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28 Gennaio 2025 - 17:06
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Data di inizio 06.02.2025 - 00:00
Data di fine 08.02.2025 - 00:00
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L’anno scorso è stato il 90° anniversario della morte di Francesco Ruffini, giurista, storico, politico e antifascista, e ora tre associazioni culturali eporediesi – Forum Democratico del Canavese Tullio Lembo, ASAC-Associazione di Storia ed Arte Canavesana e Associazione Mario Clemente – hanno organizzato un duplice appuntamento per celebrare la sua grande figura politica, scientifica e culturale.
La commemorazione, intitolata “Francesco Ruffini maestro di libertà. A novant’anni dalla scomparsa”, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, si terrà giovedì 6 febbraio, con un convegno a Ivrea, e sabato 8 febbraio, con una cerimonia a Borgofranco.
Due località scelte non a caso: a Ivrea, precisamente al Liceo Botta, Ruffini si diplomò, mentre a Borgofranco trascorse gli ultimi anni della sua vita ed è sepolto.
Il convegno del 6 febbraio si svolgerà a partire dalle 17 nella sala Santa Marta, e sarà moderato da Francesco De Giacomi.
Dopo i saluti istituzionali, tra cui quelli di Sonia Cambursano, consigliera delegata della Città metropolitana di Torino, interverranno: Mario Dogliani, professore emerito di Diritto costituzionale all’Università di Torino, che ricorderà il ruolo del grande studioso nelle ricerche sull’origine della libertà; Andrea Frangioni, storico, autore di una biografia del Ruffini, che inquadrerà il suo ruolo nella vita politica dei primi decenni del ‘900; Edoardo Pesce, ricercatore in diritto privato all’Università di Genova, che si è diplomato con lode al Liceo Botta.
I loro interventi saranno preceduti dai contributi di alcuni allievi delle ultime classi del Liceo: il convegno, infatti, oltre a commemorare Francesco Ruffini, intende rendere vivo il suo ricordo alle generazioni che si affacciano alla vita adulta.
La cerimonia di sabato 8 febbraio a Borgofranco comincerà alle 10.30, davanti alla casa di Ruffini e sarà allietata dalle musiche suonate dalla Banda musicale locale. Preceduti dai saluti istituzionali, si terranno gli interventi delle associazioni che hanno organizzato la commemorazione. Al termine, sarà deposta una corona di alloro sulla tomba.
Gli organizzatori ricordano che Francesco Ruffini “per il Canavese è una delle figure di rilievo nazionale degli ultimi 150 anni, accanto a Massimo D’Azeglio, Costantino Nigra, Giuseppe Giacosa, Adriano Olivetti e Piero Martinetti. Liberale cavouriano, giurista, senatore, ministro, strettamente legato a Croce e Albertini, è stato partecipe di molti snodi cruciali delle vicende italiane dell’epoca. Protagonista nella critica ai Patti Lateranensi e nel rifiuto imposto dal regime ai docenti universitari”.
Ruffini, infatti, è ricordato anche perché fu uno dei 12 docenti universitari italiani che nel 1931 rifiutarono il giuramento di fedeltà al regime fascista.
La commemorazione dei 90 anni, che si avvale del sostegno della Fondazione Ruffini, ha dei precedenti illustri: nel 1954 fu lo stesso Presidente della Repubblica Luigi Einaudi a commemorare uno dei suoi maestri a venti anni dalla scomparsa, mentre nel 1984 la sua memoria fu onorata, proprio a Borgofranco, da Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone.
Liberale cavouriano, giurista, senatore, ministro, strettamente legato a Croce e Albertini, Francesco Ruffini è stato partecipe di molti snodi cruciali delle vicende italiane dei primi decenni del ‘900. Protagonista nella opposizione al nascente fascismo, critico dei Patti Lateranensi e contrario al giuramento imposto dal regime ai docenti universitari.
Ricordiamo che nel 1954 era venuto a Borgofranco il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi a commemorare uno dei suoi maestri a venti anni dalla sua scomparsa e nel 1984 Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone lo ricordarono in cerimonie svoltesi a Ivrea e Borgofranco, dove Ruffini ha passato gli ultimi anni della sua vita.
