salite leggendarie, ma anche di pianure e colline che hanno forgiato generazioni di campioni. Una regione che ha già ospitato partenze del Giro e del Tour, e che adesso completa la trilogia, diventando l’unica al mondo ad aver dato il via a tutte e tre le grandi corse a tappe.
La corsa parte nel segno della bellezza e della storia, dalla magnifica Reggia di Venaria Reale, uno dei gioielli barocchi del patrimonio UNESCO. I primi chilometri sono una sfilata tra arte e architettura, ma poi il gruppo prende velocità e si dirige verso la pianura novarese. Una sola asperità di terza categoria, il Puerto Bienca-Tomalino nei pressi di Ivrea, movimenta un tracciato pensato per i velocisti.
La corsa attraversa Torino, Chivasso, Caluso, poi tocca Ivrea, città legata a doppio filo alla storia Olivetti e alle battaglie culturali, prima di virare a nord verso Biella. Da qui si entra nel territorio delle risaie e delle acque: Gattinara, Borgomanero, Arona affacciata sul Lago Maggiore, e infine Oleggio. Il traguardo è fissato nel centro di Novara, dove ci si attende una volata a ranghi compatti. Una tappa che non segnerà distacchi in classifica, ma che sarà fondamentale per assegnare la prima maglia roja e dare spettacolo tra ali di pubblico.
Il giorno dopo, cambiano completamente le carte in tavola. La seconda tappa è un omaggio alla fatica e alla montagna, con un arrivo in salita tra i più affascinanti dell’intera corsa.
Si parte da Alba, capitale delle Langhe e dei tartufi, tra colline dolci e vigneti da cartolina, per poi attraversare Savigliano, Saluzzo, Busca e Villanova Mondovì. Ma è nella seconda parte che il percorso cambia tono: si entra nelle Alpi Marittime, le pendenze si impennano e i corridori dovranno affrontare la lunga salita verso Limone Piemonte, a quota 1.381 metri.
L’ultima salita, classificata come GPM di seconda categoria, è lunga e regolare, ma con tratti impegnativi che faranno selezione. Non è un arrivo per scalatori puri, ma chi vuole puntare alla classifica generale non potrà nascondersi. Si passerà anche da Borgo San Dalmazzo, centro importante della Valle Stura, prima dell’ultima ascesa. Sarà la giornata delle prime crepe tra i big, ma anche una vetrina spettacolare per una delle località montane più note del Cuneese.
La terza tappa è un tributo al Canavese, cuore verde del Piemonte. Un tracciato nervoso, ideale per attaccanti e colpi di mano. La partenza è da San Maurizio Canavese, a due passi dall’aeroporto di Caselle, e si procede subito verso le colline moreniche. Il gruppo transiterà per Vauda Canavese, Rivarolo, San Giorgio, e poi verso la prima vera salita di giornata: il Puerto d’Issiglio, 849 metri, seconda categoria.
Qui il gruppo potrebbe frantumarsi e aprire scenari da classica di primavera. Dopo la discesa si attraversa Cuorgnè, poi si risale verso Corio e Lanzo Torinese, prima dell’arrivo a Ceres, nel cuore della Val d’Ala, a 705 metri di quota. Un finale in leggera ascesa, ideale per un colpo da finisseur. Sarà una tappa meno mediatica, forse, ma tecnicamente interessantissima.
Il giorno dopo, l’ultima partenza italiana. Susa, città storica incastonata ai piedi delle Alpi, saluterà la Vuelta che, lasciata l’Italia, entrerà in Francia per dirigersi verso Voiron, in Isère. I dettagli del tracciato non sono ancora ufficiali, ma è probabile che si transiti per il Colle del Moncenisio o altri valichi alpini. Sarà una giornata di montagna vera, in cui la corsa inizierà a prendere forma.
Numeri da record per questa “Vuelta italiana”: 137 comuni attraversati in Piemonte, oltre 650 chilometri di strade, migliaia di spettatori attesi lungo il percorso, decine di dirette televisive in tutto il mondo.
Mai una corsa spagnola aveva osato tanto. Mai il Piemonte si era visto così al centro della scena. Per quattro giorni, le Langhe, il Canavese, le Alpi del Cuneese e la pianura novarese saranno sotto i riflettori di milioni di appassionati.
Non solo ciclismo, ma promozione turistica, culturale e gastronomica. Non a caso, nei giorni della corsa, le città sede di tappa stanno già preparando eventi, mostre, mercatini e rassegne. La Vuelta sarà una festa itinerante. Una vetrina unica.
Il Piemonte risponde con entusiasmo, con infrastrutture pronte, una rete di volontari già mobilitata e un’accoglienza che si preannuncia calorosa. Dal bar all’incrocio al ristorante stellato, tutti si stanno preparando per accogliere il rosso acceso della corsa spagnola.
C’è anche un valore simbolico fortissimo: la Vuelta che parte dall’Italia è il segno di un’Europa unita anche nello sport, capace di collaborare, di integrarsi, di costruire eventi che superano le frontiere. È una sfida logistica, certo, ma anche un segnale di apertura. La Vuelta che parte da Torino, attraversa Alba e arriva a Ceres è un abbraccio che unisce popoli e passioni.
Il 23 agosto 2025 si scriverà una nuova pagina nella storia del ciclismo. E sarà tutta italiana. Anzi, piemontese.
La prima edizione della Vuelta si tenne nel 1935, con 50 partecipanti che affrontarono 14 tappe per un totale di 3.425 km.Il belga Gustaaf Deloor fu il primo vincitore, precedendo lo spagnolo Mariano Cañardo. Dopo alcune interruzioni dovute alla Guerra Civile Spagnola e alla Seconda Guerra Mondiale, la corsa riprese stabilmente nel 1955. Nel corso degli anni, la Vuelta ha visto trionfare grandi nomi del ciclismo, tra cui Roberto Heras, che detiene il record di vittorie con quattro successi, e Primož Roglič, che nel 2024 ha eguagliato questo primato.
Nel 2024, la Vuelta ha visto il trionfo dello sloveno Primož Roglič, che ha conquistato la sua quarta vittoria nella corsa spagnola, eguagliando il record di Roberto Heras. Roglič ha ripreso la maglia rossa nella 19ª tappa con un attacco solitario sull'Alto de Moncalvillo e ha mantenuto il vantaggio fino alla fine, concludendo la corsa con 2 minuti e 36 secondi di vantaggio sull'australiano Ben O'Connor
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