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Settimo Torinese
24 Gennaio 2023 - 22:15
Alberto Ghio, Tommaso Capello, Stefania Palmisano
Una serata di spiritualità e sociologia.
Alla conviviale n°1241 del Rotary Club Settimo, presieduta da Tommaso Capello e svoltasi presso il ristorante da Sergio, in via Brescia 6 a Settimo, è intervenuto Alberto Ghio, dottore in Scienza delle Religioni nell’ambito della facoltà di Studi Storici presso l’Università di Torino che ha relazionato la sua tesi di laurea “I concetti di memoria e di esperienza nel pensiero damanhuriano”, 110/110 con lode e Dignità di Stampa. A interloquire con Alberto è stata Stefania Palmisano, professoressa associata presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, dove insegna “Religioni nel mondo globalizzato” e “Religioni, Spiritualità e Globalizzazione”.
Alberto ha relazionato, da un punto di vista sociologico, sulla Federazione di Damanhur, spesso detta semplicemente Damanhur: una comunità situata a Vidracco in Piemonte, in Valchiusella, dove venne fondata nel 1975 da Oberto Airaudi, o “Falco Tarassaco”, come veniva chiamato secondo l'uso dei damanhuriani di adottare nomi di animali e vegetali. In quell’anno inizia un’ampia attività di divulgazione nel campo delle discipline esoteriche e “di confine”, con particolare riferimento alla medicina olistica e al percorso spirituale. Damanhur si basa su una filosofia fondata sull’amore e sul divino. Oberto Airaudi, scomparso nel 2013, è stato la guida spirituale dei damanhuriani e dal suo messaggio nasce l’idea della prima comunità. Nel 1977 viene acquistato il primo terreno nel Canavese, e nel 1979 Damanhur è abitata. Il nome Damanhur è ripreso da una città dell'antico Egitto, dedicata alla divinità Horus.
“I damanhuriani affermano che ogni essere umano abbia un’origine divina - ha detto Alberto- ed è suo compito recuperare la memoria e la coscienza di questo stato primigenio. L’umanità è parte di un ecosistema che include piante, animali, la terra, e forze diverse che formano l’ecosistema spirituale. Ogni parte è una manifestazione della stessa natura divina che permea l’universo. In questa visione, la ricerca di sé e del Divino coincidono, perché l'essere umano è una “forma-ponte” fra il piano spirituale e quello materiale. Tutti gli esseri umani contengono questa completezza e possono armonizzare la materia e lo spirito. La stessa assunzione di un nome di animale e di uno vegetale rappresenta un passo verso il completamento della natura “universale” di ogni individuo. Il percorso di crescita di ognuno si fonda sulla continua trasformazione interiore, sul superamento dei limiti dell’individualità e dell’egoismo, sul rispetto di tutte le forme viventi, siano esse fisiche o sottili e sull'azione individuale, intesa come espressione del libero arbitrio”.
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