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“Non facciamo del bene” – Andrea Morniroli porta allo Zac di Ivrea l’inchiesta che scuote il mondo del lavoro sociale

Mercoledì 21 maggio alle 21 l’autore dialoga con Laura Morezzi su operatori invisibili, politiche assenti e il bisogno urgente di ripensare welfare e diritti

“Non facciamo del bene” – Andrea Morniroli porta allo Zac di Ivrea l’inchiesta che scuote il mondo del lavoro sociale

Andrea Morniroli

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Ci sono lavori che sfuggono alla narrazione eroica eppure reggono, ogni giorno, pezzi fondamentali della nostra società. Sono quelli degli operatori sociali, troppo spesso dimenticati, quasi invisibili, eppure centrali nella cura delle fragilità, nella scuola, nell’accoglienza, nei servizi alla persona. A loro dà voce Andrea Morniroli, storico operatore sociale e co-coordinatore nazionale del Forum Disuguaglianze e Diversità, con il suo nuovo libro “Non facciamo del bene” (Donzelli editore), che sarà presentato mercoledì 21 maggio alle ore 21.00 allo Zac! di Ivrea (via Dora Baltea 40/B).

Morniroli discuterà del volume con Laura Morezzi di Officine Terzo Settore, in un dialogo che promette di essere intenso e senza sconti. Ingresso libero, possibilità di cena su prenotazione prima dell’evento e firmacopie in sala.

Una denuncia scomoda e necessaria

Il libro parte da una vicenda emblematica: trecento operatori delle cooperative sociali di Napoli licenziati dall’Asl dopo trent’anni di lavoro nel campo delle tossicodipendenze, della cura agli anziani, delle cronicità. Servizi fondamentali, garantiti per decenni grazie a un sistema integrato pubblico-privato, vengono smantellati come se nulla fosse. E con loro, se ne va un pezzo del patto sociale su cui si regge il nostro vivere civile.

Nel testo, Morniroli — con lo sguardo di chi il lavoro sociale lo ha vissuto, studiato, criticato e difeso per quarant’anni — decostruisce i miti, le ipocrisie e gli errori di sistema che hanno trasformato un modello nato per servire le persone in un meccanismo spesso piegato alle logiche del profitto. Lo fa insieme a una giornalista che preferisce la lama dell’analisi alla carezza della retorica, in un’indagine asciutta, implacabile, eppure piena di umanità.

Tra idealismo e abbandono

Il punto di partenza è amaro: lo smarrimento della consapevolezza da parte degli operatori sociali, schiacciati da governi sempre più distanti, da un settore in cui troppo spesso si confondono il bene e il business, e da una narrazione pubblica che alterna silenzi a scandali. Sappiamo tutto delle cooperative che hanno lucrato sull’accoglienza dei migranti o sul disagio psichico, ma ignoriamo le centinaia di realtà virtuose che tengono in piedi i servizi di prossimità in tutta Italia.

La tesi del libro è chiara: non possiamo fare a meno del lavoro sociale, ma dobbiamo tornare a pensarlo per quello che è: azione politica, strumento di costruzione di diritti e cittadinanza. Non “fare del bene” in modo caritatevole e paternalista, ma costruire politiche pubbliche partecipate, fondate sulle comunità. Il sociale come ambito strategico, non come tappabuchi di un welfare che non c’è più.

Chi è Andrea Morniroli

Andrea Morniroli è socio della cooperativa sociale Dedalus di Napoli e lavora nel sociale dagli anni ’80. Ha collaborato con i ministeri del Welfare e dell’Istruzione, è stato assessore a Giugliano in Campania e ha scritto numerosi saggi e interventi sul lavoro sociale, tra cui “Rammendare”, sempre per Donzelli. È uno dei riferimenti nazionali per chi si occupa di marginalità urbana, innovazione sociale e politiche educative.

Chi lo ascolta lo sa: Morniroli non si limita alla teoria, ma porta il vissuto delle strade, dei servizi, dei progetti vissuti in prima persona. Ed è per questo che il suo intervento allo Zac! si annuncia come un’occasione unica per riflettere sul presente e sul futuro del lavoro sociale.

Un’occasione per fermarsi e ripensare

In un mondo in cui “fare del bene” sembra spesso una formula vuota, questo libro ci invita a non arrenderci al cinismo. A recuperare la capacità di leggere la realtà senza illusioni ma senza smettere di credere nella possibilità di cambiarla. A rimettere le persone al centro, non le prestazioni. A costruire alleanze tra chi non osserva il campo, ma lo attraversa ogni giorno.

Chi desidera cenare prima dell’incontro può prenotare allo 0125 362715 o al 389 5915390.

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