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Castellamonte riscopre le sue radici nella Fiera di Ognissanti

Un weekend tra fiera zootecnica, sapori locali e rituali alpini. La comunità si ritrova nei prati di Sant’Antonio per la storica manifestazione

Castellamonte riscopre le sue radici nella Fiera di Ognissanti

Castellamonte riscopre le sue radici nella Fiera di Ognissanti

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C’è chi torna dagli alpeggi e chi torna alle origini. A Castellamonte, la Fiera Autunnale di Ognissanti non è solo una tradizione: è una dichiarazione di identità. Da ventisette anni, nella frazione di Sant’Antonio, gli allevatori rimettono piede in pianura portando con sé un pezzo di montagna, mentre la comunità si stringe intorno a un rito che profuma di fieno e caldarroste. Quest’anno, il 18 e 19 ottobre, la fiera si sposta nei prati accanto alla vecchia scuola elementare — uno spazio più ampio, più verde, più vivo.

La due giorni si apre con la Cena della Fiera, organizzata dall’E.R.S.A., dove ogni piatto racconta una stagione e un territorio. È la parte conviviale, quella che mescola chi lavora la terra e chi ne raccoglie i frutti. Poi arriva la domenica, con la Battaglia delle Reines, la sfida nobile e antica che mette a confronto le regine valdostane: vacche di razza, ma soprattutto simboli di fierezza contadina. Niente violenza, solo istinto e gerarchia naturale — uno spettacolo che ogni anno richiama appassionati da tutto il Piemonte e dalla Valle d’Aosta.

Attorno, il mercato dei prodotti tipici, il profumo delle castagne arrostite, le bancarelle di artigiani che resistono al tempo. I bambini si fanno fotografare accanto alle mucche, imparando — forse per la prima volta — che dietro il latte e il formaggio c’è una vita che rumina, respira e guarda negli occhi.

La Fiera di Ognissanti è una tradizione che unisce storia, passione e comunità”, sottolinea l’assessore all’Agricoltura Teodoro Medaglia, che la vive come un ponte tra passato e futuro. Perché a Castellamonte l’agricoltura non è folclore: è memoria, fatica e speranza. Ed è proprio in giornate come questa che la città ritrova la sua voce più autentica — quella che non ha bisogno di palchi, ma solo di un prato e del profumo di fieno nell’aria.

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