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Evento
20 Maggio 2025 - 12:01
Gaza City
Dettagli evento
Data di inizio 24.05.2025 - 00:00
Data di fine 24.05.2025 - 00:00
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Sabato 24 maggio 2025 Ivrea scenderà in piazza per chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza, il riconoscimento dello Stato di Palestina e per dire no all’economia di guerra, alla militarizzazione della società e al genocidio del popolo palestinese.
A lanciare l’appello alla mobilitazione sono il Comitato Ivrea per la Palestina e il Presidio per la Pace di Ivrea, che invitano tutte e tutti a partecipare alla manifestazione con partenza alle ore 16 dalla stazione ferroviaria di Ivrea, in corso Nigra 91. Il corteo attraverserà le vie del centro cittadino – corso Nigra, corso Cavour, piazza Ferruccio Nazionale, via Piave, Lungo Dora, corso Botta, piazza Balla, via Palestro – fino a piazza Ottinetti, dove l’iniziativa si concluderà intorno alle 19 con musica, interventi e spazi di approfondimento.
Al centro della protesta c'è una denuncia chiara e radicale contro l’occupazione coloniale, l’apartheid, la repressione militare e la deportazione sistematica dei palestinesi. I promotori accusano Israele di crimini contro l’umanità e puntano il dito anche contro l’Occidente, l’Unione Europea e l’Italia, responsabili – con la loro complicità economica e politica – di alimentare un conflitto che ha già provocato decine di migliaia di morti, la distruzione di interi quartieri, la fame e la disperazione, soprattutto tra i bambini.
“I sopravvissuti alle bombe stanno lentamente morendo di fame, per primi i più piccoli. Non possiamo restare in silenzio davanti a questo sterminio”, spiegano le attiviste del comitato. Per questo, chiedono “sanzioni economiche vere, non simboliche”, la “sospensione dell’accordo di partenariato UE-Israele” e lo “stop immediato a ogni invio di armamenti verso Tel Aviv”.
Ma la lotta per la Palestina è anche una lotta contro la logica globale del riarmo e dell’imperialismo. L’attuale contesto internazionale – sottolineano gli organizzatori – è segnato da una crescente militarizzazione, da un aumento delle spese belliche e da un’economia che sottrae risorse vitali ai territori per investirle nella logistica militare e nel controllo sociale. Il piano europeo ReArm Europe, le politiche repressive introdotte con i decreti sicurezza, la precarizzazione del lavoro e la riduzione dei diritti sociali sono tutte facce della stessa medaglia. “Manifestare per Gaza significa anche difendere la sanità pubblica, l’istruzione, la libertà di dissenso e la dignità di chi lavora e vive nelle nostre città”, affermano.
Il corteo sarà animato da striscioni, cartelli, musica e interventi. In piazza Ottinetti saranno allestiti stand informativi dove sarà possibile approfondire diversi temi: dal boicottaggio BDS dei prodotti israeliani alla disobbedienza civile contro le banche armate che finanziano la produzione e il commercio di armi, dalla campagna per l’esposizione della bandiera palestinese sui municipi alla raccolta firme contro gli accordi bilaterali tra Italia e Israele. Saranno presenti attiviste e attivisti del territorio, artisti, musicisti e testimoni della resistenza palestinese, per costruire insieme una rete quotidiana di azione che vada oltre la giornata del corteo.
Il Comitato Ivrea per la Palestina e il Presidio per la Pace ricordano che questa mobilitazione si inserisce in un lavoro più ampio, che negli ultimi anni ha visto le due realtà impegnate anche nella costruzione del progetto Un ponte con Beit Ummar, in collaborazione con l’amministrazione comunale eporediese. Una testimonianza concreta di come la solidarietà possa diventare legame reale tra comunità, non solo dichiarazione di intenti.
Chi parteciperà alla manifestazione di sabato lo farà non solo per alzare la voce in favore di un popolo sotto assedio, ma anche per difendere i propri diritti, per opporsi a una società che investe sulla guerra invece che sulla vita, per ribadire – come si legge nel comunicato – “che la pace non si costruisce con le armi, ma con la giustizia”.
