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CHIVASSO. Siccità, l'allarme dei coltivatori: “Resistiamo solo più 15 giorni”

CHIVASSO. “La vede? Questa che ho in mano è una foglia di mais morta...”. Mario Cambursano, presidente del Consorzio Irriguo di Chivasso che si alimenta dalla Dora Baltea, parla mentre ha appena terminato un sopralluogo nei campi coltivati a mais e soia tra Castelrosso e Betlemme.  La siccità si fa sentire anche qui, nelle campagne di Chivasso.  E fa riflettere un dato: in una situazione di normalità le coltivazioni si bagnavano ogni sette giorni. Per ogni ettaro servivano fino a 150 litri d’acqua al secondo per un’ora e mezza. Ora al quarto giorno bisogna bagnare di nuovo perché il terreno, arido, assorbe poco. Non piove da quattro mesi e i livelli di torrenti e fiumi da cui si alimentano i canali irrigui e le rogge, sono ai minimi storici. Gli agricoltori del chivassese sono molto preoccupati. Tra loro Piero Galletto che ha un terreno di mais in frazione Castelrosso.  E’ così anche per Massimo Santa e Mauro Albertone, che osservano preoccupati i loro terreni tra Castelrosso e Betlemme. “Riusciremo a sopperire alla siccità per 15 o 20 giorni. Poi chi lo sa” ripetono. Qui i campi vengono “dissetati” oltre che dal Consorzio Irriguo di Chivasso anche dalla roggia Campagna che nasce a San Benigno dal torrente Orco e dal Canale di Caluso che parte da Spineto. La soluzione? Clima a parte, bisogna evitare la dispersione dell’acqua che filtra nel fondo del canale. E per fare questo il Consorzio Irriguo di Chivasso ha  già ottenuto il finanziamento per rivestire le sponde e il fondale in cemento. Solo in questo modo l’acqua che scorre lungo i cinque chilometri della roggia non verrà sprecata”. Ma questa è un’altra storia. E l’emergenza è, soprattutto, oggi.
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