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17 Ottobre 2024 - 07:38
Il calo è stato maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali, che si sono ridotte di circa il 15%
Consegne in discesa, nuovo stop alla produzione in alcuni impianti in Italia, outlook tagliato da stabile a negativo da Moody's e un avvertimento anche dalla Casa Bianca a rispettare gli impegni: su Stellantis sembra si sia abbattuta la tempesta perfetta.
Il presidente John Elkann, però, mette in guardia: "Con le polemiche e i rancori non si costruisce nulla". Nel terzo trimestre le consegne consolidate di autoveicoli della multinazionale sono scese a 1,148 milioni di unità, in calo del 20% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il calo è stato maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali, che si sono ridotte di circa il 15%, "scontando l'impatto temporaneo della transizione del portafoglio prodotti e delle iniziative di riduzione delle scorte presso la rete", spiega il gruppo. Il calo maggiore si è registrato nel Nord America, con una flessione del 36% delle consegne, a 299 mila unità, mentre nell'Europa allargata, primo mercato del gruppo, il calo è stato del 17% a 496 mila unità. Nell'Europa allargata, al calo di circa 100 mila unità, ha contribuito il posticipo del lancio dei modelli basati sulla piattaforma Smart Car, inclusa la Citroën C3, che ha iniziato ad essere consegnata alla rete in settembre, sottolinea Stellantis. "Le prospettive per il lancio dei nuovi modelli in Europa sono robuste con ordini per 50 mila unità per la nuova Citroën C3 e di 80 mila unità per la nuova Peugeot 3008", afferma il gruppo.
Nel frattempo la casa automobilistica annuncia nuovi stop negli stabilimenti di Pomigliano D'Arco, Termoli e Pratola Serra per il mese di novembre.
Il presidente John Elkann mette tutti in guardia
"Queste misure sono necessarie per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato e per garantire una gestione efficiente delle risorse", fa presente Stellantis. Ma davanti a questo scenario i sindacati non ci stanno e per venerdì hanno proclamato uno sciopero del settore auto. Sulla vicenda interviene il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "C'è una piena convergenza del sistema Paese nel chiedere a questa multinazionale di investire laddove è nata e quindi di rafforzare il sistema produttivo del nostro paese", dice.
"Ci devono presentare un piano altrimenti diamo senza avere certezza che quel che diamo serve al rilancio industriale e alla salvaguardia occupazionale," sottolinea Urso alla Camera, dove si vota proprio una mozione su Stellantis e sull'automotive. "Il Parlamento ha dato una chiara indicazione nei confronti di Stellantis e nei confronti dell'Europa. È ora di cambiare, subito. Stellantis investa in Italia, l'Europa preservi l'industria," commenta il ministro dopo l'approvazione della mozione. Nelle stesse ore anche da Oltreoceano arriva un avvertimento per Stellantis.
"Rispetti gli impegni con il sindacato e le comunità locali", dice la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, durante un briefing. In giornata si fa sentire il presidente Elkann, intervenendo al 50esimo anniversario del Gruppo Dirigenti Fiat. "C'è chi in questi mesi, in questi giorni, sembra poco disposto a riconoscere i meriti di tutti coloro, dipendenti, collaboratori e anche voi, dirigenti, che hanno contribuito, sempre, a superare le sfide e a raggiungere straordinari risultati nei 125 anni di storia del nostro gruppo", afferma.
"Ma noi conosciamo, e voi più di tutti, quale è la realtà: con le polemiche strumentali, i rancori, i protagonismi non si risolve niente. Non si costruisce nulla", ammonisce il presidente di Stellantis. "Diversi studi indicano che meno dell'1% delle aziende fondate all'inizio del Novecento risultano ancora in vita. Sopravvivono quelle che si sanno adattare meglio ai cambiamenti delle tecnologie, dei mercati, della domanda. Noi apparteniamo a questo 1% che ha superato 125 anni di cambiamenti," conclude Elkann.
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