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TORINO. 'Ndrangheta in VdA, il Riesame conferma sei arresti

TORINO. 'Ndrangheta in VdA, il Riesame conferma sei arresti
Il Tribunale del Riesame di Torino ha confermato la custodia cautelare in carcere per sei delle 16 persone arrestate lo scorso 25 gennaio nell'ambito dell'operazione "Geenna" sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Tra di loro compaiono l'ex assessore del Comune di Chivasso (Torino), Bruno Trunfio, e l'avvocato Carlo Maria Romeo. Il legale - indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, concorso in estorsione e favoreggiamento - si è autosospeso dall'Ordine degli avvocati e ha dato mandato ai suoi difensori, Stefania Nubile e Oreste Romeo, di denunciare un pentito per diffamazione e calunnia. Lunedì i giudici valuteranno l'istanza di scarcerazione di un settimo arrestato, Vincenzo Argirò. Molti indagati hanno scelto di non ricorrere al Riesame.

'Ndrangheta: difesa Sorbara, si va verso cultura inquisizione

"Rispetto le decisioni del tribunale, ma rispettarle non significa non criticarle. Ho la sensazione generale, io che vado nei vari tribunali d'Italia, che si coglie un certo clima" in cui "si va diffondendo una cultura più verso l'inquisizione che non verso la rigorosa critica e valutazione della prova". Lo dichiara l'avvocato Raffaele Della Valle del foro di Monza, che insieme ai colleghi Sandro Sorbara e Donatella Rapetti difende il consigliere regionale della Valle d'Aosta Marco Sorbara, uno dei sei arrestati per i quali il tribunale del Riesame ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta Geenna. L'ordinanza è stata confermata anche per Monica Carcea, ex assessore comunale a Saint-Pierre, difesa dall'avvocato Claudio Soro, e per Roberto Alex Di Donato - che secondo le indagini era un membro del locale di 'ndrangheta di Aosta - assistito dall'avvocato Claudio Bellora. Marco Sorbara e Carcea sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex assessore di Saint-Pierre, dopo l'arresto, aveva reso un interrogatorio di circa cinque ore davanti al pm della Dda di Torino Stefano Castellani. Interrogatorio a cui potrebbe chiedere di sottoporsi nei prossimi giorni anche Marco Sorbara.
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