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Giro: Yates non si sente sconfitto, ancora guido io

Giro: Yates non si sente sconfitto, ancora guido io

il giro d’italia

PRATONEVOSO (CUNEO), 24 MAG - Metà distacco è andato. Da 56" a 28" in un chilometro e mezzo: per Simon Yates è stato come perdere mezzo Giro d'Italia. Lo ha capito quando sul traguardo si è reso conto di non avere contezza del ritardo dagli attaccanti Tom Dumoulin, Chris Froome e il freschissimo Domenico Pozzovivo. Il britannico, al 13/o giorno in rosa, non appare provato e dice di non essere nemmeno preoccupato, perché "è sempre meglio essere davanti". "Nel finale - racconta la maglia rosa - ho pagato la stanchezza, niente di più. Ci aspettano altri sforzi importanti, ma non sono preoccupato. Sono ancora in testa e domani me la giocherò, come ho fatto dal primo giorno al Giro e farò fino a Roma. Domani mi aspetta una tappa meno dura rispetto a quella odierna, nella quale ho pagato una salita secca. Domani ci aspettano salite più lunghe e io su quel terreno vado meglio". Una mezza verità o una mezza bugia, perché Yates a Osimo vinse su un muro secco, non su una salita lunga. "Oggi è stato molto diverso dai giorni scorsi e da quelli che verranno, perché c'era solo un'asperità - insiste -. Io mi sento più sicuro quando affronto le frazioni con salite più lunghe. Se penso alle prossime tappe, mi sento più sicuro. Ancora sto bene". "Io conoscevo la strada, sapevo che c'era quella curva e non ho seguito Poels, che ha sbagliato, uscendo dal tracciato. Ero concentrato sulla strada, seguivo Dumoulin e Froome. Ne avevo ancora e alla fine ho preso in mano la situazione. E' un bel terzo posto da difendere e posso andare a cercare anche qualcos'altro - aggiunge Pozzovivo -. Il podio è più importante, ma sento di poter cercare anche una vittoria di tappa. Per Yates cedere oggi qualche secondo non è un bel segnale, ma può anche non voler dire niente". Per Froome "è stato un giorno positivo". "Questa - ammette - è la prima di tre tappe consecutive molto dure, ma per la prima volta abbiamo visto che Yates non era al 100 per cento. Per me è stata una sorpresa, perché finora è stato fortissimo. Adesso tutti pensano ad attaccarlo e da domani si comincia. Io sto bene, mentre dopo la caduta a Gerusalemme non ero al 100 per cento". Gli occhi di Dumoulin erano spenti dopo la crono, si sono riaccesi oggi, perché Yates dista solo 28". "Per la prima volta in questo Giro finalmente sono stato più forte e veloce di Yates, questa per me è una buona notizia", le parole dell'olandese.  

Froome, Dumoulin e Pozzovivo attaccano,ma l'inglese conserva 28"

Il trittico alpino si apre con due notizie per Simon Yates, da 13 giorni maglia rosa del 101/o Giro d'Italia di ciclismo: una buona e un'altra cattiva. La prima riguarda la sua leadership, che resiste nel giorno della prima, vera crisi del britannico. La seconda è che, in un chilometro e mezzo, l'ultimo della tappa partita da Abbiategrasso (Milano) e conclusa agli oltre 1.600 metri di Pratonevoso (Cuneo), l'inglesino volante ha visto dimezzare il proprio vantaggio su Tom Dumoulin: da 56" a 28". Come nemmeno nella cronometro, terreno ideale per l'olandese, vero e proprio missile che viaggia a velocità supersonicad dalla partenza all'arrivo. Ma la novità del giorno - più lieta per i colori italiani - è rappresentata dallo stato di forma di Domenico Pozzovivo, saldamente sul terzo gradio del podio, a 2'43" dal primato. Il 'Ragazzo di Lucania' si è presentato sul traguardo, guidando il trio completato da Dumoulin e Froome, che si era formato dopo l'attacco del quattro volte vincitore del Tour: lo 'skyman' aveva allungato nella fase cruciale della salita, forse senza nemmeno sperare in una débacle della maglia rosa. Yates, invece, nel giro di poche decine di metri, si è staccato come mai prima di oggi. Dopo 17 tappe a tutta, nella 18/a frazione ha sentito le gambe venir meno e ha visto allontanarsi pericolosamente i principali inseguitori: in quel gruppetto che lo ha stretto in una morsa micidiale c'erano, infatti, dal secondo al quarto rivale della generale. Un incubo che è svanito solo alla vista del traguardo. Pozzovivo, però, fra gli attaccanti, è apparso quello con la pedalata più agile, il volto teso non per la fatica, la paura o la rassegnazione, ma per via della concentrazione. Il 'Pozzo' era talmente in corsa che, non appena Poels, gregario di Froome, ha sbagliato una curva, andandosi a infilare in un vicolo senza uscita, ha proseguito per la propria strada senza cadere nel tranello generato dalla scia. Un contrattempo che gli avrebbe fatto perdere dei secondi, costringengolo a inseguire Dumoulin e Froome. Segnali rassicuranti dal capitano della Bahrain-Merida che, fra domani e dopodomani, andrà a caccia di gloria, in altre parole di una vittoria di tappa o addirittura puntando a qualcosa di più clamoroso di un posto sul podio di Roma. Con un Pozzovivo così, fra Bardonecchia e Cervinia, sul Colle delle Finestre come sul Saint-Pantaléon, può accadere di tutto. Anzi, di più. Basterebbe una mini-crisi di chi gli sta davanti... Il Giro d'Italia resta sospeso sul filo del rasoio, come lo sono stati gli ultimi, in particolare quello dell'anno scorso e del 2016, quando Vincenzo Nibali ribaltò la situazione in un paio di tappe, spodestando dal trono il colombiano Esteban Chaves. Adesso toccherà a Dumoulin, Froome e soprattutto Pozzovivo alimentare le proprie ambizioni di primato, costringendo Yates a una difesa a oltranza, con ogni mezzo, cercando magari di spianare la Cima Coppi. Il resto lo scopriremo solo pedalando. La tappa di oggi, lotta per la rosa a parte, ha premiato la fuga di Ballerini e Cattaneo (Androni Sidermec), Pfingsten (Bora Hansgrohe), Plaza (Israel), Kuznetsov (Katusha Alpecin), Van Emden (Lotto Nl-Jumbo), Van Poppel (Trek Segafredo), Marcato (Uae Emirates), Fonzi e Turrin (Wilier selle Italia), Morkov e Schachmann (Quick-step Floors). Alla fine sono rimasti in tre, sulla salita decisiva di Pratonevoso: Cattaneo, Plaza e Schachmann, che si sono a lungo dati battaglia a vicenda e c'è voluto un allungo da pistard del tedesco per dirimere la questione e conquistare un successo meritato quanto atteso.
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