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Una mostra monumentale per Giorgio Moiso alla Fornace Pagliero

189 formelle per raccontare il gesto creativo di Moiso

Una mostra monumentale per Giorgio Moiso alla Fornace Pagliero

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Un pannello di trenta metri quadrati. Centottantanove formelle. Un’esplosione di colore e materia che racconta l’anima di un artista fuori dagli schemi. È questo il cuore della mostra “Colore, Materia, Gesto”, antologica dedicata a Giorgio Moiso (Cairo Montenotte 1942 – Savona 2019), che verrà inaugurata il 10 maggio alle ore 11 presso il Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero 1814, in frazione Spineto 61, a Castellamonte.

La mostra, curata da Antonella Gulli e accompagnata dal testo critico del dottor Domenico Iaracá, resterà aperta al pubblico dall’11 al 25 maggio con ingresso gratuito per gli abbonati Torino Musei. Un’occasione preziosa per immergersi nel gesto pittorico e plastico di Moiso, tra tele, ceramiche, musica e performance. Gli orari di visita: festivi e prefestivi 10-12.30 e 15-18.30; feriali solo il pomeriggio 15-18.30; lunedì chiuso. Info sul sito www.fornacepaglierocastellamonte.it o al numero 3774390604.

Per Daniele Chechi, titolare del centro, questa mostra è un ritorno emozionante: “Moiso è stato a lungo attivo in Fornace, dove già nel 2010 realizzò un grande pannello durante una performance. Stavolta esporremo un’opera ancora più grande. Un diamante di 189 formelle, realizzato e ultimato proprio qui. Sarà il fulcro dell’esposizione, collocato in uno dei cortili interni. Un simbolo. Un’eredità artistica permanente”.

Giorgio Moiso

E proprio la permanenza è uno dei valori forti di questa iniziativa. Dopo Castellamonte, l’antologica si sposterà a Savona dal 29 novembre, alla Galleria Gulli Arte. Ma prima tornerà a risplendere in estate, dal 23 agosto al 14 settembre, in concomitanza con la Mostra della Ceramica di Castellamonte.

“Un nucleo importante di opere – scrive Iaracá – racconta la vocazione performativa di Moiso: musica, colore, gesto. Le sue grandi tele e ceramiche mostrano l’impronta viva della mano, il colore che permea la materia. L’opera “Tappeto da viaggio” rinsalda il legame tra Albisola e Castellamonte, tra luogo di creazione e luogo di cottura. Rimarrà in permanenza qui, dove è nata”.

La curatrice Antonella Gulli sottolinea l’intensità musicale che attraversava il lavoro dell’artista: “Suonava la batteria, amava il jazz. Dipingeva durante le performance musicali. Nelle sue mani la materia diventava segno, parola, figura. Un corpo a corpo con la terra”.

Tra le opere esposte anche il passaggio dalla mimesi all’informale, con gli Alberi e i Canneti, dove la verticalità si trasforma in vibrazione cromatica. Un viaggio totale dentro l’anima di un artista che ha fatto della ceramica, del colore e del gesto un’unica, potente voce.

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