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30 Settembre 2024 - 12:20
Il castello di Ivrea
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Data di inizio 12.10.2024 - 00:00
Data di fine 14.10.2024 - 00:00
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Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS. Da nord a sud della Penisola 700 luoghi straordinari, poco conosciuti e valorizzati oppure insoliti e curiosi, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione da inizio ottobre su www.giornatefai.it). A ogni visita si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione.
Chi parteciperà alle Giornate FAI, animate e promosse dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione, avrà l’occasione di scoprire e conoscere la varietà dei tesori di storia, arte e natura che costellano l’Italia attraverso storie inaspettate e racconti inediti. Apriranno le porte e si sveleranno palazzi storici, ville, chiese, castelli; ancora, saranno visitabili collezioni d’arte, laboratori artigiani, esempi di archeologia industriale e siti produttivi e saranno in programma itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di raccolta fondi della Fondazione “Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.
Numerosi e variegati i luoghi che apriranno a Torino e in Piemonte.
TORINO
Palazzo Graneri Della Roccia
Realizzato tra il 1685 e il 1699 su probabile disegno dell’architetto Gianfrancesco Baroncelli – ingegnere ducale e collaboratore di Guarino Guarini a palazzo Carignano - per l’abate Marcantonio Granieri, l’edificio sorge nel primo ampliamento verso il Po e risulta uno dei più sontuosi palazzi nobiliari torinesi, sia per l'articolazione e l'ampiezza degli spazi, sia per i materiali impiegati: pietra da taglio per tutti gli elementi in rilievo e modanati, cifra distintiva notevole laddove le facciate erano per lo più in stucco e intonaco o addirittura in semplice laterizio. Lo schema costruttivo ad ‘u’, su atrio e cortile in sequenza che aprono su un fondale architettonico e giardino, insieme ai fabbricati di servizio e alle corti rustiche ora perdute, permettevano alle carrozze di sfilare ed uscire su una seconda apertura di servizio o ritirarsi nelle rimesse e scuderie.
Una disposizione che ne enfatizza il prestigio e le esigenze di grande rappresentanza. Così come il percorso cerimoniale negli ambienti interni in successione, dove, dall'atrio, si passa al porticato che conduce al grande scalone monumentale, da lì al loggiato e al fastoso salone d'onore, affacciato centralmente sulla via principale. Le sale ora occupate dal Circolo dei Lettori, e prima dal Circolo degli Artisti, hanno decori ascrivibili a diversi importanti artisti e sono stratificati nel tempo, ma certamente spicca il gabinetto cinese di metà Settecento, recentemente restaurato. L'apertura in occasione delle Giornate FAI d’Autunno prevede una visita al palazzo e agli appartamenti del piano nobile, intrecciando il profilo storico, culturale e sociale nelle diverse epoche della città. Il palazzo è stato palcoscenico di importanti avvenimenti, momenti istituzionali e aneddoti curiosi: dai festeggiamenti per la vittoria dei Piemontesi sulle truppe francesi nel Settecento, al Gran Ballo per le nozze tra la Principessa Maria Clotilde di Savoia e il Principe Girolamo Bonaparte nel 1859, via via fino al 2006, quando diviene spazio di incontri letterari.
Villa Rey
Situata sulla sommità di levante della collina torinese, in zona Madonna del Pilone, Villa Rey è una delle più antiche e imponenti strutture che dal primo Seicento vengono costruite a corona della città capitale del Ducato: la sua posizione dominante permette ancora oggi di spaziare lo sguardo dalla pianura sino alla cerchia dei monti. La Villa fu realizzata nella metà del XVII secolo da Giovanni Antonio Turinetti, il cui nipote Ercole II fu personaggio di spicco nella vita politica e diplomatica del Piemonte sotto il regno di Vittorio Amedeo II.
