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Flavio Razetti, il ribelle col sorriso

Poeta, giornalista, oratore e commediografo: il libro di Adolfo Camusso restituisce voce e memoria a un canavesano geniale e irregolare. Presentazione il 19 giugno a Ivrea con Fabrizio Dassano

Flavio Razetti, il ribelle col sorriso

Adolfo Camusso

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Flavio Razetti, un nome che oggi potrebbe dire poco, ma che a inizio Novecento era sinonimo di vitalità culturale, provocazione artistica, impegno politico e passione per il proprio territorio. “Io nacqui in seguito ad uno spavento avuto da mia madre che cadde dall’asinello… Quindi fu facile trarre il mio oroscopo: settimino, proclamato dai do di petto equini e dagli applausi generali della platea paperesca; il mio destino era già stato scritto: oratore e commediografo”, scriveva di sé stesso con disarmante ironia e consapevolezza. Ed è proprio da qui che parte il libro di Adolfo Camusso, una monografia dedicata a questo personaggio eclettico, presentata giovedì 19 giugno 2025 alle ore 21:00 presso la sede dell’Associazione Giovane Montagna, in via Sant’Arborio Varmondo 7 a Ivrea. L’ingresso sarà libero fino ad esaurimento posti, e l’autore dialogherà con Fabrizio Dassano, in una serata che promette di riportare alla luce un protagonista dimenticato ma straordinariamente attuale.

Il volume, edito dall’Associazione Culturale “I Luoghi e la Storia” e stampato dalla Tipografia Baima Ronchetti di Castellamonte, raccoglie una vita intera fatta di parole, palchi, fughe, delusioni, incontri e battaglie. Flavio Razetti fu tutto insieme: giornalista, politico, oratore, artista, commediografo e poeta, ma anche un uomo segnato da un handicap fisico, da una vita familiare travagliata e da una profonda sete di giustizia. Non mancò di attraversare anche gli snodi più drammatici del Novecento: le due guerre mondiali, l’emigrazione in Sudamerica, l’adesione al primo socialismo piemontese, il passaggio al fascismo primigenio, vissuto con entusiasmo e poi abbandonato con profonda delusione. E ancora: il crollo della monarchia, l’amicizia con i duchi di Genova, e una morte che coincide simbolicamente con la fine di un’epoca.

Adolfo Camusso ha ricostruito questa vicenda umana attraverso una ricerca meticolosa durata anni. Il punto di partenza è stato un manoscritto conservato presso l’Archivio Scavini di Rivarolo, ma l’opera finale è il frutto di continui ritrovamenti, studi, piccoli saggi inediti che hanno progressivamente composto il mosaico di una vita fuori dagli schemi. Il libro esce all’interno del IV numero de “I Quaderni de L’Escalina”, supplemento del semestrale culturale omonimo edito a Ivrea dal 2012, che torna finalmente alla pubblicazione dopo un periodo di pausa. Una scelta editoriale significativa, perché riscoprire Flavio Razetti non è solo un esercizio di memoria, ma un atto culturale e politico, nel senso più alto e civile del termine.

Razetti non fu mai un uomo “comodo”. Fu piuttosto un intellettuale irregolare, un ribelle con stile, uno spirito liberoche incarnava un’idea di cultura profondamente legata al territorio eppure sorprendentemente cosmopolita. Nonostante le etichette affibbiate da chi ha provato a rinchiuderlo nel cliché del “personaggio locale”, la sua biografia racconta molto di più: l’esilio volontario, le contraddizioni, la ricerca di senso in un mondo che mutava troppo in fretta. E proprio questo suo essere sfuggente, difficile da collocare, lo rende oggi così interessante. Un uomo che ha visto tutto, vissuto tutto e scritto tutto, spesso in anticipo sui tempi.

La presentazione del libro sarà dunque più di una semplice rievocazione: sarà un’occasione per riflettere su come la storia, anche quella minore, spesso sappia offrire chiavi di lettura profonde sul presente. Flavio Razetti è il testimone dimenticato di un’epoca che è ancora la nostra, con le sue lacerazioni, le sue speranze e i suoi eterni ritorni. Grazie ad Adolfo Camusso, quel testimone torna a parlare.

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