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02 Agosto 2025 - 23:30
Lo chiamano “il Derby dei Borghi”, ma è qualcosa di più. È una questione di confini, di storie incrociate, di bar sport e sfottò per giorni. È il brivido che sale in settimana, le chat che si infiammano, le madri che preparano il borsone come fosse una finale di Champions. È Verolengo contro Torrazza. Ed è tornato. Più acceso che mai.
Ieri sera, primo agosto, il campo comunale di Verolengo è diventato teatro di una sfida epica. Il cielo, cupo e minaccioso fin dal pomeriggio, ha fatto da cornice perfetta a un match carico di tensione, attesa e pioggia. Tanta pioggia. Che ha provato a rovinare tutto, ma non ci è riuscita. Perché quando c’è il derby, niente si ferma. Nemmeno il maltempo.
Alle 20:30 il fischio d’inizio. Tribuna piena, bordocampo affollato, bandiere e striscioni. In campo, da una parte i padroni di casa: il Balonn-Maglio, freschi vincitori della Coppa dei Borghi, la manifestazione giovane ma già sentitissima che ha coinvolto, quest’anno, ben 125 ragazzi divisi in otto squadre rappresentanti i borghi e le frazioni di Verolengo. Un torneo ideato e fortemente voluto da Samuele Lo Preiato, che ha restituito dignità e calore al vecchio campo sportivo comunale.
Dall’altra parte, la storia. La tradizione. Il peso delle generazioni. C’è Torrazza Piemonte, con la squadra campione del Rionito, il celebre torneo rionale che da anni si gioca nell’ambito della festa patronale di San Giacomo Maggiore, presso il campo dell’Oratorio. Le vie del paese, i borghi, le amicizie e le rivalità che si mischiano: qui il calcio è più di un gioco. È una liturgia collettiva.
Un tempo erano squadre vere, in categorie vere, con tifoserie calde e passionali. E nei derby tra Verolengo e Torrazza volavano parole grosse, qualche spinta, cori da curva e palloni che pesavano come macigni. Oggi si gioca per passione, ma quella scintilla è ancora lì. Pronta a esplodere.
E infatti basta poco. Dieci minuti. Poi il cielo si apre e scarica un nubifragio feroce sul campo. L’arbitro fischia lo stop. Giocatori negli spogliatoi, spettatori sotto i portici, tutti con lo sguardo rivolto al cielo. Ma il campo non si svuota. Nessuno se ne va. Perché questo derby, semplicemente, va giocato.
Dopo mezz’ora di attesa, il miracolo: smette di piovere. I ragazzi chiedono di rientrare. E si riparte. Zero a zero. Campo pesante, ma adrenalina altissima. Si gioca davvero. Niente melina, niente paura. Entrambe le squadre ci mettono anima e muscoli. Il gioco è ruvido ma corretto, teso ma sportivo.
Il Balonn-Maglio prova a costruire. Torrazza risponde in contropiede. Ci sono occasioni vere: un palo colpito dai padroni di casa, una doppia parata salva-risultato di Mattia Lopes che tiene in piedi i suoi. Dall’altra parte, Actis Alesina Paolo non è da meno. Le mani sempre pronte, i riflessi vivi. Para, urla, incita.
Al 90’, nessun gol. Ma tante emozioni. Il verdetto si rimanda ai calci di rigore.
Lì si gioca tutto. La Coppa, l’onore, le cene gratuite offerte dagli sponsor, gli sfottò in piazza per i mesi a venire. Soprattutto: il rispetto.
Il primo a calciare segna. Poi un errore. Poi una parata. Tutto in bilico. Si arriva al quinto rigore. Sul dischetto va Andrea Turano, maglia numero 10. Un passo indietro. Un respiro profondo. Un colpo secco. La palla gonfia la rete. È il 3-2. È il trionfo del Torrazza.
Scoppia la festa. I ragazzi corrono, si abbracciano, si buttano nel fango come bambini. I tifosi urlano sotto gli ombrelli. La Coppa prende la via per Torrazza. Ma Verolengo esce a testa alta. La squadra ha lottato, ha dato tutto. Il pubblico applaude comunque. Perché è questo il senso del calcio di paese. Dove si perde, sì, ma non si fallisce mai.
Alla premiazione sono presenti anche i sindaci: Rosanna Giachello (Verolengo) e Massimo Rozzino (Torrazza). Entrambi, visibilmente soddisfatti, sottolineano l’importanza di questi eventi per la comunità, per i giovani, per il senso di appartenenza. La musica a bordo campo, curata dagli amici del Borgo Giolito Verne, accompagna la cerimonia in un clima festoso e popolare.
Per quest’anno, il Derby è finito. Ma il seme è piantato. Si parla già di edizioni future, di allargamenti, di nuove squadre, di mini-campionati. Il campo comunale di Verolengo, ringiovanito e restituito alla cittadinanza, è tornato a vivere. E non vuole più fermarsi.
Lo spogliatoio è silenzioso solo per una notte. Ma già da domani tornerà a rimbombare di urla, tattiche, scarpini e sogni.
Perché qui, nel cuore del Piemonte, il calcio non è solo un gioco. È un modo di vivere.
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