Il corpo originario dell'edificio venne ampliato con l'aggiunta di due ali laterali, di cui una incompiuta anche a causa della vendita della proprietà alla nobile famiglia Carron di San Tommaso, che portò avanti il programma decorativo interno attribuito al pittore chierese Luigi Tesio, attivo anche alla corte sabauda come ritrattista: si compone così il grandioso affresco della volta del Salone d'onore a piano terra, dominato dal medaglione centrale raffigurante Atena nell'atto di guidare Perseo nell'uccisione di Medusa. Nel 1933, ormai spogliata dei suoi arredi fissi, la Villa venne acquisita dal Comune di Torino, che destinò il parco a campeggio, chiuso poi nel 2006, mentre gli appartamenti ancora oggi sono sede di associazioni, fra cui l'ASI-Automotoclub storico Italiano. Il pubblico scoprirà così un angolo nascosto della collina torinese, una Villa immersa nel verde tra maestose piante, dagli interni ricchi di decorazioni recentemente restaurati.
Villa Dall’Agliè
Posizionata su un terrazzamento naturale della collina torinese, al di sopra della strada di collegamento verso San Mauro e la Val Cerrina, la Villa è parte del vasto sistema di “vigne”, che dall'inizio del XVII secolo contrassegnano i colli intorno alla città: a questo periodo fanno riferimento le prime citazioni, che testimoniano la sua vicinanza alla più celebre Villa Emanuella, proprietà del duca Carlo Emanuele I.
La sua costruzione si deve però a Gaspare Bellezia, uomo di legge vicino alla corte sabauda, che fece realizzare il primo nucleo edilizio secondo i canoni della tradizione costruttiva locale: con notevoli soffitti a cassettoni e sale con carta da parati cinese, presenta un grande salone di ricevimento e ambienti minori con funzione prettamente residenziale e rappresentativa. Sotto gli affreschi e gli stucchi dei suoi saloni, vissero il Duca Carlo Emanuele I, conosciuto come “Testa di fuoco”, e il sindaco Giovanni Francesco Bellezia che, senza fuggire, amministrò Torino nel 1630 in tempo di peste.
Di fronte alla Villa si apriva un ampio parterre risolto secondo i canoni formali del giardino all'italiana. I passaggi di proprietà e i cambiamenti del gusto modificarono le geometrie originarie a favore di percorsi più tortuosi, contrassegnati anche dalla presenza di grandi piante, come tigli, tassi, ippocastani e i quattro cedri del Libano, messi a dimora nei primi decenni dell'Ottocento dall'ambasciatore britannico sir John Foster, cui si deve la trasformazione del verde nella chiave romantica visibile ancora oggi. Nel 1957 la Villa e il Parco furono acquistati dalla famiglia Giacosa, che ha promosso il restauro degli interni e quello della corona verde circostante, affidandosi al celebre paesaggista inglese Russel Page. Nel 2007 il parco è stato iscritto nell'elenco dei giardini storici e di interesse botanico della Regione Piemonte.
Comando provinciale del Vigili del Fuoco di Torino
Il comando provinciale dei Vigili del Fuoco ha sede nella periferia ovest della città, in corso Regina Margherita adiacente alla Pellerina, il più grande parco torinese, di 837.000 metri quadri. L’edificio, struttura moderna, risalente agli anni 60-70 del '900, ha sostituito la storica Caserma delle Fontane di Santa Barbara, per cento anni Sede Centrale, dal 1883 al 1983, presso piazza della Repubblica. Il complesso si compone di una palazzina, che ospita il Comando e gli uffici, una sala convegni, la mensa; una piccola cappella, dedicata ai Santi Barbara e Francesco, ha un particolare altare, ricavato da un tronco di ulivo con radici, visibili attraverso una lastra di vetro. All'interno della cappella è inglobato il Sacrario che ricorda i Vigili del Fuoco di Torino caduti nell'adempimento del dovere e durante la lotta di liberazione, o deportati nei campi di concentramento. All'esterno, un rivestimento a "giardino verticale” copre l'intera parete semiellittica della cappella. Completano la struttura la piscina e l'autoparco, formato dal grande cortile e dalla rimessa dei mezzi al suo centro, mentre una palazzina ospita l'Associazione Volontari. La caserma è aperta eccezionalmente nelle Giornate FAI d’Autunno per celebrare i 200 anni dalla nascita del Corpo a Torino, istituito dal re Carlo Felice il 22 ottobre 1824. I visitatori potranno osservare la Sala Operativa, incontrare nel cortile le Unità Cinofile e conoscere le peculiarità di alcuni mezzi storici e delle odierne autopompe.
