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Valerio Liboni dei Nuovi Angeli torna a Bollengo con la sua musica

Il 20 settembre in piazza Statuto un concerto che ripercorre la carriera del batterista, cantautore e autore torinese, dagli anni dei Nuovi Angeli agli inni del Toro, tra canzoni indimenticabili e storie di vita vissuta

Valerio Liboni dei Nuovi Angeli torna a Bollengo con la sua musica

Valerio Liboni dei Nuovi Angeli torna a Bollengo con la sua musica

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C’è un filo rosso che lega la musica alla memoria, le note ai luoghi che le hanno accolte. A Bollengo quel filo si riannoda sabato 20 settembre 2025, quando Valerio Liboni tornerà in piazza Statuto per un concerto che non sarà soltanto un’esibizione, ma un vero e proprio racconto in musica, una vita intera messa in scena attraverso brani, storie, emozioni.

Non è la prima volta che Liboni calca il palco del paese: nell’estate del 2011 c’era arrivato con i suoi Nuovi Angeli, la band che aveva fatto sognare generazioni con canzoni come Donna felicità, Singapore e Anna da dimenticare. Ma questa volta l’atmosfera sarà diversa: non più un viaggio condiviso con il gruppo, bensì un ritorno personale, intimo, che intreccia passato e presente, memoria e futuro.

Figlio d’arte, cresciuto in una famiglia in cui il palcoscenico era di casa – con un padre, Gianni Liboni, spalla di Erminio Macario, e una bisnonna, Virginia Fleury, diva del cinema muto – Valerio sembra aver respirato spettacolo e musica fin dall’infanzia. E quelle radici artistiche lo hanno spinto presto dietro una batteria: nel 1969 con i Ragazzi del Sole, poi nel 1971 fondando La Strana Società, che con la celebre Pop corn entrò nelle case e nei cuori degli italiani.

Da lì, la strada non si è più fermata. Sanremo, tournée, sale d’incisione, collaborazioni che hanno fatto epoca. Con i Nuovi Angeli arrivano i successi che ancora oggi, a distanza di decenni, vengono canticchiati con un sorriso di nostalgia. E intanto nasce un’altra anima di Liboni: quella di autore. Scrive per Macario un brano che finisce in hit parade, inventa Che fico per Pippo Franco, regala a Fiorella Mannoia E muoviti un po’, dimostrando di saper parlare linguaggi diversi con la stessa naturalezza.

Ma Liboni non si ferma mai a una definizione: è batterista, cantautore, autore, produttore. È l’artista che nel 1987 sceglie di portare la musica dentro tredici carceri italiane, raccogliendo le poesie dei detenuti e trasformandole in canzoni di libertà. Un gesto di coraggio e sensibilità che si fa memoria collettiva in un disco unico, Lucifero, inciso da voci note come Rettore e Mal.

E poi ancora gli anni Novanta, i progetti condivisi, i dischi con i Ragazzi del Sole, le esperienze con i Mitici, fino ad arrivare ai duetti e alle collaborazioni più recenti. Fino a quel canto che più di ogni altro lo ha consegnato alla storia sportiva di Torino: Forza Toro olé, l’inno che per quindici anni ha fatto vibrare lo stadio, seguito oggi da Ancora Toro, colonna sonora dei tifosi granata.

A Bollengo, sabato sera, non sarà solo la musica a parlare. Saranno le storie dietro ogni brano, i volti che riaffiorano nella memoria, la Torino che cambia, il pubblico che si riconosce in melodie che hanno attraversato generazioni. Sarà un concerto che avrà il sapore delle radici e delle rinascite, dell’ironia di un autore capace di scrivere per Macario e della passione di chi sa trasformare le emozioni in cori da stadio.

Sarà, in fondo, un grande abbraccio tra Valerio e il suo pubblico. Perché la musica, come la vita, non si misura mai solo in battute o in spartiti, ma nelle vibrazioni che lascia dentro chi ascolta...

Valerio liboni

nuovi angeli

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