Francesco Ruffini, nato a Lessolo il 10 aprile 1863, vissuto a Borgofranco d’Ivrea, è stato una figura di spicco nel panorama giuridico, storico e politico italiano. La sua vita è stata caratterizzata da un profondo impegno nello studio del diritto ecclesiastico e nella difesa delle libertà civili, con particolare attenzione alla libertà religiosa.
Dopo aver frequentato il Liceo Classico Carlo Botta di Ivrea, Ruffini si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Torino nel 1886. Iniziò la carriera accademica insegnando Diritto ecclesiastico nelle università di Pavia (1892) e Genova (1893-1899), per poi tornare a Torino, dove dal 1899 al 1908 ricoprì la cattedra di Storia del diritto italiano e successivamente quella di Diritto ecclesiastico fino al 1931. Il suo insegnamento si focalizzò sul tema della libertà religiosa e sui diritti di libertà sviluppatisi nel corso dei secoli. Tra i suoi allievi più illustri si annoverano Arturo Carlo Jemolo, Alessandro Galante Garrone, Piero Gobetti e Mario Falco.
Nel 1910, Ruffini fu nominato rettore dell’Università degli Studi di Torino, incarico che mantenne fino al 1913. L’anno successivo, nel 1914, fu nominato senatore del Regno d’Italia. Durante la sua carriera politica, ricoprì la carica di Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Boselli tra il 1916 e il 1917. Fu membro di prestigiose istituzioni accademiche, tra cui l’Accademia dei Lincei e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, e presiedette l’Accademia delle Scienze di Torino dal 1922 al 1928.
Convinto liberale e strenuo laicista, nel 1925 Ruffini fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascistiredatto da Benedetto Croce. Nel 1928, subì un’aggressione da parte di un gruppo di fascisti all’interno dell’Università di Torino; in sua difesa intervennero diversi studenti, tra cui Alessandro Galante Garrone e Dante Livio Bianco. Criticò apertamente i Patti Lateranensi del 1929, votando contro la loro ratifica. Nel 1931, insieme al figlio Edoardo Ruffini Avondo, fu tra i pochi docenti universitari che rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà al regime fascista, scelta che gli costò la cattedra.
Tra le sue opere più significative si annovera La libertà religiosa. Storia dell’idea (1901), in cui analizza le origini storiche dell’idea di libertà religiosa, evidenziando come essa sia emersa dalle guerre di religione che attraversarono l’Europa all’inizio dell’età moderna. Ruffini studiò anche la figura di Cavour, di cui fu grande estimatore, e approfondì il contributo italiano alla Riforma e la storia del giansenismo in Italia.
Francesco Ruffini morì a Torino il 29 marzo 1934. Alla sua memoria sono stati dedicati il Parco Ruffini a Torino, una statua nel porticato del Rettorato dell’Università di Torino in Via Po e il terzo piano della biblioteca del Campus Luigi Einaudi, contenente la collezione di volumi giuridici dell’Università di Torino. A Borgofranco d’Ivrea una piazza e un palazzo portano il suo nome.
La vita e l’opera di Ruffini rappresentano un esempio di integrità intellettuale e impegno civile, testimoniando una profonda dedizione alla ricerca della verità e alla difesa dei diritti fondamentali dell’individuo.
24 ottobre 1954, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi è a Ivrea alla cerimonia dello scoprimento del busto a Francesco Ruffini in piazza Ruffini (foto Archivio della Presidenza della Repubblica)
Ruffini con Oliveti
Punti essenziali della vita pubblica di Francesco Ruffini
Professore ordinario di diritto ecclesiastico a Torino dal 1908 al 1931
Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Torino dal 1904 al 1907
Rettore dell’Università di Torino dal 1910 al 1913
Senatore dal 1914 al 1928
Ministro della Pubblica istruzione dal 1916 al 1917
Presidente dell’Accademia delle scienze di Torino dal 1922 a 1928
Firmatario del Manifesto degli intellettuali antifascisti del 1925
Rifiuto di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista nel 1931
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