MONDOVÌ (CN)
Funicolare e fonderia di campane
Posta in prossimità delle Langhe e delle Alpi, Mondovì è distribuita su più livelli. A unire la parte alta con quella bassa del borgo, una funicolare congiunge il centro storico barocco con la collina, su cui sorge il nucleo originario della cittadina con palazzi che raccontano oltre otto secoli di storia. Nata nel 1886 per risolvere il difficile collegamento fra i rioni di Breo e Piazza, la funicolare di Mondovì è stata una delle prime in Italia. Inizialmente funzionava a vapore, ma ben presto si passò al sistema a contrappeso d'acqua, più efficiente, riuscendo a trasportare 700 persone al giorno. Nel corso degli anni ha subito diverse modifiche: nel 1926 si è passati alla trazione elettrica e nel 1941 è stato installato un motore più potente. Nonostante gli ammodernamenti, nel 1975 la funicolare è stata costretta a fermarsi, per riaprire nel 2006 dopo lavori di rinnovamento. Le nuove vetture, progettate dal celebre designer Giorgetto Giugiaro, hanno ampie vetrate e una linea leggera. La funicolare di Mondovì sarà il mezzo di trasporto ufficiale delle Giornate FAI d'Autunno - permettendo al pubblico di lasciare l'auto nei parcheggi pubblici di borgo Breo, nella parte bassa della città, per una fruizione rispettosa dell’ambiente – e il biglietto sarà eccezionalmente scontato del 50% per i visitatori dei beni aperti per l'occasione. Si potrà visitare tra l’altro una fabbrica di orologi e campane, che dal 1995 ha assorbito la “Antica Fonderia Achille Mazzola dal 1404” di Valduggia (VC), oggetto di un intervento di valorizzazione appena concluso, sostenuto dal FAI attraverso il programma “I Luoghi del Cuore”. Durante le Giornate FAI, i visitatori potranno scoprire gli interni del laboratorio di Mondovì, seguendo il processo di realizzazione di una moderna campana, fra le sagome in legno, i calchi in creta dei modelli, gli stampi per gli ornamenti che fregiano le produzioni e i vari attrezzi necessari.
IVREA (TO)
Castello di Ivrea
Situato nella parte alta della città, l’imponente castello di Ivrea è noto con la denominazione “dalle rosse torri”, coniata da Giosuè Carducci. Il poderoso edificio, a pianta quadrata, con vasto cortile e rafforzato agli angoli da slanciate torri cilindriche, di cui la maggiore fu gravemente danneggiata nel 1676 da un fulmine, fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia, per scopi difensivi. Il complesso ospitava le sedi principali del potere politico e religioso di stampo medievale: il comune, il capitolo vescovile e la chiesa. Sensibilmente modificato nel tempo, dal 1750 al 1970 l'intera struttura è stata usata come carcere e completamente spogliata di tutti gli arredi interni. Oggi proprietà del Comune di Ivrea, il castello è stato in parte aperto al pubblico dopo un importante restauro conservativo: sono visitabili il cortile interno, tre celle al piano terra e i camminamenti di ronda, raggiungibili tramite una scala esterna, dai quali la vista spazia sull’Anfiteatro Morenico della Sella di Ivrea, sul Canavese e sull’imbocco della Valle d’Aosta.
