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Biblioteca di Ivrea, quale futuro? Il Laboratorio Civico lancia la sfida degli spazi pubblici inclusivi

Il 17 giugno in Santa Marta il secondo appuntamento di “Parliamo di biblioteca”. Con la professoressa Chiara Faggiolani e l’architetto Marco Muscogiuri si discuterà del ruolo della biblioteca come spazio di benessere sociale e cittadinanza attiva

Una serata, due libri al Centro Congresso Martinetti

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“Parliamo di biblioteca”. Non è solo un titolo accattivante, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti. A Ivrea si riaccende il dibattito sul futuro della biblioteca civica, non più (solo) luogo di silenzio, scaffali e prestito libri, ma potenziale epicentro di energie sociali, cultura diffusa, relazioni comunitarie e diritti accessibili a tuttə.

L’appuntamento è per martedì 17 giugno alle ore 18 in Sala Santa Marta.

Laboratorio Civico Ivrea, promotore dell’iniziativa, chiama a raccolta cittadinanza, istituzioni, professionisti e sognatori per affrontare una questione che non riguarda soltanto la struttura fisica di un edificio, ma il suo significato più profondo: cosa può e deve essere oggi una biblioteca pubblica?

A stimolare la riflessione saranno Chiara Faggiolani, professoressa di biblioteconomia all’Università La Sapienza di Roma, studiosa da sempre impegnata nel ripensare le biblioteche come organismi vivi e partecipati, e Marco Muscogiuri, architetto e docente del Politecnico di Milano, esperto di progettazione di spazi pubblici capaci di accogliere, includere e ispirare.

Il titolo del confronto è esplicito: “Quali spazi per un luogo che vuole generare benessere e nuove storie?” La domanda è tutt’altro che teorica. A Ivrea si discute da anni dell’eventualità di una trasformazione della biblioteca civica, tanto nei contenuti quanto nella forma. Nuove funzioni, nuovi usi, nuovi spazi. Un servizio che potrebbe assumere una configurazione diversa rispetto a quella attuale, aprendosi a possibilità oggi ancora inesplorate.

Laboratorio Civico lo dice chiaramente: “Le biblioteche non sono più solo luoghi dove prendere in prestito libri. Sono presidi culturali, sì, ma anche spazi di cittadinanza, capaci di accompagnare la crescita della comunità attraverso attività, incontri, formazione, relazioni umane”. Un presidio, insomma, che non deve avere barriere. Pubblico, gratuito, di tutti e di tutte (o meglio: di tutt3), come si legge nel manifesto dell’evento, che sottolinea anche la necessità di inclusività e accessibilità.

Non mancano i riferimenti a esperienze già avviate in altre città, progetti virtuosi in cui la biblioteca è diventata piazza, agorà, luogo del possibile. È questo lo spirito che anima il ciclo di incontri eporediese, giunto al suo secondo appuntamento: aprire un confronto allargato, partecipato e qualificato, capace di alimentare idee, desideri e proposte.

Perché, alla fine, ciò che conta davvero non è solo la biblioteca in sé, ma ciò che può diventare per Ivrea. Un luogo in cui si entra per leggere e da cui si esce con una visione nuova sul mondo. Un punto di riferimento capace di generare benessere, stimolare creatività e costruire senso di appartenenza.

L’ingresso all’evento è libero. E l’invito, simbolicamente, è rivolto a chiunque creda che la cultura non debba essere messa su uno scaffale, ma lasciata libera di circolare. Anche e soprattutto, in una biblioteca reinventata.

lcan

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