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15 Ottobre 2025 - 18:57
A Pertusio l’arte ha fischiato davvero. Dal 5 al 12 ottobre, la piccola comunità ha accolto la 20ª edizione della Mostra Concorso dei Fischietti in terracotta “Fammi un Fischio”, trasformandosi in un laboratorio vivo di creatività, memoria e partecipazione. Un migliaio di visitatori hanno varcato la soglia della mostra allestita nel cuore del paese, tra cui 116 bambini delle scuole primarie di Cuorgnè, Valperga e Pertusio, protagonisti entusiasti dei laboratori didattici curati da Rossano Cavallari, artista e anima storica dell’iniziativa.
L’inaugurazione, domenica 5 ottobre, è stata accompagnata dai suoni inconfondibili delle Ocarine e dei Tamburi di Brosso, che hanno dato il via a una settimana di incontri, visite e scoperte. Tra le sale decorate da pannelli colorati e figure plasmate nella terra, i visitatori hanno potuto ammirare le opere di quaranta artisti provenienti da tutta Italia, le stesse che compaiono nel libretto ufficiale della mostra: un catalogo denso di forme e colori, dove ogni pezzo — dal Piccolo Principe di Milena Visentin al Totò ’o Principe di Giuseppina Spadaro — racconta un piccolo universo di fantasia e poesie.
Durante i laboratori con le scuole, curati da Paola Pivari e Rossano Cavallari, i bambini hanno imparato a modellare, colorare e soprattutto ad ascoltare il suono che nasce da un soffio: un gesto semplice e antico che, come ripetono gli organizzatori, “educa alla bellezza, alla cura e al rispetto”. Non un motto, ma un vero manifesto civico, che campeggiava anche sulle pareti della mostra: “Educare alla bellezza è un atto politico e civile".
A esporre le loro opere sono stati Sandra Baruzzi, Claudio Roberto Bonotto, Alberto Bufali, Enrica Cintia Campi, David Cima, Gianluca Cipolla, Piero Colapietro, Giuseppe De Lazzer, Roberta Di Martino, Salvatore Di Martino, Beniamino Faggion, Marta Favero, Francesca Formia, Cristian Grandinetti, Maurizio Grandinetti, Denis Imberti, Stefano Tasca, Gianmatteo Lopopolo, Daniel Lorenzin, Guglielmo Marthyn, Simone Marzana, Giovanni Minerva, Leonzio Missaglia, Maddalena Petroli, Gennaro Pileggi, Marina Pini, Maria Teresa Rosa, David Riganelli, Domenico Sabatino, Maria Sabetti, Mirko Scarabattoli, Gianluca Scordo, Giuseppe Scuro, Giuseppina Spadaro, Enrico Stropparo, Lucia Tavernari, Milena Visentin, Massimo Voghera e Maria Giovanna Zannini.
Un elenco lungo, variegato, che restituisce la ricchezza di un’arte capace di parlare con molte voci e un solo linguaggio: quello universale della creatività.
Domenica 12 ottobre, la chiusura è stata una grande festa di comunità, con la premiazione del concorso alla presenza del sindaco Giuseppe Damini, della presidente della Commissione Cultura, Istruzione, Sport e Musei della Regione Piemonte, Paola Antonetto, e di Giuliana Vivo, del Comitato organizzatore. Il pubblico, numerosissimo, ha applaudito i vincitori: Milena Visentin, premiata dalla giuria popolare per Il piccolo principe, e Giuseppina Spadaro, che con il suo Totò ’o Principe ha conquistato il primo posto del Comitato organizzatore. A entrambe sono andati 300 euro, mentre tre ulteriori riconoscimenti da 100 euro ciascuno sono stati assegnati ad altre opere meritevoli.
L'opera di Milena Visentin
L'opera di Giuseppina Spadaro
Beatrice con Rossano Cavallari, che all' epoca teneva i laboratori per i bambini
Tra le iniziative a contorno, una ha commosso tutti: gli organizzatori hanno appeso alcune foto dei bambini di vent’anni fa, chiedendo se qualcuno si riconosceva. Una giovane donna, Beatrice, è tornata alla mostra e si è ritrovata in una di quelle immagin. Un cerchio che si chiude, simbolo perfetto di un progetto che ha saputo attraversare generazioni.
Accanto all’esposizione, il paese ha celebrato anche la festa di San Firmino, intrecciando cultura popolare e tradizione contadina. Tra concerti, mercatini e buon cibo, il suono dei fischietti ha accompagnato dieci giorni di convivialità e memoria collettiva.
Oggi, vent’anni dopo la prima edizione, “Fammi un Fischio” non è più soltanto una mostra, ma un atto di resistenza culturale. Lo dimostra la passione con cui artisti, scuole e cittadini continuano a credere che l’arte, anche quella fatta di argilla e soffio, possa davvero insegnare qualcosa: che la bellezza è un modo di stare al mondo, e che da un semplice fischio può nascere la pace.
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