TORINO. Stamina: sequestro 178 mila euro, continua battaglia legale

Continua il braccio di ferro tra la procura di Torino e i legali di Davide Vannoni, il guru della controversa terapia Stamina, sul sequestro di 178 mila euro che secondo gli inquirenti sono il frutto di una truffa ai pazienti. La Cassazione ha annullato la decisione con cui il tribunale del riesame del Piemonte, lo scorso febbraio, aveva respinto la richiesta. Vannoni è indagato con altre due persone per associazione a delinquere: il caso è quello dei pazienti che, secondo l'accusa, venivano reclutati in Italia (dove la metodica è vietata) per farsi curare in Georgia. Il pm Vincenzo Pacileo aveva chiesto il sequestro preventivo - funzionale alla confisca in caso di condanna - di 178 mila euro. Il tribunale aveva obiettato che le somme erano confluite sul conto della Big Tech, società di diritto georgiano, e che la procura non aveva indagato su eventuali trasferimenti verso il patrimonio di Vannoni. Il pm ha fatto ricorso in Cassazione affermando che "era del tutto irrilevante che il denaro provento delle truffe fosse stato versato alla Big Tech perché ciò che rilevava era che Vannoni (il quale per sua stessa ammissione aveva costituito la società con altri soggetti - ndr) ne avesse la disponibilità". Gli Ermellini hanno accettato la tesi della procura spiegando che "in questa fase del procedimento occorre solo decidere se il pm abbia o meno titolo per sequestrare denaro fino alla concorrenza di 178 mila euro nella disponibilità dell'indagato". L'ordinanza del tribunale è stata annullata e ora ci sarà un nuovo passaggio al riesame.