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Settimo Torinese

La forza di Antigone è donna: un testo che riesce a parlarci

Questa sera, la compagnia settimese PEM va in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri

“Antigone e i suoi fratelli”

“Antigone e i suoi fratelli”

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Donna, fortissimamente donna. E’ l’“Antigone e i suoi fratelli” che andrà in scena a Moncalieri, alle Fonderie Limone, di via Pastrengo 88, uno spettacolo  della compagnia teatrale PEM, Potenziali Evocati Multimediali, che ha la sua sede a Settimo. Si comincerà questa sera, martedì 10 gennaio (ore 20,45) e sarà ripetuto tutti i giorni, fino a domenica 22 gennaio. Una produzione del Teatro Stabile di Torino per un testo distillato dalla scrittura degli attori, con la regia di Gabriele Vacis e la scenofonia di Roberto Tarasco. Una prima nazionale che sta riscuotendo parecchia curiosità anche nelle scuole di Torino, in cui La PEM ha effettuato le prime prove aperte. E questa è una buona notizia.

Moncalieri - Fonderie Limone, teatro in cui andrà in scena lo spettacolo

Gli attori protagonisti saranno, in ordine alfabetico, Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà. Pedagogia dell’azione e della relazione: Barbara Bonriposi. Dramaturg: Glen Blackhall. Suono: Riccardo Di Gianni. 

“Per quanto possiamo saperne, dal neolitico in qua, cioè da diecimila anni - ha scritto Gabriele Vacis in un suo post su Facebook - noi umani abbiamo prodotto più che altro società patriarcali. In ogni tempo e in ogni spazio conviene essere maschio. I maschi sono addestrati a pensare al maschile, le femmine al femminile, e chi passa il confine è condannato. Ma mentre chi pensa al maschile è premiato, chi pensa al femminile ottiene meno educazione, meno soldi, meno potere, meno libertà. Ma perché il patriarcato è così universale? Ci sono ragioni biologiche, evidenze scientifiche, sociologiche perché gli uomini valgano più delle donne? Non si sa!”.

Gabriele Vacis

Però, guardando il locale, in questo momento a Settimo abbiamo una sindaca e una presidente del Consiglio comunale. A livello nazionale, c’è una premier. Sono donne. Ma allora, “Antigone e i suoi fratelli” è la celebrazione di questo momento storico?

“Fortunatamente non è tutto da costruire, - dice il regista - tutto il lavoro delle femministe, a partire da quello fatto da Antonia, comincia a farsi sentire. Ma c’è ancora molto da fare”

Antonia Spaliviero era la moglie di Gabriele Vacis, prematuramente scomparsa nel 2015 all’età di 61 anni. Ha lavorato con le scuole per far crescere e maturare l’ambiente culturale della città, tanto che meriterebbe di essere ricordata intitolando a lei l’anfiteatro per ragazzi della biblioteca Archimede. “Io per primo sono stato educato in una famiglia patriarcale, poi devo dire che Antonia mi ha raddrizzato - sorride - . E anche la compagnia PEM ha una presidente, Erica Nava, e la direttrice dei cori è Enrica Rebaudo”. Donne. 

Allora, sarà ancora una primordiale questione di muscoli?

“Ma no, perché le donne in campagna hanno sempre svolto ruoli faticosi. In guerra, ci sono anche soldati donne, ma i generali sono uomini. Perché? Eppure la capacità di organizzazione sappiamo tutti che è una prerogativa delle donne. E poi guardiamo cosa sta accadendo in Iran, con le donne al centro di questa rivolta epocale”

Gabriele Vacis, partendo dal testo di Sofocle e dalla storia che in esso è raccontata, mette in scena una fitta rete di rimandi alla storia di questo personaggio alla ricerca della «sostanza pesante della fraternità». I giovani attori della compagnia PEM sono dei prodigi: alternano la recitazione a cori e a brani suonati, riportano gli spettatori alla realtà contemporanea per poi rimandarli indietro nel tempo. L’effetto complessivo che ne deriva è ben più di “speciale”.

“Poi ci sono le risposte degli attori ad alcune domande che il testo ci ha posto: avete qualcosa per cui vale la pena vivere? Avete qualcosa per cui vale la pena morire? Sono domande che richiedono come risposta storie, non opinioni. - scrive Vacis sul libro di sala realizzato con la collaborazione degli scrittori Fabio Geda e Annalisa Ambrosio - Nel corso del lavoro abbiamo fatto molte prove aperte nelle scuole. Lo spettacolo accoglie le risposte a queste domande e le testimonianze dei ragazzi che abbiamo incontrato”. 

E il pubblico ha risposto con prontezza: i posti disponibili per tutte le 13 repliche si stanno consumando di ora in ora. Biglietto intero a 28 euro, 25 euro i ridotti, per circa 350 posti. Che per 13 date fa un totale di circa 4500 presenze. Sono numeri su cui riflettere, per nulla scontati in quest’era sociologica a portata di connessione smartphone. Stasera ci sarà il debutto e sarà un “tutto esaurito”. 

Un successo dovuto alla bontà del progetto PEM o al nome di Gabriele Vacis?

“Mi piace pensare che sia piaciuto il progetto PEM. - conclude il regista - . Anche il Risveglio di Primavera in versione esportabile, quindi ridotta, sta girando bene. E’ un gruppo molto affiatato e preparato. Abbiamo festeggiato il capodanno insieme, gli attori, soprattutto i ragazzi, sono stati impegnati ai fornelli. Tanto per dire che gli stereotipi non hanno più senso di esistere”.

E a Settimo, la città in cui l’Impresa Sociale Potenziali Evocati Multimediali ha scelto con fiducia di posare la sua prima pietra e la sua sede legale, non c’è ancora un cartellone teatrale. “Ci hanno chiesto delle disponibilità, ma poi nessuno ci ha più detto niente” conclude il regista. Dunque, non resta che andare a Moncalieri. Senza perdere tempo. 

Così nasce Potenziali Evocati Multimediali

Dal 2018 al 2021 ho diretto la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino. I ragazzi che sono entrati alla scuola nel 2018 sono nati tra il 1996 e il 1999. Tra la mia generazione e la loro è cambiato il mondo. Quando si sono diplomati, nel 2021, hanno deciso di fondare una compagnia: Potenziali Evocati Multimediali (PEM) e hanno voluto che fossi socio anch’io.
Dalla nascita di PEM abbiamo fatto Prometeo per il Teatro Olimpico di Vicenza e adesso Antigone, grazie al Teatro Stabile di Torino. Un gruppo di ventenni che fanno i classici. E
non classici a caso, Prometeo che è lo scontro tra le generazioni primordiali, e Antigone che è conflitto tra padri e figli e tra fratelli. Antigone e i suoi fratelli quindi non è una messinscena del testo sofocleo, ma comincia da una tragedia di Euripide Le fenicie, che racconta i presupposti della vicenda che affronta Sofocle in Antigone.
In più, di tanto in tanto, emergeranno pensieri e riflessioni che insieme ai ragazzi abbiamo sviluppato per capire come un testo di due millenni e mezzo fa riesca ancora a parlarci.
Gabriele Vacis

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