SUSA (TO)
Campanili di San Giusto e Santa Maria Maggiore
I due campanili sono situati nel centro storico di Susa, cuore dell’antica Segusium romana e medievale. Risalente all’XI secolo, il campanile di San Giusto, appartenente al complesso della Cattedrale, è alto 51 metri e nel corso del tempo ha subito varie modifiche, tra cui l’aggiunta della cuspide e delle guglie nel XV secolo. Ha tre ordini inferiori con monofore, mentre i tre superiori sono scanditi, dal basso, con bifore, trifore e quadrifore. Durante la visita, oltre a conoscere la storia del Bene, sarà possibile ammirarne l'architettura dall'interno ed avere uno sguardo unico su tutta la città. Il campanile di Santa Maria Maggiore, che sorge vicino alla Cattedrale di San Giusto, è in stile romanico, alto circa 40 metri e si appoggia alle mura urbane. Fregi in mattoni e archetti ciechi ne sottolineano i piani, che sono illuminati da monofore, poi bifore e trifore e cella campanaria. È sormontato da una cuspide piramidale coperta da lose di pietra e si conclude con il “bidente”, in realtà probabilmente una croce deformata dal tempo. Apparteneva alla chiesa di Santa Maria Maggiore, probabilmente la più antica della città, di cui resta la facciata risalente al XV secolo. Utilizzata fino al 1749, la chiesa è ora sconsacrata ed appartiene a privati, che ne hanno fatto un'abitazione. Il campanile invece resta di proprietà comunale e apre alle visite in modo assolutamente straordinario durante queste Giornate FAI. In questa occasione sarà possibile salire fino alla cella campanaria e apprezzarne la struttura architettonica, conoscere la storia della chiesa, strettamente collegata a quella della cattedrale di San Giusto, oltre a godere di una vista sulla città unica. Ingresso riservato agli iscritti FAI.
BIANDRATE (NO)
Giardino segreto di Sebastiano Vassalli – Ingresso riservato agli iscritti FAI.
Immersa tra le risaie della bassa novarese, la casa del celebre scrittore Sebastiano Vassalli, scomparso nel 2015, si trova a Marangana, località che dà il nome al cascinale acquistato dall’autore nel 1979. L’abitazione, ristrutturata da Vassalli, in origine era una casa parrocchiale, le cui fondamenta risalgono al XVI secolo. Tra i pochi documenti d'epoca che vi erano conservati quando Vassalli la comprò, vi erano due volumi di litanie della Chiesa novarese fatti stampare dal vescovo Carlo Bascapè, uno dei protagonisti della “Chimera”, romanzo Premio Strega nel 1990. Dalle finestre della casa, inoltre, si possono vedere le Alpi che hanno ispirato molti altri suoi romanzi. La facciata della casa è impreziosita da ceramiche di varia foggia che ricordano i suoi libri, tra le quali spiccano l'opera di Giuliano della Casa che riproduce la copertina della Chimera e il pannello delle Ceramiche Mastro di Grottaglie che ne evoca il paesaggio seicentesco. La visita, riservata agli iscritti FAI, comprende un percorso esterno, che permetterà di entrare nel giardino segreto di Vassalli, scoprire la sua biblioteca esterna e le molte opere d'arte che si trovano disposte intorno alla casa.
