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Le Spille d’Oro tornano al cimitero per salutare Adriano Olivetti

Sabato 11 ottobre, tra fiori e commozione, l’omaggio alla tomba dell’ingegnere che sognò un mondo più giusto. Poi la messa a San Grato e il pranzo a Tavagnasco: la memoria che unisce le generazioni nel nome di Olivetti

Le Spille d’Oro tornano al cimitero per salutare Adriano Olivetti

Adriano Olivetti

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Ivrea si fermerà, ancora una volta, per un appuntamento che è molto più di una tradizione. È un rito civile, un atto d’amore, una promessa che si rinnova. Le Spille d’Oro Olivetti torneranno al cimitero cittadino per rendere omaggio ad Adriano Olivetti, l’ingegnere visionario che con la sua fabbrica ha insegnato a generazioni di uomini e donne che il lavoro può essere cultura, giustizia e bellezza.

L’appuntamento è fissato per sabato 11 ottobre 2025, alle ore 9.30, nel piazzale del Cimitero di Ivrea. Come ogni anno, sarà deposto un omaggio floreale sulla tomba dell’Ing. Adriano Olivetti, accanto alla moglie Grazia Galletti. Poi il corteo si muoverà verso il monumento cittadino dedicato a Camillo Olivetti, fondatore della fabbrica e padre di Adriano, per un secondo momento di raccoglimento.

Un filo invisibile ma tenace lega ogni anno i presenti a quei due nomi incisi nel marmo. Non c’è retorica, non c’è celebrazione: c’è solo la consapevolezza che la loro idea di impresa — dove la dignità dell’uomo vale più del profitto — continua a vibrare nelle strade, nei ricordi e persino nei silenzi della città.

Negli anni passati

Alle ore 11.00, la cerimonia proseguirà nella chiesa di San Grato a Borghetto, dove sarà celebrata la Messa in suffragio delle Spille d’Oro defunte. Una liturgia sobria e intensa, come sempre, per ricordare chi non c’è più ma ha lasciato un’impronta indelebile nel tessuto umano e morale dell’Olivetti.
Negli anni, in quella piccola chiesa, si sono intrecciati sguardi e lacrime, storie di vita e di fabbrica, amicizie nate dietro le scrivanie e mai dimenticate. È lì che la comunità olivettiana ritrova se stessa, anno dopo anno, nel segno della gratitudine.

E, come da tradizione, la giornata si chiuderà con il pranzo sociale delle Spille d’Oro, che quest’anno si terrà alle ore 12.45 al ristorante “Le Alpi” di Tavagnasco. Un momento conviviale, ma anche un’occasione per scambiarsi ricordi, fotografie, aneddoti, e per rinnovare quel legame che unisce ancora oggi i lavoratori di un tempo e i loro eredi ideali.
Perché la vera eredità di Adriano Olivetti non sta solo nei suoi libri, nei progetti o nelle macchine da scrivere, ma in questo sentimento di comunità che non si è mai spento.

Nei prossimi giorni le Spille d’Oro si recheranno anche a Biella, al cimitero ebraico, dove è sepolto Camillo, scomparso nel dicembre del 1943, per quanto, come ormai è noto, non fosse di fede ebraica ma “unitariano”. A raccontarcelo era stato proprio Matteo Olivetti.

“Diciamo che mio bisnonno per quasi tutta la sua vita ha creduto in Dio ma non nelle religioni” - ci aveva spiegato - “Poi nel 1934, alla morte di sua figlia, cade in una vera e propria crisi esistenziale e aderisce ufficialmente alla Chiesa Unitariana che aveva scoperto studiando negli Stati Uniti presso la Stanford University. Fu lì che, ad un certo punto, si stupisce della decisione del rettore di mettere a disposizione uno stesso luogo per tutte le religioni del mondo…”.

