Cerca

Attualità

Non bastano i fiori: le donne continuano a lottare

Ivrea ricorda le martiri della Resistenza e le madri della Costituzione, ma la strada per l’uguaglianza è ancora lunga

Un fiore per ogni battaglia combattuta, un pensiero per ogni diritto conquistato. L'8 marzo 2025 a Ivrea non è stata una semplice celebrazione, ma un viaggio nella memoria, un cammino tra i luoghi simbolo della presenza femminile nella storia, con la consapevolezza che la lotta per i diritti delle donne è tutt'altro che conclusa.

La giornata è iniziata con la posa di fiori e la lettura di brani dedicati a figure femminili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia. I partecipanti si sono riuniti ai Giardini Giusiana, per poi spostarsi in piazza Freguglia e successivamente al Parco Dora Baltea, toccando con il cuore e con la mente i luoghi che raccontano la storia delle Donne Deportate, delle 21 Madri Costituenti, della Martire Partigiana Santina Riberi e delle Donne della Resistenza.

Alla Stele dedicata alle Donne Deportate, il silenzio ha parlato più di mille parole. Le storie di chi fu strappata alla propria vita, alla propria famiglia, alla propria dignità, sono emerse attraverso le voci dei presenti.

Primo Levi ha dato corpo alla sofferenza con versi che ancora oggi pesano come macigni: "Io so cosa vuol dire non tornare. A traverso il filo spinato ho visto il sole scendere e morire..."

Accanto, la poesia di Anna Frank ha portato un soffio di speranza: "Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere felice."

Lacrime, commozione, ma anche un profondo senso di responsabilità: non dimenticare, mai.

La memoria si è poi spostata alla Targa delle 21 Madri Costituenti, dove si è ricordato il contributo fondamentale delle donne nella scrittura della Costituzione italiana. Tra loro, Nilde Iotti, Teresa Noce, Angelina Merlin, Maria Federici e Angela Gotelli, che entrarono nella Commissione incaricata di redigere la Carta costituzionale. Le loro parole risuonano ancora oggi come un monito: "Tutte noi vi invitiamo a considerarci non come rappresentanti del solito sesso debole e gentile, oggetto di formali galanterie e di cavalleria di altri tempi, ma vi preghiamo di valutarci come espressione rappresentativa di quella metà del popolo italiano che ha pur qualcosa da dire."

L'Assessora Gabriella Colosso ha ripercorso la storia delle 21 donne e il loro impegno per garantire nella Costituzione principi fondamentali come la pari dignità sociale (art.3), la parità tra uomini e donne nel lavoro (art.4 e 37), l'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi (art.29), la tutela dei figli nati fuori dal matrimonio (art.30) e l'accesso paritario alle cariche pubbliche (art.51).

Poi il cammino ha fatto tappa al Cippo dedicato a Santina "Carla" Riberi, martire della Resistenza, fucilata a soli 18 anni dai fascisti del battaglione Barbarigo. Una vita spezzata troppo presto, un sacrificio che ancora oggi scuote le coscienze. Santina aveva un figlio di un anno e mezzo, per lui sognava un mondo senza guerra, senza dittatura. Ma il suo sogno fu spento dalla ferocia fascista. Le sue ultime ore furono segnate dalla tortura, dal dolore, ma non dal tradimento. "Immagino che l'essere donna e giovanissima mamma abbia rafforzato gli ideali che la spinsero ad aderire alla Resistenza", ha scritto il nipote Mario in una lettera struggente.

Nel Giardino della Giustizia, della Pace e della Libertà, l'omaggio finale alle Donne della Resistenza. Sono state loro, spesso nell'ombra, a costruire la rete della Liberazione: staffette, combattenti, organizzatrici di scioperi, sabotatrici, infermiere clandestine. Molte non fecero mai ritorno. Eppure, il loro contributo è stato determinante. Le parole di Italo Calvino sembrano scritte per loro: "E vorrei che quei nostri pensieri, quelle nostre speranze di allora rivivessero in quel che tu speri, o ragazza color dell’aurora."

Una giornata di riflessione, di memoria, ma soprattutto di consapevolezza. Perché non basta un giorno all'anno per ricordare, non bastano i fiori, non bastano le parole. La battaglia per l'uguaglianza e il riconoscimento dei diritti è ancora lunga. E il dovere di chi oggi raccoglie il testimone è quello di non dimenticare mai.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori