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Sterminio in Europa: una mostra a Ivrea per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto

Nell’androne del Municipio, l’ANPI inaugura un’esposizione per la Giornata della Memoria, ricordando le vittime dei lager nazisti e il valore della Resistenza

Sterminio in Europa: una mostra a Ivrea per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto

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Venerdì 24 gennaio 2025, l’androne del Municipio di Ivrea ha ospitato l’inaugurazione della mostra “Sterminio in Europa – Perché ricordare”, un evento promosso dall’ANPI – Sezione di Ivrea e Basso Canavese, in occasione dell’80° anniversario della liberazione di Auschwitz. L’esposizione, che resterà aperta fino al 28 gennaio, si propone di raccontare l’orrore dei campi di sterminio nazisti e di sottolineare l’importanza della memoria come strumento per costruire un futuro migliore.

Secondo Mario Beiletti, presidente dell’ANPI di Ivrea e Basso Canavese, “ricordare deve essere un imperativo costante, per la nostra dignità di esseri umani, per la nostra identità sociale, per capire la nostra storia e costruire il nostro futuro evitando gli errori del passato”. Parole che hanno introdotto il tema centrale della mostra: l’omaggio alle vittime dei lager e a tutti coloro che, in forme diverse, opposero resistenza al regime nazista.

Beiletti ha voluto sottolineare come la Resistenza non sia stata solo la lotta armata dei partigiani sulle montagne, ma un fenomeno che ha coinvolto interi strati della società. “Lo furono i militari italiani di Cefalonia, annientati dalle truppe tedesche; lo furono gli internati militari che, rifiutando di aderire alla Repubblica Sociale, pagarono il prezzo della deportazione; lo furono i deportati, gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali, i politici, le popolazioni considerate ‘sotto-uomini’. Ogni loro respiro fu una forma di resistenza”.

mostra

Il presidente ha poi ricordato il significato simbolico del 27 gennaio 1945, giorno in cui le truppe sovietiche liberarono Auschwitz, portando alla luce la terribile realtà dello sterminio nazista. “Chi tornò dai lager non venne creduto. Primo Levi ci ha insegnato che l’universo concentrazionario era impossibile da raccontare. Chi sopravvisse, spesso, si sentì sopraffatto dal senso di colpa, chiedendosi perché fosse vivo mentre i suoi cari erano morti”.

La mostra, composta da pannelli esplicativi e testimonianze visive, invita i visitatori a riflettere sull’impatto umano di quella tragedia, ribadendo l’importanza della pace come valore universale. Beiletti ha concluso il suo intervento con un toccante appello: “Facciamo in modo che in futuro, nel vento volino soltanto gli aquiloni. Ricordare significa dedicare questa Giornata della Memoria a chi è volato nel fumo dei camini, per fare in modo che non accada mai più”.

L’invito a visitare l’esposizione è rivolto a tutta la cittadinanza. La memoria non è solo un dovere, ma una responsabilità collettiva per preservare la dignità umana e impedire che l’orrore si ripeta.

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