CRESCENTINO. (r.c.)- Una delle prime delibere del 2023 approvate dalla Giunta Ferrero è la n. 3 del 12 gennaio scorso, con cui - vista la richiesta protocollata il 30 dicembre dall’associazione “I Birichin” per l’organizzazione del Carnevale 2023 - si decide di erogare all’associazione un contributo di 6 mila euro. Con l’atto, oltre a concedere il patrocinio del Comune all’evento, la Giunta ha inoltre autorizzato il posizionamento di 12 banchi di vendittori di street food in corso Roma, l’uso di mezzi comunali e transenne per la chiusura delle strade, la pulizia straordinaria dopo la sfilata a cura dell’azienda Asm.
Nonostante il cospicuo contributo comunale, però, l’associazione “Il Birichin” presieduta da Andrea Bazzano ha deciso che quest’anno l’ingresso al centro storico il giorno della sfilata sarà permesso solo a fronte del pagamento di un ticket di 5 euro. L’area della manifestazione sarà chiusa con quattro accessi, ognuno munito di cassa e postazione per il rilascio del ticket.
Il consigliere di minoranza Carmine Speranza nei giorni scorsi ha protocollato in Municipio una lettera al sindaco con cui, non ritenendo giusto che si debba proibire l’ingresso a chi non paga, chiede di «non autorizzare la chiusura a fronte di pagamento di somme di denaro. Il centro cittadino è di tutti, anche di chi si reca a prendere un caffè, a trovare amici o parenti, e anche di chi vuol farsi un semplice giro per il paese». Speranza chiede inoltre di «portare la questione in Consiglio comunale».
Bazzano e Ferrero - Carnevale Crescentino 2020
Dietro la maschera
La decisione di permettere di assistere alla sfilata del Carnevale di Crescentino soltanto a chi paga un ticket di 5 euro può essere condivisibile o no, e sul tema i crescentinesi si stanno accanitamente dividendo con un impegno e una partecipazione degni di miglior causa; ma Crescentino è così, è la patria degli strumenti di distrazione di massa: ci si accapiglia su feste, sagre, canti, balli e cotillons mentre passano inosservate decisioni ben più impegnative e foriere di conseguenze sulla cittadinanza. Il dibattito ticket sì / ticket no sta però lasciando in secondo piano alcune discutibili affermazioni del presidente dei “Birichin” Andrea Bazzano e del sindaco Vittorio Ferrero. I due, con un’azione evidentemente coordinata sui social e sui loro settimanali-scendiletto, di fronte ai mugugni dei no-ticket stanno cercando di far passare l’idea che concedere l’ingresso al centro storico a pagamento il giorno della sfilata sia una decisione presa «esclusivamente» dai Birichin, e che sul punto non si debba coinvolgere l’Amministrazione comunale. Ebbene: è chiaro a tutti (addirittura anche al consigliere Carmine Speranza: se se n’è accorto lui...) che un’associazione, per quanto benemerita, non può vietare l’accesso a pubbliche vie e a pubbliche piazze se non con il consenso del Comune. Bazzano e compagnia carnevalante, anche quando sono bardati con feluche piumate e mantelli, non sono pubblici ufficiali né ufficiali di pubblica sicurezza: siccome non siamo più ai tempi del Conte Tizzoni, per istituire varchi di accesso devono giuridicamente essere “coperti” da un provvedimento (un’ordinanza, solitamente) del Comune. Addirittura la Giunta comunale ha già deliberato l’«utilizzo dei mezzi comunali per chiusura strade (ex legge Gabrielli sulla sicurezza) e delle transenne comunali da ubicarsi nell’area della manifestazione». Quindi Ferrero ha poco da fare il pesce in barile: se il suo amico Bazzano decide di chiudere il centro, e poi lo fa - e mette vigilantes agli ingressi, e fa pagare il biglietto - è perché lui glielo consente e, da sindaco, firma. Ancor più peregrina, al limite del ridicolo, è poi l’esortazione di Ferrero a «lasciare il Carnevale fuori dalla politica». Alla presentazione di Papetta, Conte e relativa corte al Teatro Angelini, il 6 gennaio scorso, anch’essa sapientemente orchestrata dal ticket Ferrero-Bazzano, c’erano praticamente più politici - della Giunta comunale, della Provincia e della Regione - che maschere, e tutti sono stati invitati sul palco a far discorsi e ricevere applausi, manco fossero Gianduja o il Bicciolano o Burlamacco, e anche nei giorni successivi hanno continuato a scambiarsi reciproci inchini e salamelecchi sui social. Ferrero, quindi, predica bene e razzola male: esorta a lasciare il Carnevale fuori dalla politica ma è il primo - con la regia del fido Bazzano - a portare la politica nel Carnevale, per consolidare alleanze trasversali pro domo sua al cui confronto quella storica tra Crescentino e Vische è roba da dilettanti. Che poi l’associazione che sta dietro il Carnevale crescentinese sia uno dei principali bacini elettorali di Ferrero (che, lo ricordiamo, è sindaco per soli 18 voti), e che il suo presidente Bazzano sia uno che ha alacremente lavorato per l’elezione dell’attuale primo cittadino, e che tuttora - appositamente pagato dai crescentinesi, con incarico creato ad hoc da Ferrero nella pianta organica del Comune - gli faccia da spin doctor e da addetto al marketing in vista di una futura rielezione, è il segreto di Pulcinella. Anche questo l’ha capito pure Speranza, che è tutto dire. Quindi quando Ferrero - da che pulpito! - invita a tenere distinti politica e Carnevale, lo fa perché a Crescentino pensa di avere di fronte una platea di grulli, di clientes e di lacché. E probabilmente ha ragione.
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