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Teatro

“Dove eravamo rimasti” con Massimo Lopez e Tullio Solenghi al Teatro Colosseo

Il nuovo spettacolo di arte varia – come direbbe Paolo Conte – scritto in collaborazione con Giorgio Cappozzo e con la partecipazione musicale della Jazz Company diretta dal Maestro Gabriele Comeglio.

Tullio Solenghi e Massimo Lopez

Spettacolo teatrale “Dove eravamo rimasti”

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È definito uno spettacolo di arti varie quello portato in scena da Massimo Lopez e Tullio Solenghi, debuttato con successo lo scorso 10 novembre al Teatro Comunale di Ferrara e dal 1 al 4 febbraio presente al Teatro Colosseo di Torino.

I due attori hanno chiamato questa nuova messa in scena prendendo a riferimento il loro precedente show teatrale interrotto a causa del covid ed è proprio quel “Dove eravamo rimasti” del titolo a ricongiungersi idealmente al precedente.

A fare da motore per la ripresa è Il sapore di un ritrovarsi con un pubblico che li segue affettuosamente da anni e i cui spettatori vengono visti dai due come parenti, quasi facenti parte di una famiglia allargata. È così che vengono chiamati i numerosi astanti assisi in poltrona pronti ad applaudirli. A essi si rivolgono Lopez e Solenghi prima ancora che si apra il sipario per una breve presentazione di quello che verrà proposto sul palco.

Intanto, a fare in modo che non manchino le risate necessarie per corroborare e giustificare le loro “fatiche”, ricorrono a un fumogeno formato da due sostanze il cui nome è di ardua pronuncia che invade la parte alta della sala e che agisce sulle sinapsi dei presenti inducendoli al riso.

 E l’ilarità non manca di certo fin dal primo sketch che viene proposto, quello di una lectio magistralis che Lopez nel ruolo di Vittorio Sgarbi impartisce al maltrattato allievo Solenghi. Segue poi il numero dove il Presidente Mattarella vorrebbe entrare a far parte del mondo del cinema e chiede a Papa Francesco di intercedere presso il Paradiso affinché con un miracolo si possa realizzare il suo desiderio. Ma poi si scopre che nell’aldilà ormai le cose sono cambiate, non è così facile ottenere favori divini, appare in video anche la figura di Ratzinger (Solenghi) che si lamenta perché non è stato ancora santificato mentre viene intervistato da Maurizio Costanzo (Lopez).

Lopez e Solenghi: il Teatro è un'arte in divenire, non una cartolina dei ricordi

 Particolarmente esilarante la lettura che Solenghi fa della poesia “A Silvia” di Leopardi recitata in tanti dialetti diversi, come lo è la gag del litigio tra le assistenti vocali Alexia (Lopez) e Siri (Solenghi) e anche il racconto della favola “Cappuccetto rosso” in un linguaggio che non si presti ad accezioni che potrebbero essere ritenute politicamente scorrette. Non manca la riproposta dello storico sketch che si svolge nella sala di attesa del dentista e che appartiene al genere dell’avanspettacolo

 Sono tante altre le scene comiche che si susseguono, fanno parte del cospicuo bagaglio comico che ha accompagnato i due attori nel corso della loro carriera, e che sono arricchite di trovate nuove che le rendono più attuali e in larga parte satiriche perché, così Solenghi in conferenza stampa: “Il teatro deve esulare dal politicamente corretto, la narrazione deve avere una sorta di libertà. La satira dà l’idea della salute di una nazione”

 Per la tipologia dello spettacolo, inoltre, è possibile aspettarsi che ogni serata possa assumere le vesti di un lavoro in progress, con le prime recite di durata inferiore a quelle successive che invece acquisterebbero tempi più lunghi.

Le arti varie alle quali fa riferimento il genere dello spettacolo sono da ricercare nell’eterogeneità delle proposte offerte che comprendono, accanto ai numeri comici, interventi video e musicali. Sul palco il quartetto musicale della Jazz Company diretta dal Maestro Gabriele Comeglio che accompagna le canzoni cantate dai due protagonisti. 

Momento commovente dello spettacolo, che non poteva mancare, è il ricordo di Anna Marchesini della quale appaiono sullo schermo del fondale diverse sue foto che la ricordano. A evocarla è Solenghi nella toccante canzone di Gianmaria Testa “Dentro la tasca di un qualunque mattino”.

Trio

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