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Ivrea come Montmartre. Nel centro storico a ballare il Charleston

Tra musica, espositori e atmosfere anni ruggenti, la città si trasforma in un teatro a cielo aperto grazie all’iniziativa di SBAM – Comunità in fermento

Domenica 14 settembre, in una Ivrea che ha cambiato pelle. Non è la città che conosciamo, quella dei ritmi ordinati, delle strade attraversate in fretta, delle piazze vissute distrattamente. Oggi il suo centro storico è un teatro a cielo aperto, un esperimento riuscito di trasformazione urbana, un frammento di Montmartre trapiantato lungo la Dora. Camminando tra Borghetto, via Guarnotta, piazza Gioberti e via Arduino si respira un’atmosfera nuova, vibrante, capace di riportare indietro di un secolo, quando piume, lustrini e collane di perle oscillavano al ritmo sfrenato del Charleston.

Non è solo una rievocazione in costume, non è soltanto un mercatino o una festa di quartiere: è un paesaggio che prende vita. Gli espositori non sembrano semplici commercianti, ma artisti che espongono frammenti della loro anima. Fotografie, tessuti, manufatti, piccole opere: ogni tavolo è una cornice che racconta una storia. Le persone si fermano, osservano, parlano. Non c’è fretta. Gli sguardi si incrociano, i sorrisi nascono spontanei. È la città che ritrova sé stessa attraverso la sua comunità. Le immagini degli espositori lo dimostrano: volti che sorridono, mani che mostrano con orgoglio, dettagli che insieme compongono un mosaico di creatività diffusa.

Lorena Borsetti

Lorena Borsetti

La musica è il filo che cuce insieme la giornata. In Borghetto i tamburi dei Kumalé Toubab pulsano con un ritmo primordiale, magnetico, che cattura i passanti. In piazza Maretta le note dei Titoli di Coda evocano atmosfere delicate, quasi cinematografiche. In piazza Bergoglio l’iniziativa Dalla cura al canto, con Voci in Bianco e Amici in Coro, non canta solo per chi ascolta, ma con chi ascolta, trasformando il pubblico in protagonista. Lungo via Arduino i Fuori Tempo fanno ballare senza tregua, portando quella leggerezza che cancella i pensieri e lascia spazio soltanto al piacere di esserci.

Ma ciò che colpisce più del programma è l’atmosfera. Ivrea oggi è diversa: più europea, più aperta, più viva. I vicoli smettono di essere luoghi di passaggio e diventano salotti a cielo aperto, dove le persone si fermano e chiacchierano come non accadeva da tempo. I negozi spalancano le vetrine, i bar allungano i tavolini sulle strade, i musicisti suonano come se aspettassero da sempre questo momento per incontrare il loro pubblico. Tutto vibra di un’energia che ricorda i quartieri bohémien di Parigi, quelli dove pittori e attori trasformano la quotidianità in arte condivisa.

Ed è proprio questo l’obiettivo del progetto di SBAM – Comunità in fermento, guidata da Lorena Borsetti. Non semplice intrattenimento, non una vetrina commerciale, ma un ribaltamento di prospettiva: ridare al centro storico la sua centralità, non come sfondo, ma come luogo di comunità.

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E la città non resta a guardare, ma partecipa. Gli abitanti diventano protagonisti: chi suona, chi espone, chi si traveste, chi semplicemente cammina e applaude. In questa coralità Ivrea sembra ritrovare sé stessa, e non è un caso se in tanti si fermano a fotografare, a immortalare dettagli, a portarsi via un ricordo.

La forza di questo evento è la capacità di far dimenticare il tempo. Le ore scorrono senza che ce ne si accorga, e nessuno sembra avere voglia di andare via. I cori che si alzano nell’aria, i tamburi che fanno vibrare il selciato, le danze improvvisate lungo via Arduino: frammenti che, sommati, raccontano la scelta di una città di vivere, almeno per un giorno, in un modo diverso.

E guardando le vie piene, gli occhi che brillano, le mani che applaudono, la sensazione è che questa non sia solo una parentesi, ma una promessa. Che Ivrea possa tornare a credere nei suoi sogni, a scoprire dentro di sé quella vocazione artistica, turistica e conviviale che, in giornate come questa, esplode in tutta la sua forza.

Ivrea, oggi, non è Piemonte. È una Parigi in miniatura. È un laboratorio a cielo aperto dove musica, arte, convivialità e comunità si intrecciano. Ed è la prova che una città può, se vuole, reinventarsi.

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