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27 Agosto 2025 - 11:05
Ivrea Jazz Festival 2025: contaminazioni e libertà creativa per i 45 anni dell’Open Papyrus
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Data di inizio 02.09.2025 - 00:00
Data di fine 06.09.2025 - 00:00
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L’Open Papyrus Jazz Festival compie quarantacinque anni e Ivrea si prepara a viverlo con la consapevolezza di trovarsi di fronte non a una rassegna musicale qualunque, ma a un appuntamento che ha segnato la storia culturale della città. Dal 2 al 6 settembre 2025, per poi chiudersi con un’appendice il 26 settembre a Saint-Vincent, il festival tornerà a unire linguaggi, sonorità e arti diverse, riaffermando la sua vocazione alla contaminazione e alla libertà creativa.
L’inaugurazione ufficiale è fissata per martedì 2 settembre, alle ore 18, all’Associazione Archivio Storico Olivetti in via Miniere 31. È lì che prenderà vita “Woland, Dejlige Svaner”, un concerto che mescola musica e danza e che vedrà protagonisti la violinista Eloisa Manera, la contrabbassista Federica Michisanti, il batterista e percussionista Massimo Barbiero, accompagnati da un ospite d’eccezione, Alberto Mandarini alla tromba e al flicorno, con la danzatrice Roberta Tirassa a dare corpo e movimento alle note. Un evento a ingresso gratuito su prenotazione, che già nella scelta del luogo – la memoria industriale e sociale di Ivrea – lega il festival alla storia viva della città.
Il giorno successivo, mercoledì 3 settembre, sarà il turno della parola e del vinile. Alle 18.30, negli spazi di Discoccasione in via Arduino 34, il critico musicale Guido Michelone presenterà il suo libro “Il Jazz e i mestieri”, edito da Arcana. Non una semplice chiacchierata, ma un incontro che si snoderà tra degustazioni e l’ascolto di vinili storici, trasformando il negozio di dischi in un salotto culturale dove il jazz si racconta attraverso le sue professioni, le sue mille anime, la sua capacità di reinventarsi.
Giovedì 4 settembre il festival si sposterà allo Spritz di via Arduino 6/8, con un programma che intreccia fotografia, letteratura e musica. Alle 18 l’inaugurazione della mostra fotografica “La solitudine dell’assolo” di Carlo Mogavero, un titolo che già evoca l’intimità e l’isolamento del musicista alle prese con il proprio strumento, catturato in immagini sospese tra silenzio e suono. A seguire, la presentazione del libro di Stefano Zenni, “Storia del jazz. Una prospettiva globale” (Quodlibet), un’opera monumentale che ripercorre la vicenda del jazz con uno sguardo ampio e inclusivo, accompagnata dal contributo critico di Franco Bergoglio e organizzata in collaborazione con la libreria Azami. La serata continuerà con il concerto del PLOT Duo, formato da Rossella Cangini (voce) e Claudio Lodati (chitarra), che presenteranno il progetto Beat Generation, un omaggio musicale e poetico al movimento che ha scosso la letteratura e la musica del Novecento. Come tradizione del festival, a chiudere non mancherà un aperitivo conviviale.
Venerdì 5 settembre il cuore pulsante del festival batterà al Teatro Giacosa, con due concerti che promettono di restare impressi nella memoria. Alle 21.15 saliranno sul palco Corrado Guarino e Boris Savoldelli con il loro quintetto per presentare Core n’grato, insieme a Guido Bombardieri al sax alto e clarinetto, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Stefano Bertoli alla batteria. Una formazione che unisce voce, elettronica, pianoforte e fiati in un gioco continuo di rimandi e sorprese. Subito dopo, alle 22.15, sarà la volta del Roberto Gatto New Quartet, con Alessandro Presti alla tromba, Alfonso Santimone tra pianoforte, tastiere ed elettronica, Francesco Puglisi al contrabbasso e lo stesso Roberto Gatto alla batteria. Una delle grandi firme del jazz italiano che torna a Ivrea per portare sul palco la sua inesauribile capacità di rinnovarsi, fondendo tradizione e modernità.
Sabato 6 settembre il festival vivrà la sua ultima giornata eporediese, divisa tra l’energia giovane e sperimentale e la raffinatezza della grande voce. Alle ore 18 allo ZAC – Zone Attive di Cittadinanza di via Dora Baltea 40b, sarà protagonista il Fracture Ensemble Trio: Martino Olivero al violoncello, Salvo Paolo Quattropani alla chitarra e Mattia Zanlorenzi alla batteria. Un concerto gratuito, seguito da una degustazione, che dimostra la volontà del festival di portare la musica in spazi accessibili e di far dialogare il jazz con luoghi di aggregazione e partecipazione. In serata, alle 21.15 al Teatro Giacosa, arriverà invece Karima, con il progetto Canta Autori, accompagnata da Piero Frassi al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria. Una delle voci più potenti e raffinate della scena italiana, capace di interpretare il repertorio dei grandi cantautori con intensità, eleganza e una naturalezza che trasforma ogni brano in un’esperienza emozionale.
Il festival non si chiuderà con Ivrea, perché l’eco delle sue note proseguirà fino in Valle d’Aosta. Venerdì 26 settembre, alle ore 21.30, nella Sala Gran Paradiso del Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent, andrà in scena l’atto finale: Odwalla & Baba Sissoko – The World Percussion and Dance. Un progetto guidato ancora una volta da Massimo Barbiero, che insieme a Matteo Cigna, Stefano Bertoli, Alex Quagliotti, Doudù Kwateh, Cheikh Fall e Andrea Stracuzziporterà sul palco una vera esplosione di percussioni: marimba, vibrafoni, tamburi, djembè, kora, in un turbine di ritmi ancestrali e contemporanei. Con loro la voce di Gaia Mattiuzzi, le danzatrici Sellou Greuet, Rocio Garcia Fernandeze Roberta Tirassa, e soprattutto il carisma del griot maliano Baba Sissoko, voce e tama, a incarnare quella contaminazione di culture che è il cuore stesso del festival. Sarà più che un concerto: un rito collettivo, un abbraccio di suoni e movimenti che chiuderà in maniera potente e suggestiva questa 45ª edizione.
I luoghi che ospiteranno il festival sono sparsi nel tessuto cittadino, dal cuore di via Arduino con Discoccasione e Spritz, agli spazi della memoria industriale come l’Archivio Storico Olivetti, fino allo ZAC, nato proprio come luogo di cittadinanza attiva. Una scelta che rende ancora più evidente il legame del festival con la città e con la comunità, perché il jazz qui non resta confinato ai palchi, ma vive tra la gente, nei luoghi del quotidiano. Per i biglietti e le prevendite ci si può rivolgere all’Associazione Il Contato del Canavese (0125 641161, www.ilcontato.it) oppure alla Galleria del Libro di via Palestro 70 (0125 641212, info@lagalleriadellibro.it).
In quarantacinque anni, il festival ha saputo reinventarsi senza mai perdere la sua identità, e anche quest’anno promette di trasformare Ivrea in una città che suona, vibra e respira arte. Non un semplice calendario di concerti, ma un’esperienza che unisce pubblico e artisti, passato e presente, tradizione e avanguardia. Una contaminazione continua che trova nel jazz la sua lingua madre, ma che non ha paura di attraversare confini, costruendo ponti tra mondi diversi. E così, a settembre, Ivrea tornerà a essere non soltanto spettatrice, ma protagonista di un grande spartito collettivo.
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