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14 Luglio 2025 - 14:47
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Data di inizio 30.07.2025 - 08:00
Data di fine 30.07.2025 - 11:00
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È facile dimenticarsene, quando si preparano le valigie, si stacca la spina e si pensa finalmente alle vacanze. Eppure, mentre la vita rallenta e le città si svuotano, negli ospedali non si ferma niente. Nemmeno il bisogno di sangue. Anzi: d’estate, con l’aumento degli incidenti, con i reparti oncologici che non chiudono mai e con l’attività chirurgica che continua a pieno ritmo, le sacche di sangue diventano più rare, più preziose, più urgenti.
Per questo anche Favria, piccolo comune del Canavese, lancia un segnale. Lo fa organizzando, mercoledì 30 luglio, una giornata di donazione aperta a tutti, dalle 8 alle 11 nel cortile interno del Municipio. Serve prenotarsi, come ormai d’abitudine per ragioni di sicurezza e logistica, chiamando il 333 1714827. Ma il senso dell’iniziativa è chiaro: prima di partire, pensate a chi non può permettersi nemmeno un’ora di pausa. Perché ci sono pazienti che senza una trasfusione non arrivano al giorno dopo.
Non si tratta di retorica, ma di numeri. Ogni giorno in Italia servono circa 1.800 trasfusioni. La disponibilità di sangue non si produce in laboratorio, non si può fabbricare, non si può ordinare su Amazon. O c’è, o non c’è. E se manca, gli interventi si rimandano, le cure si sospendono, le emergenze si affrontano peggio. Il sangue arriva solo da un gesto volontario, da chi decide di perdere mezz’ora e guadagnare dignità. Che poi è il vero punto: si può vivere ignorando tutto questo, oppure si può scegliere di far parte della risposta.
A Favria, il 30 luglio, ci sarà l’occasione. Si può partecipare se si ha tra i 18 e i 60 anni (per la prima donazione), oppure anche fino ai 70 se si è donatori abituali e in buone condizioni. Bisogna presentarsi con un documento d’identità, a stomaco non vuoto ma nemmeno pieno: colazione leggera, evitando latte e derivati. Poche regole. Pochi minuti. Ma un gesto che ha ancora senso, in un’epoca dove tutto corre e tutto è effimero.
Non è la prima volta che il Comune di Favria mette a disposizione i propri spazi per questo tipo di raccolte. Ma proprio per questo, ogni appuntamento estivo diventa una cartina di tornasole della coscienza collettiva. I dati degli ultimi anni mostrano un calo generalizzato delle donazioni nei mesi di luglio e agosto. Si cerca di invertire questa tendenza, ma la verità è che senza un impegno diffuso, senza una sensibilità condivisa, le iniziative locali rischiano di rimanere poco più che un gesto simbolico.
Eppure, basterebbe poco: non solo partecipare, ma anche parlarne. Diffondere l’informazione. Far sapere che a Favria, quel mercoledì, si può fare qualcosa di utile. Perché ogni donatore che si aggiunge è un margine di sicurezza in più per chi, tra i letti di un reparto, aspetta. E spera. E magari non sa nemmeno che la sua vita dipenderà dalla generosità di uno sconosciuto.
Il resto sono chiacchiere. La donazione è una delle poche cose concrete che ognuno può fare davvero. Senza slogan, senza selfie, senza campagne social. Solo con un braccio teso e un po’ di tempo. Il 30 luglio si potrà farlo anche a Favria. Ma chi vuole aspettare settembre, si ricordi che le emergenze – quelle vere – non aspettano mai.
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