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23 Dicembre 2025 - 12:13
Natale a Montanaro, il Santo Stefano torna a parlare con le canne dell’Ottocento
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Data di inizio 26.12.2025 - 00:00
Data di fine 26.12.2025 - 00:00
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Un concerto che è diventato tradizione, un organo monumentale che rappresenta l’identità culturale di una comunità e un appuntamento atteso da appassionati e visitatori da tutto il Piemonte. Anche quest’anno Montanaro rinnova il rito del concerto di Santo Stefano, in programma giovedì 26 dicembre alle 15.30 nella chiesa di Santa Maria Assunta, affidando la scena sonora al grande organo ottocentesco e alle mani esperte del maestro Rodolfo Bellatti.
L’evento, intitolato “Colori di Natale a Montanaro: uno sguardo oltralpe”, si inserisce in una tradizione avviata nel 1996 e interrotta soltanto nel 2020, l’anno della pandemia. Da quasi trent’anni, il pomeriggio del 26 dicembre rappresenta per Montanaro molto più di un semplice appuntamento musicale: è un momento di ritrovo collettivo, di valorizzazione del patrimonio storico e di apertura verso un pubblico che arriva anche da fuori provincia.
Protagonista assoluto resta il monumentale organo del XIX secolo, autentico fiore all’occhiello della cittadina. Uno strumento imponente, composto da circa 2.500 canne, impreziosito da 15 angeli sonanti e frutto del lavoro di tre grandi nomi dell’organaria piemontese: Giovanni e Giacinto Bruna, che lo realizzarono nel 1810, Giacomo Vegezzi Bossi, che lo ampliò nel 1872, e Giuseppe Lingua, autore di ulteriori interventi nel 1896. Un’opera stratificata nel tempo, che racconta quasi un secolo di evoluzione musicale e tecnica.
Dopo un lungo periodo di silenzio, l’organo è tornato a nuova vita nel 1996, grazie a un importante restauro promosso dalla Soprintendenza. Da allora è diventato protagonista non solo dei concerti natalizi, ma anche di incisioni discografiche e progetti di valorizzazione, in particolare all’interno della collana Antichi Organi del Canavese, che negli anni ha contribuito a far conoscere questo patrimonio ben oltre i confini locali.
La cura per lo strumento non si è mai fermata. Nel 2024 l’organo è stato oggetto di un nuovo e delicato intervento di manutenzione: gli specialisti della Bottega Organara Dell’Orto & Lanzini hanno smontato la struttura e ripulito una a una tutte le canne, restituendo piena efficienza sonora allo strumento. Nell’ottobre di quest’anno si è aggiunta un’ulteriore operazione di pulizia della cassa esterna, a conferma di un’attenzione costante e non episodica.
Il concerto di Santo Stefano 2025 si inserisce in questo percorso di valorizzazione. Il programma proposto da Rodolfo Bellatti attraversa epoche e stili, muovendosi tra Italia e Francia, in linea con il sottotitolo “uno sguardo oltralpe”. In scaletta figurano brani di Bernardo Pasquini, Arcangelo Corelli, Alexander Borodin e Paolo Gambarotta, in un dialogo musicale che unisce tradizione barocca, romanticismo e suggestioni più tarde.
Il titolo del concerto richiama anche il 49° volume della collana Antichi Organi del Canavese, pubblicato nel 2024, che porta lo stesso nome dell’evento e che ha ispirato il percorso musicale di quest’anno. Un legame che rafforza il rapporto tra ricerca, divulgazione e performance dal vivo, trasformando il concerto in un tassello di un progetto culturale più ampio.
Alla tastiera siederà Rodolfo Bellatti, organista genovese, classe 1973, diplomato in organo e clavicembalo al Conservatorio Paganini di Genova. Bellatti è noto per la sua attività di ricercatore e divulgatore, oltre che per numerose registrazioni discografiche dedicate alla valorizzazione degli organi storici italiani. Nel corso degli anni ha pubblicato anche articoli di organaria, contribuendo allo studio e alla conservazione di strumenti di grande pregio.
Il concerto gode del patrocinio della Città Metropolitana di Torino e conferma il ruolo di Montanaro come uno dei centri più attivi del Canavese nella tutela e nella promozione del patrimonio musicale. Un impegno che si traduce in continuità, qualità artistica e attenzione al dettaglio.
Nel silenzio raccolto del pomeriggio di Santo Stefano, le canne dell’organo torneranno così a raccontare una storia lunga più di due secoli. Una storia che, anno dopo anno, Montanaro continua a custodire e a condividere, trasformando il Natale in un appuntamento di musica, memoria e comunità.

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