CAMERI (NO)
Comando Aeroporto
I lavori di costruzione del Campo di Volo a Cameri incominciarono nel 1909, su un'area di circa 400.000 metri quadrati, grazie all'iniziativa dell'ingegnere francese Clovis Thouvenot, già concessionario dell'industria aeronautica Voisin, che intendeva istituire una scuola di volo. L'apertura del campo subì un ritardo dovuto al ciclone che nella notte tra il 30 e il 31 marzo 1910 distrusse gli hangar appena terminati, lasciando in piedi solo quello che ospitava gli apparecchi dei tre istruttori, tra cui il pioniere dell'aria Alessandro Cagno. Il volo inaugurale venne effettuato appunto da Cagno nel maggio del 1910 e, il 28 luglio dello stesso anno, il luganese Bianchi conseguì il primo brevetto rilasciato di pilota civile. L'Aeroporto di Cameri ha da sempre avuto un'importanza notevole a livello nazionale: durante la prima guerra mondiale, la scuola di volo rilasciò oltre mille brevetti per pilota militare e moltissime furono le personalità che la frequentarono, come Ciro Cirri, Achille Landini, Giuseppe Lampugnani, Arturo Ferrarin e Gabriele D'Annunzio. L'apertura in occasione delle Giornate FAI di Autunno prevede la visita di numerosi spazi, tra cui la palazzina di Comando, gli hangar che ospitano i velivoli storici e le sale espositive, contenenti numerosi cimeli e materiali.
VALENZA (AL)
Palazzo Pellizzari
L'antico Palazzo Pellizzari, situato nell’omonima via che fiancheggia la piazza del Duomo, fu edificato su iniziativa di Carlo Andrea Pellizzari sul finire del XVIII secolo ed è proprietà dell'Opera Pia Pellizzari, costituita da don Massimo Cordara Pellizzari nel 1834. Oggi è la sede principale del Comune di Valenza e, oltre a diversi uffici, ospita lo studio del Sindaco e il notevole salone consiliare, un tempo spazio di rappresentanza del palazzo. Nell’edificio, infatti, operarono, fra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, Angelo Vacca e suo figlio Luigi, esponenti di una famiglia che dal Seicento caratterizzò la scena artistica piemontese, operando tra pittura, scenografia e litografia. Luigi fu autore dello scenografico ciclo pittorico dedicato all’Eneide che decora la volta dell’ampio salone di rappresentanza. Il palazzo presenta una facciata dalle linee semplici ed omogenee, a tratti interrotte da elementi decorativi più complessi. L'entrata è imponente e vi si accede attraverso un monumentale atrio con volte a vela e colonne di ordine dorico che immette nel cortile principale. Grandioso il doppio scalone in pietra che conduce al primo piano, dove si incontra il salone che oggi ospita il Consiglio Comunale.
Elenco completo dei luoghi visitabili e modalità di partecipazione all’evento da inizio ottobre su:
Le Giornate FAI d’Autunno 2024 si svolgono in collaborazione con la Commissione europea, con il Patrocinio del Ministero della cultura, del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, di Regione Piemonte, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.
Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che hanno concesso l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo. Si ringrazia il Fondo Edifici di Culto per averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato con il Ministero dell’Interno. Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri e alla Croce Rossa Italiana.
Le Giornate FAI d’Autunno 2024 sono rese possibili grazie al fondamentale sostegno di importanti aziende illuminate:
Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, di nuovo vicina al FAI in qualità di Partner. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza.
ITA Airways, Main Sponsor per il secondo anno consecutivo, ha scelto di affiancare il FAI per contribuire alla tutela del patrimonio italiano di arte e natura. La sostenibilità, in termini sociali, ambientali e culturali, è parte integrante della strategia della Compagnia aerea nazionale di riferimento.
Groupama Assicurazioni, tra i principali player del settore assicurativo in Italia, da sempre impegnata nella salvaguardia del nostro patrimonio e già Corporate Golden Donor del FAI, rinnova il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor per il secondo anno.
Despar, presente in 17 regioni Italiane da oltre sessant’anni con 1424 punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar e attenta alle esigenze dei territori in cui è presente, dal 2022 è vicina al FAI e per il secondo anno Sponsor dell’evento.
Ferrero, azienda storicamente amica del FAI da sempre impegnata nello sviluppo delle comunità e al rispetto dell’ambiente, per il prezioso sostegno all’evento.
Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, che ha donato il proprio prodotto per l’iniziativa e presente tra i luoghi visitabili con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE), patrocinato FAI ed esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse qui custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico.
Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 7 al 13 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay e RaiPlay Sound per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2024 anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.
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