Cerca

SPORT BOXE

Successi per i giovani pugili dei maestri Faiella, Guernieri e Serritella

Gli atleti brillano nella riunione organizzata dalla Manno Boxing a Torino

Successi per i giovani pugili dei maestri Faiella, Guernieri e Serritella

Da sinistra, Giuliano Guernieri, Andrea Lombardo e Marcello Faiella

Un week-end positivo per il team GST Boxe durante la riunione organizzata nella palestra Manno Boxing di Torino.

Giulia Aghem vince un match combattuto nei 60 kg, allenata dal tecnico Vito Serritella.

Simone Casetta, guidato da di Giuliano Guernieri, trionfa in un incontro tirato nei 60kg rappresentando la palestra Gymtonyc dove si allenano anche altri pugili agonistici sotto la guida di Vito Serritella e dello stesso Guernieri. La GST Boxe, società fondata da Guernieri, include anche l’istruttore Marcello Faiella e Serritella per far competere i ragazzi nella Federazione Pugilistica Italiana (FPI).
Quattro atleti del corso Fight Club, diretto da Faiella presso la palestra Il Dojo, hanno disputato i loro match: Mattia Nurisso (75 kg) pareggia il suo terzo incontro, mantenendo un record positivo; Davacaj Gren (71 kg), di origini albanesi, vince il suo debutto nonostante la pressione; Stefano Rubato (75 kg) perde dopo una buona prima ripresa, fermato dal tecnico per precauzione; Andrea Lombardo (72 kg) esegue un match perfetto, applicando quanto appreso in allenamento.

“Sono cresciuto con i maestri Pino Mercuri e Walter Guernieri - sottolinea Marcello Faiella, istruttore - e mi hanno insegnato che il pugilato non è solo sport, ma è uno strumento di crescita personale e collettiva, che aiuta i giovani, anche quelli con difficoltà emotive, a trovare fiducia in se stessi e a vivere in un ambiente sano, lontano da distrazioni negative. Non è violenza come credono in tanti, ma è uno strumento educativo efficace, che aiuta a credere in se stessi e rafforza la propria autostima”.

La boxe come strumento educativo per i ragazzi può essere una risorsa sorprendente e potente, se affrontata con il giusto approccio. Non si tratta solo di tirare pugni o allenarsi fisicamente, ma di un’attività che insegna disciplina, rispetto, autocontrollo e resilienza, qualità fondamentali per la crescita personale.
Gli allenamenti richiedono costanza e impegno, aiutando a sviluppare una routine positiva. Si impara a gestire le emozioni, come la rabbia o la frustrazione, canalizzandole in modo costruttivo sul ring invece di lasciarle esplodere altrove. Il confronto con un avversario, anche solo in sparring, insegna il rispetto per l’altro e per le regole, un aspetto che si riflette nella vita quotidiana.
Inoltre, la boxe rafforza la fiducia in sé stessi. Per un ragazzo che magari si sente insicuro o fuori posto, riuscire a padroneggiare una tecnica o superare la paura di prendere un colpo può essere un’enorme vittoria personale. Non è un caso che molti programmi educativi e sociali, soprattutto in contesti difficili, usino la boxe per tenere i giovani lontani dai guai, dando loro un senso di appartenenza e uno sfogo sano.
Certo, serve una guida attenta: allenatori che non siano solo tecnici, ma anche educatori, capaci di trasmettere valori. Se gestita bene, la boxe diventa una scuola di vita, dove i ragazzi imparano che il vero combattimento non è contro l’avversario, ma contro i propri limiti.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori