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ALESSANDRIA. Pernigotti: fiducia sindacati, c'è l'interesse della Sperlari

ALESSANDRIA. Pernigotti: fiducia sindacati, c'è l'interesse della Sperlari
La Sperlari ha confermato oggi ai sindacati, in un incontro a Milano, l'interesse per la Pernigotti, che due mesi fa ha annunciato la chiusura della produzione nello storico stabilimento di Novi Ligure (Alessandria). Un piccolo segnale di ottimismo alla vigilia della visita del vicepremier Luigi Di Maio, ministro del Lavoro, che domani incontrerà i dipendenti della Pernigotti, in assemblea permanente dal 6 novembre scorso, nella fabbrica in viale Rimembranza. La proprietà, il gruppo turco Toksoz, ha chiesto la cassa integrazione per parziale cessazione dell'attività. "I vertici nazionali del sindacato mi hanno confermato l'interessamento della Sperlari. - rivela Tiziano Crocco (Uila Uil) - Non sappiamo se voglia acquistare oppure abbia altri progetti. L'importante è che, dopo il fondo indiano, anche l'azienda cremonese formalizzino le proposte all'advisor. Ci auguriamo che l'interesse che si sta sviluppando intorno a stabilimento e marchio novesi possa convincere la proprietà turca a vendere". La Pernigotti non ha partecipato all'incontro di oggi a Milano. "La strategia scelta dall'azienda - spiega un portavoce - continua ad essere quella di terziarizzare in Italia la produzione, preferibilmente individuando partner industriali interessati all'acquisizione o alla gestione degli asset produttivi a Novi Ligure, nel tentativo di ricollocare il maggior numero possibile di lavoratori. Al momento con Sperlari non c'è contatto per trattativa su qualsivoglia operazione. Per noi - spiega la Pernigotti - l'incontro importante resta quello dell'8 gennaio al ministero del Lavoro, quando saremo al tavolo per decidere sulla cassa integrazione. Una riunione importante, successiva a quella del 26 novembre con il premier Giuseppe Conte durante la quale si era deciso il congelamento della procedura". Di Maio è atteso domani mattina a Novi. "Dal ministro ci aspettiamo un miracolo, l'annuncio della vendita, possibilmente a un'azienda italiana per evitare che un simbolo nazionale possa finire all'estero - spiegano Lidia Moro e Marco Pizzo, marito e moglie, rispettivamente 28 anni da stagionale e 30 da dipendente fisso in azienda, che saranno presenti all'incontro in stabilimento con il vicepremier - Così come è successo per la Melegatti che, restando veneta, ha saputo riconquistare il cuore di tanti consumatori. Ma siamo realisti: l'obiettivo resta quello di ottenere la cassa integrazione per riorganizzazione aziendale e non per parziale cessazione dell'attività, che consentirebbe maggiori ammortizzatori sociali".
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