Perché dobbiamo esserci. Sabato 24 maggio Ivrea marcia per Gaza, per l’umanità, per noi stessi
Ci sono momenti in cui il silenzio è complicità. Momenti in cui voltarsi dall’altra parte equivale a essere corresponsabili. Sabato 24 maggio 2025, a Ivrea, si marcia per Gaza, ma non solo per Gaza. Si marcia per la vita, per l’infanzia violata, per la dignità umana calpestata sotto le bombe. Si marcia per non diventare ciechi, per non perdere anche noi, lentamente, la nostra umanità.
Perché in Palestina, sotto i nostri occhi, sta avvenendo un massacro senza fine. Più di 53.000 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’offensiva israeliana, la maggior parte delle quali donne e bambini . Non sono numeri. Sono persone. Corpi spezzati, famiglie annientate, bambini che non conosceranno mai la scuola, il gioco, la pace. Bambini che muoiono di fame, lentamente, nell’indifferenza generale. Bambini che non hanno più genitori, né casa, né speranza. Cosa resta di noi, se non riusciamo più a indignarci per questo?
La manifestazione di Ivrea non è solo simbolica. È un atto politico, civile e morale. È la dichiarazione di chi non accetta l’idea che i diritti umani valgano solo per qualcuno. Che ci siano vite di serie A e vite di serie B. Che l’Europa, l’Italia, l’Occidente possano continuare a proclamare valori democratici mentre vendono armi e chiudono gli occhi su crimini che gridano vendetta.
Ivrea marcia perché le parole non bastano più. Perché firmare un appello non ferma i droni. Perché ogni governo che continua a rifornire Israele di strumenti di guerra è parte del problema. Perché il nostro silenzio può uccidere quanto una bomba. Perché non possiamo più accettare che un popolo venga schiacciato, deportato, affamato nel nome della sicurezza di qualcun altro. “Mai più”, abbiamo detto studiando l’Olocausto. Mai più, ripetiamo ogni 27 gennaio. E allora? Cosa stiamo facendo, ora, mentre un altro popolo muore?
Chi sabato sarà in piazza a Ivrea non lo farà per ideologia, ma per amore. Per rabbia. Per coerenza. Perché non può guardare quelle immagini – gli ospedali distrutti, le madri con in braccio figli inerti, le macerie dove prima c’erano scuole – e dire “non mi riguarda”. Perché Gaza è lontana, sì. Ma è dentro ciascuno di noi. Perché un bambino che muore sotto le bombe ci riguarda tutti, come se fosse nostro figlio. E perché se perdiamo questa empatia, abbiamo perso tutto.
Ma non si scende in piazza solo per Gaza. Si scende anche per noi. Per denunciare un sistema che spende miliardi per armarsi, mentre taglia la sanità, la scuola, i servizi pubblici. Per opporsi a governi che reprimono il dissenso e normalizzano la violenza. Per dire che la pace non è uno slogan, ma una costruzione quotidiana fatta di scelte, anche scomode. Di boicottaggi, di informazione, di consapevolezza. Di presenza.
La manifestazione di sabato è anche una chiamata all’azione concreta. Per rompere i silenzi. Per cambiare le banche dove teniamo i risparmi se finanziano l’industria bellica. Per smettere di acquistare prodotti di aziende complici dell’occupazione. Per chiedere al nostro Comune di esporre la bandiera palestinese come gesto di solidarietà e presa di posizione.
C’è una frase, semplice, che rimbalza tra chi partecipa a questi cortei: “Io non posso restare in silenzio”. Ecco. Sabato non si va in piazza solo per solidarietà. Si va in piazza per urlarlo, insieme: non staremo in silenzio. Non accetteremo che il mondo si abitui all’orrore. Non permetteremo che il dolore venga normalizzato. Non accetteremo di vivere in una società anestetizzata.
La storia ci giudicherà anche da questo. Se saremo stati presenti. Se avremo scelto la parte giusta. Se avremo avuto il coraggio di alzarci, camminare, gridare. Sabato Ivrea sarà tutto questo. Un piccolo pezzo di mondo che dice no. Un piccolo popolo che marcia per tutti i popoli. Un pugno di volti, mani, cuori che scelgono la giustizia.
Ecco perché bisogna esserci. Perché ogni passo che faremo sabato sarà un grido per chi non può più parlare. Un abbraccio per chi non ha più nessuno.
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