Unitarianismo o “socianismo”, dal nome dei pensatori e riformatori senesi Lelio Sozzini (o Socini) e Fausto Sozzini (o Socini). Troppo complicato sarebbe spiegarne qui la dottrina. In sintesi, possiamo dire che da un lato c’era la negazione della preesistenza di Cristo e, pertanto, della sua divinità, e dall'altro l'accettazione della nascita da una vergine. I sociniani giunsero a un’interpretazione delle scritture basata sul rispetto delle altre fedi religiose, sul libero arbitrio, sulla libertà di coscienza, sulla tolleranza e sul rifiuto di ogni dogma non dimostrabile con la ragione. I sociniani sostengono l'esistenza di un solo Dio, padre creatore, che non ha tracciato la strada dell'essere umano, ma lo ha messo nella condizione di costruirsela con le sue libere scelte. Eccetera… eccetera…

Per la cronaca, l’Associazione Spille d'oro, oggi presieduta da Matteo Olivetti ha avuto come primo presidente onorario Arrigo Olivetti e come presidente effettivo Giuseppe Chiantore. A essi sono seguiti Agostino Sanvenero, Piero Rozzi, Plinio Cilento, Mario Caglieris, David Olivetti (padre di Matteo) e infine Laura Federica Salvetti, la prima donna.

Che cos’è l’Associazione Spille d’oro?

L’Associazione Spille d’oro L’Associazione Spille d’Oro Olivetti, apolitica, aconfessionale, senza finalità di lucro, accoglie gli ex dipendenti del Gruppo Olivetti che hanno compiuto 25 anni di servizio in Azienda, al cui compimento sono stati insigniti della “Spilla d’Oro”, in ricordo del dono che il fondatore Camillo Olivetti fece alla moglie, Luisa Revel nel 1913, all’uscita della millesima M1, la prima macchina per scrivere. 

All’Associazione possono anche iscriversi, come soci aderenti gli ex dipendenti del Gruppo Olivetti, anche se non hanno raggiunto i 25 anni di anzianità di lavoro, i coniugi superstiti, i famigliari, i simpatizzanti, che partecipano o desiderano partecipare alle attività associative e che condividono i valori Olivetti. 

L’Associazione è presente anche fuori del Canavese con le sei delegazioni di Crema, Marcianise, Massa, Milano, Pozzuoli e Roma. 

Nel 1933, in occasione del venticinquesimo anniversario di fondazione dell’Azienda, Camillo Olivetti insignì della “Spilla d’Oro”, i dipendenti con venticinque anni di servizio. Alla vigilia della seconda guerra mondiale le “Spille d’Oro” erano 35. 

Nel dicembre del 1946, per iniziativa di un gruppo di anziani, fu costituita l’Associazione “Spille d’oro” “con lo scopo di mantenere e rinsaldare i vincoli di fratellanza tra i vecchi dipendenti della Olivetti” Passata la guerra, la consegna delle “Spille d’oro” riprese nel 1948, quando l’ingegner Adriano Olivetti, da dieci anni subentrato al padre alla guida della società, insignì del distintivo 116 anziani. 

“Per noi della seconda generazione della fabbrica -  disse in quella occasione -  Spille d’Oro’ e ingegner Camillo sono termini indissolubili: essi rappresentano la nostra storia, qualche cosa del passato che è necessario sia ancora presente, perché il nuovo non nasce che dal vecchio; e guai a quegli innovatori che non riconoscono che nel passato c’è qualche cosa che non si può uccidere, né distruggere, né trascurare”. 

Da allora l’Associazione si è andata sviluppando e consolidando, fino a contare oltre diecimila soci.

 La Olivetti è stata tra le prime aziende in Italia a voler ricordare, con la “Spilla d’Oro”, la fedeltà al lavoro ed all’azienda di operai, impiegati e dirigenti. Per i 50 anni della Olivetti, nel 1958, furono coniate anche le prime “Medaglie d’Oro” da assegnare ai lavoratori che avevano compiuto 35 anni di attività nell’azienda. 

Nel 1959 fu istituita la “Spilla d’Oro azzurra” da assegnare ai dipendenti con 25 anni dì servizio presso i concessionari e agenti della Olivetti. 

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