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24 Novembre 2025 - 11:14
Il freddo tagliente di fine novembre non ha fermato nulla. Né l’agonismo furioso dei migliori specialisti italiani ed europei, né la compattezza di un pubblico che, già dalle prime ore del mattino, ha riempito il glorioso Velodromo Francone di San Francesco al Campo, trasformandolo in una piccola arena internazionale del ciclocross. La 4ª edizione del Turin International Cyclocross, valida come 2ª prova del Selle Smp Master Cross, ha messo in scena una giornata di sport totale, con quasi 450 atleti e un'organizzazione impeccabile che ha permesso al Piemonte di mostrarsi ancora una volta come punto di riferimento per il movimento.
L’evento, sostenuto dalla Regione Piemonte e realizzato dall’Asd Velodromo Francone del presidente Davide Francone, ha confermato standard elevatissimi. Perfino la diretta streaming ha registrato numeri importanti, mentre una sintesi speciale sarà trasmessa su RaiSport il 27 novembre alle 20.
Il tracciato, 2700 metri gelati e tecnici, ha selezionato senza pietà. La partenza e l’arrivo nel velodromo hanno aggiunto spettacolarità, con il pubblico assiepato sulle tribune capace di accompagnare ogni colpo di pedale.
Il momento più atteso della giornata, la gara Open maschile, è esploso letteralmente nel giro finale. In avvio il gruppo ha mantenuto una sorprendente compattezza, ma nella seconda fase è diventato chiaro che il destino della corsa sarebbe passato dai tre nomi più attesi: Gioele Bertolini, campione italiano e volto ormai familiare del velodromo; Filippo Agostinacchio, rientrato proprio qui nel mondo del ciclocross; e il francese Quentin Navarro, trentasettenne dalla classe cristallina.
L’episodio che ha cambiato tutto è arrivato poco prima della tornata conclusiva: un salto di catena ha tagliato fuori Navarro proprio nella zona degli ostacoli artificiali. A quel punto è rimasta una questione privata fra Bertolini e Agostinacchio. Pochi secondi, quelli necessari al valtellinese per allungare in modo decisivo, sono bastati per chiudere ogni discorso. Bertolini, ancora lui, ha tagliato il traguardo con la naturalezza di chi sa come si vince qui. Sul podio con lui Agostinacchio e Navarro, poi Folcarelli e Ferri in quarta e quinta posizione.
Se la prova maschile è stata un thriller, quella femminile ha avuto una regina indiscussa: Carlotta Borello. La piemontese del Team Cingolani Specialized, fresca di laurea in Scienze e tecniche delle attività motorie e adattate, ha dominato dal primo all’ultimo metro. Scortata dal tifo di casa, ha imposto un ritmo che nessuna è riuscita minimamente ad avvicinare. A 23 secondi si è piazzata la toscana Elisa Ferri, terza Rebecca Gariboldi, quindi la francese Petitgirard e Gaia Santin.
Tra gli Juniores la battaglia è stata imprevedibile fino all’ultimo: nessun atleta è riuscito a prendere davvero il controllo della gara. L’acuto finale è arrivato però dal marchigiano Filippo Cingolani, che negli ultimi metri ha trovato lo spunto decisivo per staccare il trevigiano Deon e il bergamasco Bettinelli.
La gara femminile Juniores ha invece visto una mattinata di gloria per la 2009 Sara Peruta, che ha preso la testa della corsa al via e non ha concesso nulla alle avversarie. A distanza di oltre un minuto hanno chiuso Azzurra Rizzi e Rachele Cafueri.
Spettacolo anche nelle categorie Allievi ed Esordienti, dove si sono imposti rispettivamente Michel Careri, Luca Ferro, Irene Righetto, Thomas Vitaloni e Giorgia Vottero. Tra i Master vittorie per Macculi, Bonalda, Carrer, Zamboni e Pellizzaro.
Il successo del Turin International Cyclocross va letto non solo nei numeri o nei nomi, ma nella capacità del Velodromo Francone di confermarsi punto di riferimento per il movimento ciclocrossistico. La combinazione di una macchina organizzativa puntuale, un tracciato selettivo e un pubblico che conosce lo sport ha trasformato l’evento in una tappa imprescindibile del calendario nazionale.
LA VOCE DEL CANAVESE
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