Quel no scritto nero su bianco sul documento con cui il Consiglio comunale si è espresso contro la Tav è stato "come un lutto". Incomincia così la "rivoluzione garbata e pacifica", senza urla e soprattutto senza etichette, che sabato mattina porterà in piazza la Torino del sì. Un movimento nato dal basso, che - fatto più unico che raro - ha messo insieme il mondo produttivo e sindacale, associazioni e società civile per quella che, dopo oltre vent'anni di battaglie per bloccarla, si preannuncia come la prima grande manifestazione a favore della nuova linea ad Alta Velocità. Ad organizzarla sette donne manager che, con la pagina Facebook 'Sì, Torino va avanti', hanno già raccolto qualcosa come 35mila like. Con loro Mino Giachino, sottosegretario ai Trasporti nell'ultimo governo Berlusconi, che questa volta ha smesso i panni del politico per mostrare soltanto quelli del sostenitore della Torino-Lione. La sua petizione a favore dell'opera, su change.org, si sta avvicinando alle 60mila adesioni. "Torino si ribella perché non vuole che le si portino via le carte per il rilancio - spiega Giachino - come quando si ribellò quando le portarono via la capitale". Allora ci furono violenti scontri, e una sessantina di morti, questa volta si punta su una "manifestazione pacifica", dicono le organizzatrici di Sì, Torino va avanti. "Non è più il momento di urlare - sostengono - possiamo essere un laboratorio per lanciare un paradigma nuovo che possa andare al di là di Torino", una città "che vuole crescere e non rimanere indietro". A cominciare proprio dal supertreno, simbolo di uno scontro tra differenti visioni di futuro. "Dall'effervescenza di questi giorni c'è una grandissima aspettativa, però dal click bisogna passare all'hic, nel senso latino del termine - osserva Corrado Alberto, presidente di Api Torino, tra le prime categorie a muoversi per la Tav -. Un conto è aderire a una iniziativa dalla scrivania, un'altra è muoversi. Mi colpisce il fatto che tutti quelli che ci hanno sollecitato a mobilitarci ora ci diano appuntamento in piazza Castello", davanti alla sede della Regione Piemonte, dove il colore dominante sarà l'arancione e per palco ci sarà un pullman scoperto. L'obiettivo di sabato è quello di dare un segnale: "Gli imprenditori veri, che creano Pil e occupazione, vogliono certezza sulle infrastrutture e sui tempi della loro realizzazione - sottolinea Alberto -. Ci sono troppi segnali di arretramento della nostra economia". Un messaggio rivolto all'amministrazione Appendino, dalla quale anche nelle ultime ore si sono levate parole critiche nei confronti della manifestazione nonostante le aperture al dialogo della prima cittadina. Ma anche al governo che, in attesa della conclusione dell'analisi costi-benefici, si appresta ad aprire un dialogo con la Francia. Il ministro dei Trasporti d'Oltralpe, Elisabeth Borne, ha annunciato che lunedì incontrerà il ministro Danilo Toninelli. "Se ha domande sull'impegno della Francia - ha detto - sarà l'occasione di rassicurarlo".(
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