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Luigi Bettazzi, il vescovo che parlava al mondo: Ivrea lo ricorda con un convegno pieno di vita

Sabato 12 aprile, a due anni dalla scomparsa, una giornata per ripercorrere l’eredità spirituale e civile di un pastore inquieto e profetico, che dal Canavese portò messaggi di pace e dialogo in ogni angolo del pianeta

Luigi Bettazzi, il vescovo che parlava al mondo: Ivrea lo ricorda con un convegno pieno di vita

Luigi Bettazzi

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Ci sono uomini che attraversano il tempo lasciando dietro di sé una scia di luce. Uomini che non si accontentano del loro tempo, ma lo sfidano, lo interrogano, lo redimono. Monsignor Luigi Bettazzi, per oltre 32 anni vescovo di Ivrea, è stato uno di loro. E sabato 12 aprile, a due anni dalla sua scomparsa, la città che lo ha accolto, ascoltato, a volte anche contrastato ma sempre amato, si riunisce per ricordarne il cammino straordinario, umano e spirituale, nel corso di un convegno che si svolgerà nell’Oratorio San Giuseppe di via Warmondo Arborio 6, con inizio alle 9.30.

L’iniziativa, fortemente voluta e organizzata dall’Associazione di Storia e Arte Canavesana (Asac), sarà un tributo corale a un uomo che ha vissuto per sfidare i confini – geografici, ideologici, ecclesiastici – spingendo la sua voce oltre ogni steccato. «Vogliamo ricordare degnamente la figura e l’opera di monsignor Bettazzi», afferma Tiziano Passera, presidente Asac e custode di molti ricordi personali con il vescovo, «una figura che ha segnato in profondità Ivrea e il Canavese e che ci ha lasciato nell’estate di due anni fa, a pochi mesi dal compimento del secolo di vita».

Il convegno vedrà interventi di altissimo livello: studiosi, teologi, collaboratori, amici, voci della Chiesa e del mondo civile, chiamati a riflettere su una personalità che ha saputo essere vescovo ma anche testimone scomodo, instancabile pellegrino di pace, presidente di Pax Christi a livello nazionale e internazionale per oltre vent’anni. Daniele Menozzi, Arrigo Miglio, Francesca Perugi, Silvio Faga, Matteo Zuppi, Massimo De Giuseppe, Padre Enzo Bianchi, Giuliana Bonino: nomi che raccontano da soli l’importanza di questa giornata, che si articolerà in due sessioni – mattutina e pomeridiana – e che sarà arricchita da documenti inediti, video, interviste storiche, testimonianze dirette.

A fare da filo conduttore, l’eredità viva di Bettazzi. La sua partecipazione al Concilio Vaticano II, che ne formò il pensiero e lo lanciò come voce alternativa nel panorama ecclesiale. La sua prolifica produzione letteraria su temi religiosi e sociali. La sua fede radicata e inquieta, capace di dialogare con il mondo, con la politica, persino con il marxismo, come testimonierà il filmato del 2014 a cura di Giovanni Avonto.

Ma anche il lato più personale, raccolto nel volume che sarà presentato in anteprima al pubblico del convegno: “Cronobiografia del Vescovo Luigi Bettazzi. Le date, i libri, i viaggi, il pensiero”, curato dallo stesso Passera. Un agile ma denso vademecum per orientarsi all’interno del “Pianeta Bettazzi”, come lo definisce il curatore: ottant’anni di vita, sessanta di battaglie, cento di visione.

L’evento è il frutto di un lavoro corale. «È stata un’organizzazione complessa, che ha richiesto molte energie», sottolinea ancora Passera, «per questo abbiamo coinvolto gli enti e le associazioni del territorio, trovando una risposta che conferma quanto Bettazzi sia ancora vivo nel cuore della comunità». Hanno dato il loro sostegno i Comuni di Ivrea(che ha concesso anche il patrocinio), Albiano, Bollengo, Caluso, Rivarolo Canavese, e il Rotary Club di Ivrea. Il convegno sarà inoltre seguito dalla pubblicazione degli Atti, prevista per il 2026, a sigillo di un progetto culturale e civile di lungo respiro.

In un tempo che sembra avere sempre meno spazio per le voci profonde e coraggiose, ricordare Luigi Bettazzi non è solo un atto di memoria, ma un gesto di resistenza morale. È rimettere al centro una visione di Chiesa che cammina con l’uomo, che si sporca le mani, che non ha paura del dubbio e del dialogo. Una Chiesa che sa ancora parlare di pace, giustizia, fratellanza, senza timore di sembrare fuori moda.

Ivrea, sabato, sarà tutto questo. Un giorno per dire grazie a un uomo che ha saputo guardare il mondo con occhi di Vangelo e piedi ben piantati sulla terra. Un giorno per ascoltare ancora, insieme, la sua voce.

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