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Ciriè
15 Novembre 2024 - 15:04
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Data di inizio 23.11.2024 - 00:00
Data di fine 29.11.2024 - 00:00
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Il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, rappresenta un'occasione importante per riflettere su un fenomeno che continua a mietere vittime in ogni angolo del mondo. Istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, questa ricorrenza non è solo un momento di commemorazione, ma un richiamo all'azione per contrastare un problema che si manifesta in molteplici forme: violenza fisica, psicologica, economica e sessuale.
I dati che emergono dalle statistiche sono sconfortanti. In Italia, nel 2023, sono state 97 le donne uccise da uomini, di cui 64 da partner o ex partner. Una realtà che evidenzia come il pericolo per le donne sia spesso nascosto nelle relazioni più intime. Amnesty International, nel suo rapporto annuale, denuncia la persistente impunità per gli autori di questi crimini e l'assenza di supporto adeguato per le sopravvissute. In Messico, la situazione è altrettanto tragica, con una media di nove donne uccise al giorno, un dato che fa riflettere sulla diffusione di un fenomeno che non conosce confini culturali o geografici.
Amnesty International ha lanciato nel 2020 una campagna che sottolinea un principio fondamentale: "Il sesso senza consenso è stupro". Questa iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a modificare una mentalità che troppo spesso giustifica l’aggressore e colpevolizza la vittima. Una delle manifestazioni più potenti di questa campagna è la mostra "Com'eri vestita?", che espone gli abiti indossati dalle vittime di violenza al momento dell'aggressione, accompagnati dalle loro testimonianze. L'obiettivo è smantellare il pregiudizio che vede negli abiti un elemento scatenante, mostrando invece quanto comuni e ordinari fossero gli indumenti.
Anche la città di Ciriè si unisce a questa battaglia, organizzando una serie di iniziative per sensibilizzare la comunità.
Dal 23 al 25 novembre, la mostra "Com'eri vestita?" sarà esposta presso la Ipercoop, per poi spostarsi il 29 novembre nell’atrio del Salone del Consiglio Comunale di Palazzo D’Oria.
Qui si terrà una conferenza intitolata "L’abito non è responsabile. Storie di donne e di ordinaria violenza", introdotta da Ernesto Scalco, responsabile del gruppo Amnesty locale. Parteciperanno esperte come la dott.ssa Stefania Spinardi e la dott.ssa Cristina Donadio, che condivideranno le loro esperienze sul tema della violenza di genere e sui percorsi di supporto per le vittime.
Questa giornata non può limitarsi a un momento di riflessione simbolica. È necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni e della società civile per contrastare una cultura che ancora oggi normalizza la violenza e la riduce a una questione privata. In Italia, sebbene esistano leggi per combattere la violenza domestica, la loro applicazione è spesso carente, e la definizione di stupro nel codice penale rimane legata all’uso della violenza fisica, escludendo situazioni in cui manca il consenso.
La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani che non può essere ignorata. Ogni giorno, in ogni parte del mondo, ci sono donne che subiscono abusi, ragazze costrette a mutilazioni genitali, madri che partoriscono sotto i bombardamenti e bambine che crescono tra traumi e violenze. È una realtà che richiede un cambiamento culturale profondo, ma anche azioni immediate per proteggere le vittime e prevenire ulteriori crimini.
La partecipazione della cittadinanza agli eventi organizzati per il 25 novembre è un segnale importante di vicinanza e solidarietà. Iniziative come quelle di Amnesty International dimostrano che, sebbene la strada sia ancora lunga, il cambiamento è possibile. Il futuro da costruire deve essere un mondo in cui le donne non siano più costrette a vivere nella paura, ma possano godere di pari dignità e diritti. Non si tratta solo di commemorare una data, ma di trasformare ogni giorno in un’occasione per dire basta alla violenza contro le donne.
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