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MONCALIERI

"Antico Testamento" di Vacis alle Fonderie Limone

Il regista settimese con gli attori di PoEM a Moncalieri per una nuova trilogia

"Antico Testamento" di Vacis alle Fonderie Limone

Gabriele Vacis

Dettagli evento

Dal 14 al 26 gennaio, la prima parte per raccontare il nostro modo di stare al mondo

Martedì 14 gennaio alle ore 20.45 debutta, in prima nazionale, alle Fonderie Limone di Moncalieri, Antico Testamento, il primo spettacolo che compone la La trilogia dei libri, progetto pluriennale con la regia e l’adattamento di Gabriele Vacis, nuova produzione del Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale in collaborazione con PoEM (Potenziali Evocati Multimediali) Impresa Sociale. 

Dopo la Trilogia della guerra, in cui Vacis e PoEM avevano indagato tre grandi classici del teatro greco, il nuovo progetto de La trilogia dei libri sarà dedicato ai testi sacri delle religioni monoteiste e si concentrerà, nei prossimi due anni, su Nuovo Testamento e Corano.

In scena (in ordine alfabetico) Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Kyara Russo, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera. La scenofonia e gli ambienti sono di Roberto Tarasco, il suono è di Riccardo Di Gianni e i cori sono a cura di Enrica Rebaudo. Lo spettacolo resterà in scena per la stagione in abbonamento fino a domenica 26 gennaio 2025. 

Gli attori di Potenziali Evocati Multimediali sul palco

Nel III secolo a.C., sotto il regno di Tolomeo II, una commissione di settantadue sapienti ebrei fu incaricata di tradurre in greco il Pentateuco, ovvero i primi cinque libri della Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Le narrazioni contenute in questi libri sacri rappresentarono un vero e proprio spartiacque, relegando il mito, che fino a quel momento era stato il principale strumento per spiegare le origini e l'ordine del mondo, a una sfera di fantasia. Il linguaggio dell'Antico Testamento, intriso di simbolismi e significati profondi, pone la sfida di una lettura che sappia cogliere non solo il messaggio religioso, ma anche il contesto storico e culturale in cui quei testi furono scritti.

Gabriele Vacis e gli artisti di PoEM si sono confrontati con queste domande, tentando di restituire la poesia e la profondità di quei testi millenari attraverso un linguaggio che parla all'uomo di oggi, ricucendo il legame tra passato e presente e donando nuova vita alle parole che, pur distanti nei secoli, continuano a risuonare con forza nelle coscienze.

«La Trilogia della guerra, Prometeo, Sette a Tebe e Antigone e i suoi fratelli – scrive Gabriele Vacis nelle sue note allo spettacolo – ha avvicinato PoEM ai testi antichi, alle nostre radici “greche”: siamo tutti greci, diceva Borges. E anche l’Antico Testamento, come lo conosciamo noi viene da quel mondo. Ad Alessandria d’Egitto, nel III secolo avanti Cristo, una settantina di sapienti traducono in greco i primi cinque libri della Bibbia. Sta finendo l’epoca dei tragici ma l’humus culturale è quello, un ambiente di scambi profondi tra la Grecia, l’Egitto, tutto il medio Oriente. Un momento che, innegabilmente, ha fondato il nostro modo di stare al mondo, ha modellato il prima e governato il dopo, e che spesso, senza che ci rendiamo ben conto del come e del perché, fonda le relazioni che abbiamo, le scelte che facciamo, i giudizi che diamo, i diritti che abbiamo, le leggi che rispettiamo.

Nella Trilogia della guerra siamo andati a cercare le ragioni di scelte, giudizi, diritti e leggi che continuano a gettarci nei conflitti. Ho provato a capire come queste antiche parole ci parlano ancora, cosa hanno da dire a dei giovani di questo millennio. A quel punto è stato naturale continuare il lavoro sull’altro grande serbatoio di antiche scritture: i libri sacri. Così abbiamo pensato ancora a una trilogia che porterà in scena l’Antico Testamento nel 2025, il Nuovo Testamento nel 2026 e il Corano nel 2027.

Quindi abbiamo cominciato a leggere l’Antico Testamento. Per alcuni dei ragazzi di PoEM era la prima volta. Ma non è stato difficile appassionarsi alle storie della creazione e dei patriarchi. Quello che si è capito subito è che i primi cinque libri della Bibbia, che sono più o meno uguali alla Torah, raccontano la creazione come separazione. Dio è quello che separa il cielo dalla terra, le acque dall’asciutto, il buio dalla luce. Poi racconta una migrazione, come se l’esodo fosse l’elemento costitutivo di una patria. Il terzo grande tema è la costruzione di un popolo, di una grande famiglia. 

Cosa ci dicono veramente i libri sacri su questi grandi temi? Come usciamo dalle secche delle banalizzazioni, delle volgarizzazioni e delle strumentalizzazioni che delle parole, quelle antiche come quelle attuali, fanno le tecnologie di comunicazione?

Dalla lettura del Pentateuco – da un po’ di anni faccio così – estraggo domande che pongo agli attori. Le domande richiedono come risposta storie piuttosto che opinioni. Non chiedo: secondo te come dovrebbe essere l’Eden? Ma: quando sei stata, quando sei stato nell’Eden? Non chiedo: è giusto che creare significhi separare? Ma: quando hai vissuto una separazione? Cosa è nato da quella separazione? Non chiedo: è giusto accogliere i migranti? Ma: quando hai affrontato una migrazione? Rispondendo a domande come queste, gli attori raccontano vicende personali, che poi vengono riprese, intrecciate, contraffatte e generano una drammaturgia che ha a che fare noi, con me che sono nato quand’è nata la televisione e ho cominciato a usare il computer a trent’anni e una dozzina di ragazze e ragazzi che sono nati solo qualche anno prima di Facebook, che infatti, per loro, è roba vecchia. L’esito è sempre sorprendente. È un modo per liberarsi da pregiudizi e cliché, da conformismi che ci spingono a far uso del nome di Dio per il falso».

FONDERIE LIMONE MONCALIERI | DAL 14 AL 26 GENNAIO 2025 | PRIMA NAZIONALE

LA TRILOGIA DEI LIBRI 

ANTICO TESTAMENTO

con (in ordine alfabetico) Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Kyara Russo, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera

regia e adattamento Gabriele Vacis

scenofonia e ambienti Roberto Tarasco

suono Riccardo Di Gianni

cori Enrica Rebaudo

Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale

in collaborazione con PoEM Impresa Sociale Potenziali Evocati Multimediali

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